Astor Piazzolla con Aldo Pagani è il nuovo vinile prodotto dalla A. Pagani Edizioni di Alain Pagani. Blog della Musica l’ha intervistato e si è fatto raccontare il disco e qualche curiosità…
Alain Pagani, produttore e responsabile della A. Pagani, benvenuto sul Blog Della Musica. Come prima cosa, vuoi presentare la tua figura professionale e parlare della A. Pagani ai nostri lettori?
La nostra azienda nasce per volontà di mio padre nei primi anni novanta, periodo durante il quale anche io sono entrato ufficialmente a far parte dell’organico, in parte motivo del nuovo nome e della stessa fondazione della nuova azienda.
Ma in realtà le radici erano già molto profonde, mio padre ha cominciato ad occuparsi di produzione artistica ed edizioni musicali già negli anni 50/60 quando ha iniziato a girare il mondo a fianco di Renato Carosone come vibrafonista del suo gruppo.
Ormai da qualche annetto mio padre ha lasciato definitivamente le redini a me, così io ed il mio staff stiamo facendo del nostro meglio per mettere in ordine e reperire informazioni su tutto il (tantissimo) materiale accumulato in tutti questi anni così da poter pubblicare quello che ha prodotto, non solo con Astor, nel modo migliore e più accurato che tecniche e tecnologie attuali ci permettano, tra tutto quello che ha accumulato ci sono cose davvero importanti che ancora devono essere pienamente apprezzate ed ora sta a noi fare in modo che succeda.
Lo scorso 3 maggio avete pubblicato un doppio vinile dal titolo Astor Piazzolla con Aldo Pagani. Un’opera di sicuro interesse per tutti i fan di Piazzolla, ma che si differenzia da altre opere in quanto incentrata sul periodo di collaborazione con tuo padre Aldo, che fu la figura chiave nella scalata al successo di Piazzolla. Raccontaci come è nato questo disco.
Nell’ottica di ripercorre la vita professionale di mio padre, partendo da ben prima dell’incontro con Astor, abbiamo deciso di pubblicare un album partendo delle registrazioni che hanno realizzato insieme in Italia in quel periodo, noteranno gli ascoltatori che c’è un filo conduttore nel sound e nell’approccio con gli arrangiamenti, quasi Progressive, sebbene nè Aldo nè Astor fossero grandi estimatori di quel genere è chiaro che quel particolare luogo, quel periodo storico e l’approccio combinato tra compositore, produttore, esecutori e tecnici ha dato vita ad un suono unico e riconoscibile dal primo secondo di ascolto, concetto che poi Piazzolla a riproposto anche su brani ben precedenti a quel periodo, vedi ad esempio la versione che abbiamo scelto di Adios Nonino. Volevamo sottolineare questo fatto mettendo insieme un esempio pratico del valore di questa collaborazione, estrapolare dal loro contesto le opere giuste per esporre chiaramente questo concetto. Credo che ci siamo riusciti piuttosto bene.
Non tutti sanno che dietro a Piazzolla c’era un italiano, proprio tuo padre, che ha creduto sin da subito nel talento di Astor, anche quando nessuno ci credeva. Vuoi raccontarci del rapporto tra i due?
Loro si sono incontrati relativamente tardi nella carriera di Piazzolla, aveva già scritto una buona parte del suo repertorio ma restava effettivamente uno sconosciuto ai più ed i pochi argentini che lo conoscevano lo disprezzavano accusandolo di insultare la sacralità del loro adorato tango. Mio padre spesso racconta che molti anni fa in taxi a Buenos Aires lui ed Astor sono stati fatti scendere in mezzo alla strada quando l’autista lo ha riconosciuto.
Ciò nonostante mio padre ha deciso di buttarci anima e corpo e dopo tanti anni di duro lavoro ed enormi frustrazioni posso dire di aver visto personalmente trasformare uno sconosciuto in una leggenda di livello Internazionale. Per me è un grande onore ed un privilegio potermi occupare oggi del lustro di questo patrimonio, abbiamo fatto davvero tanto per arrivare a questo punto, sia lui che poi io e l’entusiasmo continua a crescere.
Il doppio vinile contiene alcuni dei più grandi successi di Piazzolla. La tracce originali sono state accuratamente restaurate dallo staff della A. Pagani. Che tipo di lavoro avete fatto per donare nuovo splendore a questi capolavori?
Un lavoro davvero accurato. Prima di tutto, come dicevo, la ricerca: abbiamo confrontato lo stato di tutte le registrazioni in nostro possesso di ogni titolo che sarebbe dovuto andare sull’album, tra decine di copie esistenti per essere sicuri di individuare quella che aveva resistito meglio agli anni, tra vinili, cd, DAT, nastri da 1/4”, precedenti acquisizioni digitale e Dio solo sa cos’altro…
Poi, una volta sistemata la track list, siamo andati in studio per il mastering e lì abbiamo iniziato ripulendo dal rumore di troppo, con una estrema cura nel non snaturate le opere in nessun modo abbiamo avvicinato l’equalizzazione tra i brani (provenienti da contesti molto diversi tra loro) e quindi ci siamo concentrati sui difetti dei master che purtroppo non sono certo passati illesi attraverso le decadi.
Infine abbiamo lavorato sul panorama stereo e le piccole magie che oggi si possono fare e che ai loro tempi erano solo un sogno. Il risultato è un album omogeneo e davvero molto piacevole in cui siamo riusciti a riportare al più assoluto splendore questi preziosi cimeli.
Questa raccolta è parte di un processo di riqualificazione del repertorio piazzollano in possesso della A. Pagani. Quali saranno i prossimi passi di questo lavoro?
Beh, il lavoro è appena iniziato, naturalmente l’intenzione è quella di continuare lo stesso processo con tutto quello che abbiamo in catalogo, ma non solo, in futuro voglio anche mettere mano ai multi traccia e fare dei missaggi ex novo dei dischi realizzati in studio da mio padre qui a Milano, ma ci vorrà tempo perché il lavoro è lungo ed il materiale è davvero tanto. Inoltre stiamo lavorando con una formazione live capitanata da Peter Soave, unico bandoneonista che mio padre ha incaricato di eseguire Piazzolla dopo la sua morte e grande amico della nostra famiglia.
Un Quintetto che ricalca le orme dell’originale col quale, oltre a proporre un concerto che rispecchia le caratteristiche espresse dal concetto dell’album di cui abbiamo parlato, avrà il compito di eseguire con lo stesso intento alcune opere tra le moltissime di cui abbiamo la musica ma nessuna testimonianza registrata direttamente dal maestro Piazzolla.
Insomma, a chi ama davvero questo artista consiglio caldamente di tenerci d’occhio perché abbiamo solo cominciato, e nessuno fino ad oggi si è mai preso la briga o ha mai avuto né motivo né la possibilità di incanalare tutte queste risorse in un unico flusso, ci vorrà del tempo ma daremo al pubblico davvero molto.
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