Ainè: tanto studio e gavetta, ecco come è nato l’album Generation One

Ainè, al secolo Arnaldo Santoro, rapper, si racconta in questa intervista e ci parla dei brani del suo primo disco Generation One fresco di stampa…

Ciao e benvuto sul Blog della Musica! Arnaldo Santoro, in arte AINÈ … ci racconti come sei arrivato a questo nome d’arte?
Volevo trovare un nome che non avesse collocazione né geografica né di sesso (maschile/femminile). Qualcosa di astratto. Ci pensai molto prima di decidere se poteva essere quello il nome d’arte finale, fino a quando tornando da un viaggio a Parigi, una signora lasciò un bigliettino sul sedile di un altro signore sconosciuto sul quale c’era scritto “AINÉ”. Lo presi come un segno del destino, quasi una cosa inquietante.

Sei giovanissimo, vent’anni passati da poco, ma già alle spalle tante importanti esperienze musicali, soprattutto di studio, cosa che mi ha molto colpito… Quando hai iniziato?
Ho sempre avuto la Musica e gli strumenti tra le mani, mio zio cantante, mia mamma cantante fino all’età di 24 anni per poi dedicarsi ad altro. Mio nonno grande appassionato di Musica, architetto, ma incredibile sassofonista. Posso dire di avere una famiglia molto “Funky”, non hanno mai cercato di “fermarmi”, anzi. Mia madre mi racconta sempre che mi appoggiava le cuffiette sul pancione e sparava a palla Steve Wonder, Prince, Miles Davis, Keith Jarrett, Michael Jackson, Chet Backer, Ray Charles, Ella Fitzgerald, gli Earth Wind and Fire, Michel Petrucciani, Pino Daniele. A casa mia la prima regola è che non è ammessa brutta musica.

Pensi che la formazione, lo “studiare” in giro per il mondo e con tanti insegnanti, serva? Aiuta? Ti fa vedere e capire la musica in modo diverso e da una angolatura più ampia?
È tutto, serve solo questo, studiare, girare, conoscere, essere curiosi, ascoltare, applicarsi, combattere, avere coraggio, prendere le batoste, fare gavetta, suonare ovunque e sempre all’inizio.

Contaminazioni e ispirazioni. Ainé ascolta molto la musica di..?
Ainé ascolta molta musica, Hip hop, Soul, ascolto continuamente anche il Jazz, l’elettronica, la Musica classica, il Pop, il Rock: nel mio Album ci sono molte contaminazioni diverse e varie, dal Rock all’elettronica, al pop al Soul all’Hip Hop. Mommy, il brano che ho scritto per mia madre, lo pensai come se fossi un violino, quasi un arrangiamento per orchestra per dire, poi in coda ho deciso di lasciarla piano e voce. Credo sia questa la forza di Generation One. L’importante per me è che sia bella musica e fatta come si deve.

Hai esordito discograficamente con Generation One, uscito pochissimi giorni fa. Ce ne parli?
Come ti dicevo Generation One è tutto quello che sono, senza peli sulla lingua, mio figlio. Ci ho messo due anni per scrivere questo album e grazie a Pasquale Strizzi (il nostro producer musicale) e Francesco Tenti (mio manager e produttore) sono riuscito a dare un nome e voce alla mia/nostra creazione. Dentro questo album c’è la rabbia, la passione, la voglia di dare voce a chi non ce l’ha, di creare musica nuova, di lasciare un segno, di cambiare le cose nel nostro paese.

In questo disco vediamo affiancarsi giovani artisti della scena internazionale e artisti più navigati della Musica Italiana quale Sergio Cammariere… Come è nata collaborazione, questo affiancamento?
Conosco Sergio da tanto tempo: è nata così, un bel giorno mi ha chiamato, mi ha fatto sentire Dopo la pioggia e me ne sono innamorato subito. Decisi di creare un arrangiamento più vicino alle sue sonorità. Ed insieme a Sergio, Roberto Kunstler, Seby Burgio e Pasquale Strizzi abbiamo creato Dopo la Pioggia.

Quale traccia di questo album consigli a chi lo compra di ascoltare per prima?
Questo non lo so, va molto a gusti personali, sai chi crea musica a fine lavorazione del proprio lavoro potrebbe risponderti o tutte o nessuna.

Quale traccia invece è quella a cui sei più affezionato, quella che più ti rispecchia?
Sicuramente i brani più importanti per me sono Mommy dedicato a mia madre appunto. E Nascosto nel buio, scritto insieme a Lele Cerri (autore storico di Mina) con la partecipazione di Gemello. Brano dedicato ad un grande amico che purtroppo ho perso l’anno scorso in un incidente stradale.

Prima di lasciarci, raccontaci quali progetti hai in serbo per questo 2016.
Sicuramente stiamo organizzando il “Generation One Tour”. A gennaio prossimo me ne andrò un po’ a Boston al Berklee College of Music, e il prima possibile mi metterò a scrivere già il secondo Album, già ce l’ho tutto in testa.

Fantastico! Grazie Ainé del tempo che ci hai dedicato. In bocca al lupo
Grazie a voi, a presto

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