Andrea Zepponi, primo contraltista diplomato in Italia (1990), laureatosi in lettere classiche, poi in clavicembalo e tastiere storiche, si dedica alla riscoperta e allo studio di musicisti e cantanti del passato. Zepponi ha pubblicato il volume biografico sulla grande cantante lirica Virginia Colombati (1863-1956). L’abbiamo intervistato
Innanzitutto diamo il benvenuto ad Andrea Zepponi su Blog della Musica. Grazie di essere qui con noi. Puoi introdurti brevemente per i nostri lettori?
Grazie a voi per l’attenzione. Io mi sono occupato da sempre di musica lirica e di canto, in particolare di quello barocco. Nasco praticamente come cantante perché sono stato il primo contraltista diplomato in Italia nel 1990 a Pesaro. Poi mi sono laureato nello stesso anno in lettere classiche a Bologna; ho proseguito con un diploma accademico in clavicembalo e tastiere storiche, e intanto ho affiancato l’insegnamento di lettere alla collaborazione con il magazine “MusiCulturaOnline” in qualità di critico e recensore di opera lirica. Mi sono dedicato per la prima volta alla riscoperta e allo studio di musicisti e cantanti del passato curando la ripresa dell’oratorio di Vincenzo De Grandis La ritirata di Mosè dalla corte d’Egitto e suoi sponsali con Sefora e la sua prima esecuzione in tempi moderni a Ostra (AN) nel 2011. Come direttore artistico ho diretto la programmazione musicale della Chiesa della Croce di Senigallia nel triennio 2009-2011. Ho esordito nel panorama musicologico con il saggio La musica ritrovata – Le opere liriche di Augusto Massari (2018), cui è seguita la prima edizione a stampa dell’oratorio di Pierfrancesco Tosi, Il martirio di Santa Caterina (2019), e quella delle Composizioni Vocali da Camera di G. P. Colombati, Armelin Editore, Padova, 2021.
E’ da poco uscito il tuo volume su Virginia Colombati: quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a scrivere di questa cantante del passato?
Il nome di Virginia Colombati (Pergola 1863- Pergola 1956) era già piuttosto noto a livello locale, ma nessuno aveva mai affrontato una vera e propria ricerca di tipo storico-musicologico sulla sua vita, sulla sua figura di cantante e di artista. Solo in seguito alla scoperta della ingente documentazione e delle testimonianze giornalistiche su quotidiani, riviste dell’epoca, anche libri, è finalmente emersa l’immagine di una diva internazionale che ha traghettato i principi del belcanto italiano in America e ha “insistito sui suoi valori” anche quando questo fu soppiantato dal verismo. Ho ritenuto che sarebbe stato molto bello rendere giustizia a una figura misconosciuta di cui si sapeva a malapena il nome e il luogo di nascita e di morte quando invece nella sua biografia ci sono nomi eclatanti come il tenore Giovanni Battista Rubini, il musicista direttore Luigi Arditi, il tenore Caruso, altre dive della lirica e la sua storia è così ricca di successi nelle sue tournée per mezzo mondo. Essenziale è anche la sua funzione didattica che svolse negli Stati Uniti, prima in Texas, a San Antonio per circa otto anni e, dal 1918, a Manhattan, a New York per almeno sedici anni in scuole private e pubbliche.

Come hai organizzato i materiali biografici e didattici di questo corposo volume? Quale è stato l’iter e la scelta che hai dovuto intraprendere per una coerente scelta dei materiali?
Lo spunto che diede il primo avvio alle mie ricerche sulla Colombati fu in realtà un’altra figura di musicista locale pergolese che visse all’incirca nella sua epoca e fu allievo del padre di Virginia, Adelelmo Bartolucci. Le mie ricerche iniziali si appuntarono su questo compositore e solo in seconda battuta ho scoperto la notevole storia dei Colombati, famiglia di musicisti, in cui il padre Giulio Pompeo e la figlia Virginia, maestra di Josephine Lucchese, grande soprano italo-americano, insegnante di canto all’università di Austin in Texas, che trasmise il suo sapere a Bruce Brewer, primo tenore del Rossini Opera Festival di Pesaro nel 1980 e nel 1981. Questo ponte tra passato e presente mi ha convinto a dirigere le ricerche su Virginia Colombati obbedendo sostanzialmente a due criteri: quello di esporre le tappe artistiche in senso diacronico della sua carriera rimasta nell’ombra e quello di far emergere in senso sincronico la storia della vocalità belcantistica come si trasmise attraverso un periodo di grandi cambiamenti del gusto musicale e operistico nel passaggio della tecnica belcantistica dalle voci femminili a quelle maschili nel tardo 900.
Quali risposte, dubbi o curiosità potrebbero evincere i cantanti lirici, docenti e musicofili legati al bel canto, leggendo questo volume di Andrea Zepponi?
Per quanto riguarda la storia della musica il libro parla di come cambiò il repertorio lirico alla fine del XIX secolo: vi si possono attingere notizie sulle modalità di composizione delle compagnie teatrali d’opera che agivano in quegli anni fino ai primi decenni del ‘900, notizie sulla storia di teatri, anche importanti all’epoca, che oggi non esistono più e quale repertorio era più in voga in quegli anni con minute descrizioni di ruoli vocali oggi sconosciuti ai più. Il mondo dell’opera lirica proposto dallo spaccato storico-sociale è certo molto diverso da quello odierno, ma i viaggi in America di Virginia Colombati documentano l’apertura degli orizzonti americani e la preferenza da parte del pubblico straniero del belcanto italiano che anche oggi risulta vincente nella classifica assiologica di un cantante. Docenti e musicofili potranno trovare nel libro quanto fosse idolatrato il canto italiano in America al punto che un cantante, soprattutto i soprani di coloratura, non veniva accreditato, a meno che non fosse italiano, se non proveniente da un periodo di studi in Italia o, almeno, da un maestro di canto italiano. Virginia Colombati ebbe grande accoglienza nei paesi anglosassoni proprio come cantante italiana detentrice dei segreti del belcanto. Gli studiosi potranno riscontrare un ulteriore apporto all’ermeneutica sulla parola belcanto in un’età, quella della Colombati, in cui veniva confusa con il vago concetto di “bella voce” o di “espressione sentimentale” più votata ai valori teatrali che a quelli musicali.
Secondo Andrea Zepponi perché Virginia Colombati è rimasta nell’ombra ed è stata, ahimè, dimenticata dai testi di storia della musica?
La Colombati non è l’unica cantante a essere rimasta in ombra, anzi, ci sono decine e decine di brave cantanti del passato che non sono mai assurte agli onori della storia; lei ebbe semmai il torto di non essere una diva nel senso odierno del termine. In primo luogo il mestiere del cantante lirico al seguito delle compagnie d’opera non di rado era poco remunerato e Virginia Colombati, per quanto ammirata e onorata dai pubblici di mezza Europa, non riuscì a ottenere vistosi guadagni come altri colleghi, tanto che si spense in miseria assoluta, e non fece quasi nulla per dare di sé una efficace immagine divistica, anche se incise qualche disco e comparve in qualche trasmissione radiofonica. Fu soprattutto una instancabile lavoratrice della musica. Immagino che studiasse moltissimo per avere un repertorio così ampio, soprattutto francese, e per debuttare in ruoli diversi a distanza di pochi giorni o di poche settimane. La cronologia e il repertorio operistico e cameristico contenuti nel volume ne danno una idea ben precisa.
Quale dovrebbe essere secondo te il modo più corretto e funzionale, ai fini di una lettura consapevole, per accostarsi a un’opera così imponente?
La parte del libro dedicata alla sola biografia della cantante è di circa 360 pagine, prefazione e introduzione comprese. Il resto del volume, fino a pagina 526, è occupato dalla ricca postfazione musicologica di Simone di Crescenzo, dalla cronologia, dal repertorio, dalla discografia, dalla rassegna stampa (che è davvero imponente: più di cento pagine) e dal corposo indice dei nomi. Consiglio di iniziare la lettura con la prefazione del Prof. Piero Mioli il quale fornisce, con la consueta arguzia, una degna inquadratura all’opera nel panorama storico e proseguire con la lettura della biografia consultando di tanto in tanto gli apparati qualora vi fosse la curiosità o la necessità di verificare i documenti, ma molte citazioni, quelle più importanti, sono già presenti nel corpo del testo e in nota.
Quale tipo di pubblico pensi possa essere più interessato? A chi consiglieresti la lettura di questo libro e perché?
Sarei tentato di consigliare la lettura di Virginia Colombati maestra di belcanto a tutti perché si tratta sostanzialmente di un saggio biografico, ma è ovvio che il suo sfondo musicologico lo rende molto più accetto e di immediato accesso agli amanti dell’opera, a musicisti, agli studenti e maestri di canto e naturalmente ai musicologi. Il saggio può inoltre interessare per la funzione sociologica del teatro lirico del tempo e del ruolo sociale del cantante con la sua vita frenetica e vagabonda. Tale interesse dovrebbe essere mosso dalla ricostruzione storica della vocalità lirica nel corso del ’900 attraverso il profilo artistico della Colombati e quello degli eredi della sua scuola come precursori della riscoperta del belcanto alla fine del secolo scorso che ha avuto la sua massima espressione nel Rossini Opera Festival di Pesaro dove il belcanto è ufficialmente rinato anche grazie a un allievo della sua allieva, Bruce Brewer, su cui il libro offre una cospicua testimonianza dell’amico e allievo Eric Plantive. Scopo non secondario del lavoro è quello di collegare la sua figura al mito del belcanto nel mondo americano e la sua continuità che ebbe un ruolo essenziale nel recupero della tradizione belcantistica in Italia alla fine del secolo scorso ad opera di eredi della sua scuola di canto, Josephine Lucchese e Bruce Brewer. Il saggio non intende comunque presentare la biografia definitiva della cantante senza aprire il campo a ulteriori problemi sulla ricostruzione della storia della vocalità lirica.
Per concludere: quali sono i motivi che dovrebbero spingere un lettore ad acquistare il libro?
La serietà del mio lavoro nella ricerca delle fonti, l’accuratezza della documentazione e infine l’avvincente modernità della storia di una donna che è sempre vissuta della sua arte senza mai dipendere da nessuno. Una grande donna.
Info e Social
- https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2971133/virginia-colombati-maestra-di-belcanto
- https://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/virginia-colombati-la-pergolese-che-conquisto-i-teatri-del-mondo-1.7181556
- https://www.lankenauta.it/?p=22429
- https://www.musiculturaonline.it/virginia-colombati-raccontata-a-venezia/