A RED IDEA: Bed Sea Walks | Recensione

A Red Idea, il progetto artistico di Alvise Forcellini, ha pubblicato il disco Bed Sea Walks per l’etichetta Beautiful Losers di Andrea Liuzza. Blog della Musica ve lo racconta con la recensione di Gilberto Ongaro

A RED IDEA, Bed Sea Walks - Copertina disco

A RED IDEA, Bed Sea Walks

Alvise Forcellini, in arte A Red Idea, esordisce con un disco che mischia diverse anime in una. Tra Beck e influenze alternative, il risultato contempla sonorità che sono tuttora attuali, soprattutto nel mondo parallelo dell’indie; ovviamente quello che ancora dalle nostre parti realmente indie è, non certo l’itpop che scimmiotta la retrowave.

Una lieve malinconia è diffusa nei nove brani dell’LP Bed sea walks, ma con intento poetico e non lamentoso.

In Fear, la chitarra gioca spesso e volentieri con lo slide, come nei primissimi Coldplay di Trouble, e la presenza costante del glockenspiel rende il clima intimo ed introspettivo: “Hide is what I’m feeling like / Home is where I want to be”.

I toni si alzano un poco con No more, in un incedere solenne come quello di Lazarus di David Bowie. La chitarra distorta tremola, la voce, come nel brano precedente, si mantiene su note medio – gravi, e il ritornello è cantato con calma, in maniera distesa: “No more past in my life / no more dust around me”.

L’atmosfera si fa più sognante con What you deserve, e qui forse si raggiunge il picco, dal punto di vista vocale. Sembra che cantando, Alvise stia pensando attentamente a ciò che sta dicendo, come se gli stesse venendo in mente in quell’istante. E’ un brano di un’emotività elegante, spontanea ma gentile.

Con My memories, dopo suoni dolci e tintinnanti, come un carillon in camera dei bambini, e sullo sfondo tamburelli natalizi, il gusto si fa britannico, nostalgicamente psichedelico, con tanto di mellotron.

Con When the lights go out, cantata da Teresa Sartore, le coordinate si spostano nell’Italia contemporanea, con quel sound di chitarra che oggi usa Giorgio Poi.

In Too many nights invece sembra vagamente di sentire una specie di sentimento hendrixiano 2.0, per la veemenza in fase solista, nonostante il suono diventi digitale.

Torna Teresa in Strong we may seem,  una ballata in 3/4 dove lei e lui si alternano e cantano insieme, come una coppia che riflette sulla propria relazione, riassunta in 5 versi: “I never thought I could save you / you led the water flow through you / the legends you used to tell me / they hunt me as if I’ve lived them. / Strong we may seem”.

Un arpeggio grave di chitarra acustica introduce Home at last rompendo la situazione idilliaca precedente, anche se nel refrain torna sognante. E’ un 7/8 che subisce diverse trasformazioni: da un suono solido che sa di legno, si passa a nebulose gassose, con una parentesi elettronica quasi da club.

E a conclusione del sogno, Epilogue è un breve commento stellare, un minuto di suoni cristallini che mette a dormire il disco.

Il progetto A Red Idea porta in sé tutti gli elementi a cui tiene parecchio l’etichetta Beautiful Losers: calore, autenticità, e come si può intuire dal nome dell’etichetta, una propensione all’essere antidivo, che non guasta, in tempi di nuova esaltazione del superuomo macho anni ‘80.

di Gilberto Ongaro

Tracklist Bed Sea Walks – A Red Idea

1. Fear
2. No More
3. What You Deserve
4. My Memories
5. When The Lights Go Out
6. Too Many Nights
7. Strong We May Seem
8. Home At Last
9. Epilogue

Social e Contatti

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