INTERVISTA | 6:AM: L’arte è stata il riempimento del vuoto che mio padre ha lasciato andandosene

6:AM è il nome d’arte di Albert Michael, producer e voce urban di origine Italo-Rumena della classe ’92. L’artista, da anni ormai residente in Germania dove possiede un business legato ai tatuaggi, ha prodotto artisti di fama mondiale e, dopo il suo ritorno con il singolo Mhm Mhm (AEIOU), si ripresenta sulla scena con un nuovo brano al fianco di Trumen Records: San Francisco.

Con l’occasione dell’uscita del singolo, abbiamo deciso di scavare a fondo su 6:AM cercando di capire qualcosa in più sui suoi viaggi, sulle sue origini, su quali artisti ha prodotto e su come si chiamava prima di ripresentarsi al pubblico con il nome 6:AM.

Come mai il nome 6:AM? Come è nato? Ti sei sempre chiamato così?

Allora, di nomi d’arte ne ho cambiati diversi lungo il mio percorso, purtroppo ogni volta sono arrivato ad un punto dove non ci sentivo più quella persona musicalmente parlando. Il mio primo nome, dato all’età di 10 anni con cui ho inciso anche le mie prime tracce in Romania, era Lil’ Pac. Poi arrivando in Italia sono diventato Rizzlah per poi diventare Bigzila. Con Bigzila ho tirato a lungo facendo tante belle cose. Poi partendo dall’Italia mi sono avvicinato al mondo della musica facendo un disco interamente Deep House progressive sotto il nome di Games Hoova. E infine, dopo una pausa durata qualche annetto, sono tornato back in the game come 6:AM. Il numero 6 è il mio giorno di nascita. AM sta per Albert Michael, il mio nome. Avere le iniziali in questo nome mi fa sentire più me stesso.

Ci racconti qualcosa di te dal punto di vista personale?

Sono nato in Germania. Però poi all’età di poco più di un anno i miei sono tornati in Romania e poco dopo mio padre è andato in America e non è mai più ritornato. Mia mamma si è presa cura di me e di mio fratello facendoci sia da madre che da padre. L’arte per me è stata il riempimento del vuoto che mio padre ha lasciato nella famiglia andandosene. Ora che anche io sono padre di due bellissime bimbe mi viene ancora più difficile accettare le sue scelte. L’infanzia l’ho vissuta in un paese senza futuro, con mia madre che andava a lavorare dalle sue amiche per portarci a casa da vestire e qualcosa da mangiare. Però eravamo felici perché sapevamo apprezzare ogni minima cosa. L’adolescenza invece l’ho vissuta in Italia e li finalmente mi sono sentito anche io un ragazzo normale come tutti gli altri. Questa è stata pura motivazione per me per darci sotto con la musica.

Come mai sei tornato in Germania?

L’Italia mi ha dato la felicità, la vita, l’amore per la musica, le migliori amicizie. Purtroppo, però non mi ha dato una stabilità finanziaria ed e per questo che all’età di 22 anni non ho avuto scelta e ho dovuto di nuovo impacchettare e cambiare vita. In Germania ho iniziato un nuovo viaggio, legato alle linee e alle sfumature. Sempre arte, ma arte del tatuaggio. Oggi sono CEO di una realtà chiamata Pura Vida Tattoo Store. Mi sto espandendo sempre di più a livello nazionale e sto avendo tantissime soddisfazioni.

Se parliamo di Musica invece? Come ti sei avvicinato alla musica?

La musica è il sottofondo della vita. Senza musica è tutto più secco. Sono cresciuto con Pac e la west coast. grazie a mio fratello più grande. Da piccolino giravo con il durag bianco in testa e ascoltavo All Eyes On Me dentro al CD player. Mi sono avvicinato alla musica grazie a mio fratello. E, come accennavo poco fa, la musica ha piano piano colmato un vuoto che avevo.

So che hai prodotto artisti che ora hanno una fama mondiale. Mi racconti di qualche tua collaborazione?

Ecco, tornando a Bigzilla, questa è la parte che mi rende più orgoglioso della mia carriera musicale. Ai tempi ho fatto musica con artisti che oggi hanno fama mondiale come Sfera Ebbasta o Fred de Palma.

Non voglio usare i loro nomi per avere crediti. Semplicemente mi rende orgoglioso e mi fa capire che se avessi spinto un po’ di più ai tempi magari oggi avrei potuto anche io fare il producer di mestiere.

Ascolta il singolo San Francisco di 6:AM

Parlami invece di San Francisco. Partiamo dal titolo e dal tema del pezzo.

San Francisco è un brano che parla di quello che viene definito l’American Dream, della fata Morgana nel deserto, del Natale a New York che soltanto nei film lo vedi così.

E una specie di riparo che protegge dalla depressione, dallo stress e dalla cattiveria quotidiana. Insomma, una canzone che trasmette endorfine sonore. Un brano che lo ascolti anche sotto la pioggia perché appunto ricorda le giornate serene con il sole che splende.

In questo pezzo, come in quello precedente Mhm Mhm (AEIOU), si sente la tua voce. Come mai la scelta di “tornare” in un brano sia come produttore che come voce?

Questa scelta non è stata facile. Negli anni ho avuto a che fare con tantissimi artisti. Spesso ho dovuto fare anche da cantante per loro, da scrittore e da vocal coach oltre ad aver prodotto la canzone. E mi sono detto: “dato che sto praticamente facendo tutto per una canzone e poi la “regalo” a qualcun altro, perché non farla in proprio al 100%?”. Sono partito da qui. Ho combattuto tanto per accettare la mia voce. La verità è che ‘ho sempre odiata. Ma ero anche stanco di nascondermi e regalare le mie skills in ghost.

Stai lavorando a un disco?

Allora, di hits ne ho un bel po’ nel cassetto, per non contare progetti iniziati e non finiti. Quindi si, perché no. Prima però ho bisogno di tornare in forma e pubblicare singoli di fila per trasmettere il vibe. Una volta che sarò capito, butterò anche il disco fuori.

Come sei entrato in contatto con Trumen Records?

Roberto, come me, è tornato dopo una lunga pausa e ci siamo ritrovati da padri tutti e due, di nuovo dietro le macchine. All’inizio e stato un po’ più difficile trovare la sintonia perfetta, ma ora che capisce me e la mia situazione e io la sua, siamo come due gemelli e sono mega Happy di fare di nuovo parte della Trumen, come ai vecchi tempi.

Quali sono le tue aspirazioni dal punto di vista musicale? Perché fai musica oggi?

Faccio musica per dimenticare la quotidianità che mi consuma ogni giorno di più, la musica è il mio nascondiglio preferito. Quando ho le cuffie e il microfono davanti a FL Studio, torno ad essere me stesso. Faccio musica per bisogno, per raccontare momenti che vorrei tanto vivere o rivivere, per viaggiare in posti dove non sono mai stato. La musica e il mio biglietto aereo preferito, quando accendo la tastiera e il microfono, potrei andare ovunque in pochi secondi ed è bellissimo.

Social e Contatti

  • Instagram: https://www.instagram.com/albertmichael_art

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