Andrea Di Giustino: come dare un Senso all’Uguale

Giocando con le parole è facile ritrovarsi a giocare come fossimo filosofi scelti. Eppure, giocando giocando, non andiamo affatto lontano. Il nuovo disco del cantautore abruzzese Andrea Di Giustino si intitola “Il senso dell’uguale”, lanciato in radio dal singolo Punto a capo di cui la rete ci regala anche un bellissimo videoclip. Bella musica leggera italiana, la penna di un cantautore nel design di uno scenario pop in cui la nostra tradizione è assolutamente vincente. L’intervista per gli amici de Il Blog Della Musica.

Andrea Di Giustino. Che cantautore è?
Andrea Di Giustino è un cantautore che sogna, che crede in ciò che scrive e che soprattutto si mette in gioco giorno per giorno cercando di portare avanti la tradizione cantautoriale con la musica e il mondo che cambia e colui che sa attendere ma nell’attesa costruisce nuovi traguardi e nuove aspettative, perchè “la vita è assai noiosa se non ti aspetti mai qualcosa!”

Italia oggi e canzone d’autore. Parafrasando la tua “Punto a capo”… dovremmo applicarlo alla lettera?
Bisognerebbe fare “Punto a capo” in Italia per tante cose…ma parlando di canzone d’autore direi che più che mettere un punto e iniziare un nuovo percorso forse sarebbe il caso di guardare un po’ indietro e contribuire ad arricchire quel meraviglioso patrimonio di canzoni che hanno onorato la cultura del nostro paese, in poche parole di tornare a scrivere come ci avrebbero dovuto insegnare i grandi della tradizione cantautoriale Italiana. Abbiamo in realtà ottimi cantautori ma vengono collocati come “Nicchia” dalle major, ma non è affatto vero, il pubblico ascolta sempre con interesse la musica d’autore, sicuramente è più facile far digerire le canzonette, ma sono convinto se si tornasse a investire sulla diffusione della musica d’autore sicuramente si avrebbe un gran riscontro, del resto i numeri del fantastico trio Gazzè Fabi Silvestri lo dimostrano.

Questo nuovo disco canta le diversità o l’uguaglianza? Che senso c’è da inseguire?
Questo disco è frutto di una serie di riflessioni “notturne”. Il senso dell’uguale significa liberarsi da quegli stereotipi che un po’ per tradizione, un po’ per paura del cambiamento ci siamo tenuti stretti, ignorando ingenuamente che intorno il mondo cambia in fretta. Del resto l’interpretazione della vita sarà sempre soggetta a punti di vista e in quanto tale più che cercare di imporre il proprio sarebbe il caso voltarsi per cercare di identificare quali sono gli altri. Ciò non significa non avere una propria tradizione e un proprio pensiero, ma non doverla imporre a tutti i costi come se fosse la migliore delle ipotesi possibili in tutto l’universo. Il senso da insegnare è che solo nel riconoscere e accettare la diversità si può genera l’uguaglianza.

Bellissimo il video del singolo “Punto a Capo”. Mi incuriosisce soprattutto la firma della regia:  Taiyo Yamanouchi. Che incontro è stato?
Taiyo in arte HYST è una persona eclettica, vulcanica di idee e che sa fare il suo lavoro, certo ora capire quale sia il suo lavoro è complesso in quanto eccelle come rapper e spero di collaborare con lui sotto questa veste, è un ottimo attore e regista. L’ho conosciuto tramite un mio amico, nonché uno dei chitarristi della mia band Vincenzo Grieco, il quale mi descriveva Taiyo come la persona giusta per il mio lavoro e così è stato. Esclusa Emanuela Maiorani che è un’attrice professionista e non ha avuto bisogno di particolari indicazioni, per gli altri e per il sottoscritto, Taiyo è stato davvero un punto di riferimento sul set tirando fuori il meglio da ogni personaggio.

Dalle tue origini Abruzzesi alla Roma Capitale. La musica respira, prende vita o si confina in limiti del tutto paragonabili?
Secondo me la Musica è composta da due parti, una statica e una dinamica. La parte statica è quella che si è radicata in noi che nel tempo, fatta da ascolti che magari hanno alimentato sogni notturni. Ecco quella parte sognante non cambia in nessun posto del mondo.
Poi c’è una parte che è condizionata da tutte le esperienze di vita e contaminazione stilistiche, quella è la parte variabile che si arricchisce col viaggio, da quel punto di vista la capitale ha influito notevolmente. Dall’unione come sempre della tradizione e le nuove esperienze è nato questo disco che incarna in “punto a capo” questo cambiamento.

La canzone d’autore e poi i talent di massa. La musica scritta e pensata contro quella confezionata per la grande distribuzione. Chi vincerà?
Anche qui il problema è di natura culturale. Ben vengano le canzonette un po’ di leggerezza ogni tanto ci può stare, il problema è se c’è solo quello!
Facendo il vocal coach sto a contatto con molti ragazzi, tanti scrivono, alcuni in Italiano altri in Inglese, parlano delle loro esperienze del disagio di vivere in un mondo frivolo, forse è solo il sottobosco della nuova società ma sono fiducioso che da quel sottobosco possa svilupparsi un incendio e spero che nel mio piccolo possa contribuire ad alimentarlo scrivendo canzoni pensate, facendogli conoscere De Andrè, Dalla e accostandoli alle canzoni di oggi, proprio per portare nella vita reale quel pensiero di tradizione e innovazione di cui parlavo prima. Non so chi vincerà so solo che ci sarà battaglia!

Grazie Andrea Di Giustino a presto.