In attività da 30 anni, gli AFTERHOURS, si ritrovano loro malgrado al centro di una polemica tutta rivolta a Manuel Agnelli, leader del gruppo, a seguito della sua futura partecipazione a X FACTOR, come giudice. Dopo Morgan, Fedez e Skin, Facebook impazzisce per questa decisione, che molti vivono come tradimento. Chi vivrà vedrà, a noi interessa la musica finora prodotta da questo gruppo, musica di qualità piuttosto elevata…
Gli Afterhours hanno segnato in maniera indelebile il rock indipendente in Italia degli ultimi tre decenni. Lo hanno fatto partendo da locali piccoli e fumosi, cantando in inglese per poi evolversi, conquistare sempre fette maggiori di pubblico, vendendo sempre più dischi ed imponendosi sul mercato con canzoni dai testi in italiano, spessi spigolosi, mai banali. Per nulla sorpreso del successo il leader Manuel Agnelli ha avuto modo di dire: «Per me vale la regola per la quale andare ad un concerto è più emozionante dell’ascolto, un po’ impersonale, di un cd. Alcuni gruppi, noi e i Marlene per esempio, hanno la capacità di rinnovare l’emozione da trasmettere, ogni sera o quasi. Si possono così fare anche centoventi date all’anno ed avere la certezza che le persone tornino».
I primi segnali vengono inviati attorno al 1988, quando per la Toast esce il 45 giri My Bit Boy, seguito l’anno dopo dal mini-Lp All The Good Children Go To Hell. Manuel è già il leader del gruppo, allora composto stabilmente da Paolo Cantù alla chitarra (poi apprezzato membro di Six Minute War Madness e di A Short Apnea) e da Lorenzo Olgiati al basso, Alessandro Polizzari alla batteria, poi sostituito da Max Donna. Le influenze sonore più chiare: VELVET UNDERGROUND e TELEVISION. Poco tempo dopo gli Afterhours entrano nell’orbita della Vox Pop e con questa pubblicano During Christine’s Sleep nel 1991 e Pop Kills Your Soul nel 1993. Entra in scena, come chitarrista, Xabier Iriondo, mentre escono dalla band Cantù e Olgiati. Il suono si evolve, i pezzi si fanno aggressivi e visionari.
Il punto di svolta nella storia degli Afterhours è la splendida cover di Mio Fratello è Figlio Unico realizzata per il tributo a Rino Gaetano, nel 1993: viene abbandonato l’inglese per l’italiano, scelta fondamentale che consente al pubblico di apprezzare la bellezza dei testi del gruppo, ironici, trasgressivi e, spesso, surreali. Nel 1995 esce il primo album in italiano, l’ultimo uscito per la Vox Pop, Germi, un album esuberante, composto da brani devastanti, come la stessa Germi e Siete Proprio dei pulcini e Dentro Marilyn, di cui realizzerà una cover Mina.
La buona riuscita di Germi è solo l’annuncio del fenomeno Afterhours che trova compimento nel 1997 con Hai paura del buio?, album di straordinario successo. Il disco è una pietra miliare della musica italiana. Contiene Male di Miele, definita la Smells Like Teen Spirit italiana.
La tournée successiva permette agli Afterhours di diventare una della bandiere del rock italiano. Nel 1999 esce Non è per sempre. Con quest’album la band si avvicina di più a sonorità pop, ma non manca la grinta di pezzi come La verità che ricordavo e Non Si Esce Vivi dagli Anni Ottanta. Oltre agli ormai stabili Andrea Viti al basso e Dario Ciffo al violino, compare Roberta Castoldi al violoncello. Esce di lì a poco, Siam tre piccoli porcellin, qualcosa di più del solito live celebrativo.
Manuel Agnelli, a questo punto vuole di più ed inventa un festival itinerante con gruppi “indie” italiani. Una specie di Lapalooza, che prende il nome di TORA!TORA! Così, nell’estate del 2001 questo festival porta le principali realtà alternative italiane davanti ad un pubblico superiore ad ogni più rosea previsione. Con gli Afterhours ci sono artisti come Marlene Kuntz, Modena City Ramblers, Subsonica, Massimo Volume, Cristina Donà e tanti altri.
Nel 2002 gli Afterhours escono con Quello che non c’è, il loro quarto album in italiano e partono in tour con i Mercury Rev. Un evento importante, destinato a far risaltare le nuove caratteristiche di un gruppo. Si attendono tre anni e viene pubblicato Ballate per piccole iene con la produzione di Greg Dulli. Un disco dove l’oscurità è ben presente nei suoni e nelle liriche, da molti questo è considerato il loro disco più maturo e compiuto, si distingue senz’altro per essere il più cupo e senza speranza. Senza dubbio uno dei picchi del rock italiano degli anni zero. Suscita interesse anche fuori dai confini nazionali e la One Little Indian inglese commissiona al gruppo la versione inglese di Ballate per piccole iene. Ballads For Little Hyenas esce a gennaio 2006 e contiene le dieci tracce dell’originale, più la cover di The Bed di Lou Reed. Poco tempo dopo esce anche negli USA, dove gli Afterhours intraprendono un tour di 26 date facendo da supporto ai Twilight Singers di Greg Dulli, raccogliendo consensi quasi inaspettati da pubblico e critica e ad ogni concerto.
Sono anni intensi per gli Afterhours, con i cambi di formazione (con l’ingresso dei fiati di Enrico Gabrielli)e l’ottavo album alle porte. Si intitola – I milanesi ammazzano il sabato ed è caratterizzato da ricerche di nuovi orizzonti musicali. L’anno successivo, il 2009, per gli Afterhours è il momento di affrontare il grande pubblico italiano. Partecipano al Festival di Sanremo con la canzone Il paese è reale, vengono eliminati al primo turno ma si aggiudicano l’importante Premio della Critica “Mia Martini” e moltiplicano esponenzialmente la propria visibilità. Seguirà una compilation (intitolata proprio Il paese è reale) che presenta oltre al pezzo sanremese altri 18 esponenti del circuito alternativo nazionale. Manuel Agnelli si conferma così una sorta di mecenate moderno, sempre attento alle nuove leve.
Nel 2009 Manuel Agnelli partecipa alla realizzazione di Domani, singolo realizzato con l’intento di raccogliere fondi da destinare alle aree colpite dal terremoto in Abruzzo.
Lo stesso anno scrive per Mina il duetto Adesso è facile, per il quale viene realizzato anche un videoclip. Tutta la band partecipa alle registrazioni del pezzo.
Seguono anni di intenso impegno live, impegno che consolida la fama del gruppo e quindi, nel 2011 Agnelli, Iriondo e Gabrielli sono sul palco per le date italiane del Damo Suzuki’s Network: la serata registrata al Circolo degli Artisti di Roma verrà in seguito immortalata in un disco dal vivo.
Nei primi mesi del 2012 vengono scritti due brani inediti, che faranno parte del nuovo album.
E’ il 2012 e viene pubblicato il nuovo album: si intitola Padania. Album controverso, forse non capito interamente presenta una copertina con la foto di un cancello aperto sul nulla: una pozzanghera, la neve, la nebbia, tutto molto freddo, imbiancato, lo scenario della Padania, oggi. Viene da pensare ad una sorta di concept album che per fortuna non ambisce alle magniloquenze di certo rock anni ’70. A conti fatti, Padania si dimostra un disco di meraviglioso pop obliquo, di maestoso rock alternativo, di feroce critica al sistema, di riflessioni mature, un disco indipendente, solido, forte, sicuro, coeso, un disco che vuole stupire, a tratti davvero coraggioso, alla faccia di chi professa da anni la morte di questo formato.
E di questi giorni la notizia di un nuovo album, di cui sta girando un video bellissimo, che sicuramente avrà giudizi inficiati dalla notizia di Agnelli giudice a XFactor. Ma noi non ci facciamo influenzare ed ascolteremo il nuovo lavoro con la stessa voracità che ci ha fatto accostare ai precedenti album. Siamo convinti che non ci deluderà.
Ci risentiamo su queste pagine dopo averlo ascoltato. Nel frattempo rinfrescatevi la memoria con il video offerto da questo blog, MALE DI MIELE.
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