Airt’o: Genus

Airt’o: il cantautore rodigino pubblica Genus, il suo debut album, per Dimora Records. Un esordio che sorprende dalla qualità e ricchezza degli arrangiamenti all’apparenza a tratti essenziali…

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AIRT’O: Genus – il debut album

Esordio raffinato quello di Airt’o: il primo album Genus, in uscita il 24 novembre 2017 per Dimora Records, arriva dando la sensazione di ascoltare qualcosa di chi non è alle prime armi nella scrittura di canzoni, anzi. I testi, a tratti intimi e tratti tendenti all’esistenziale, sono avvolti da un ricco arrangiamento: chitarra acustica in primo piano, ma con un contorno rigoglioso di percussioni folk (guiro, legni) di provenienza brasiliana, e fiati.

In Personalmente e in Quando ci sei spiccano elementi che rimandano immediatamente ad Anima Latina di Lucio Battisti. Nella prima per il tocco sulla chitarra, nella seconda per la ritmica sudamericana e gli incisi di flauto.

Le parole di Quando ci sei evocano una situazione paradisiaca:

Cielo terso oggi, e niente nuvole a mezz’aria (…) i miei gesti son leggeri, non più rocce come ieri, un cappello per proteggermi i pensieri non mi serve più.

Invece ne L’alba dei tramonti che già nel titolo mostra un ossimoro, seppur nella leggerezza della musica fanno capolino pensieri profondi:

Come una lacrima nel cielo aspettava il momento giusto per passare inosservata, la mente si perde nella galassia delle emozioni, miliardi di corpi celesti escono dall’archivio dell’oblio.

E questi fantasmi della mente vengono potenziati emotivamente dall’arrivo della viola proprio dopo queste parole. Si cerca di dare forza retorica alle parole, e ci si riesce – il termine “retorica” non va inteso con accezione negativa, di pedanteria, bensì di valorizzazione del concetto con un linguaggio asemantico come quello musicale.

E così come questa canzone lascia i brividi, La rosa allieta con una rinnovata leggerezza, mediante un inciso melodico di clarinetto. La canzone ha un rimando di stile verso De Gregori, e con una spiccata allegria dichiara certe aspirazioni quasi utopistiche:

Cerco una rosa che non appassisce, un risvolto che non ferisce, una macchia di forma non convenzionale.

Alla fine però Airt’o sostiene di tenere tra le dita proprio una rosa che non appassisce: l’artista detiene la chiave dei sogni.

Un complicato pensiero, con un intrigante ritmo terzinato basato su schiocchi di dita, porta un racconto tra un “lui” e una “lei”.

Quando è un brano malinconico, che descrive una situazione in cui “il sole non vuole arrivare” e “la notte non vuole passare”, con riferimento alla corruzione interiore:

Quando vedi nelle carte un vantaggio, nella polvere un salvataggio, ti accorgerai, spero non troppo tardi, che era solo un miraggio.

Felicità, con accordi di settima maggiore, un clarinetto e suoni pad di tastiera, è il pezzo più introspettivo e caloroso:

Quattro mura, la felicità, una stufa che ti scalda le ossa e la personalità, tre bicchieri di vino, un divano per ingannare l’anima.

Un riposo del cuore che trascende gli oggetti descritti in una dimensione spirituale; anche se, prima di una lunga parte strumentale sognante, siamo lasciati da una misteriosa frase ironica: “Ah che fortuna, ci sei anche tu, mio malgrado ci sei anche tu”.

La canzone di chiusura Qualcosa non va è introdotta da chitarra e da un’armonica a bocca che fanno presagire una musica tipicamente da cantautore, piana e regolare. Invece, quando si pronunciano le parole del titolo, qualcosa per l’appunto non va: per due volte nel corso del brano, basso, chitarra acustica e chitarra elettrica solista iniziano a creare dissonanze, andando appositamente fuori tonalità, per poi risolversi armonicamente. Si avverte una sorta di presa di coscienza che le parole non bastino a cambiare le cose:

Un pugno di mosche bianche le nostre parole franche.

Il finale sfiora la psichedelia dei primi Radiohead, e un alto grado di emozionalità.

E così Airt’o si presenta al mondo discografico, con Genus un progetto ben sviluppato che pur rimanendo nei binari del cantautore, risulta ricco di sfaccettature, tutte mai fini a se stesse, bensì funzionali alla valorizzazione dei testi, e della personalità dell’artista, sincero in ogni parola scritta: “Giù il cappello ai tipi generosi, io purtroppo non so come si fa, e cerco di sforzarmi, di essere più aperto però a volte ho ancora difficoltà”.

Genus di Airt’o  sarà distribuito in cd fisico e in formato digitale e lo troverete sui migliori digital stores.

Recensione a cura di Gilberto Ongaro

Info: https://www.facebook.com/airtopoz

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