Angela Colombino è, prima di tutto, un’artista. Fatta questa doverosa premessa, proviamo a redigere una (seppur parziale) panoramica sulla sua musica, produzione, esperienza e sensibilità
Diciamolo subito e sgomberiamo il campo da qualunque dubbio: Angela Colombino è una cantautrice di alto profilo e dalla penna invidiabile. Classe 1987, da almeno tre lustri nome tutelare della scena musicale sarda, acuta osservatrice della realtà artistica che la circonda: durante il lockdown, è stata l’ideatrice del progetto #musicachenonsiferma, mentre la musica dal vivo era (e purtroppo è ancora) irrimediabilmente compromessa, Angela ha invitato cantanti e cantautori sardi a suonare le canzoni di altri artisti isolani usando la rete come cassa di risonanza in un’iniziativa che ha coinvolto l’intero panorama dell’isola.
Nel 2018, Angela Colombino pubblica il suo primo EP …e io rimango a letto, sotto la produzione artistica di Fabio Demontis (produttore e musicista per The Heart and the Void, Lazybones Flame Kids, Slim Fit), anticipato dal singolo Clinomania (regia di Manuela Scanu): cinque tracce sotto l’ombrello policromatico del cantautorato italiano. Si spazia dalle strutture armoniche del punk all’indie-pop di matrice anglosassone degli anni Novanta. Angela dice quel che sente (anzi: lo canta) molto bene: l’intensità, l’ironia e la leggerezza sono armonizzate in una formula che convince – e incassa plauso di pubblico e critica.
Ma la cifra stilistica di Angela Colombino non si esaurisce nella sua produzione: è passata, e passa, con disinvoltura dal folk dei Tomato Cakes al synthpop degli Enola Bit – formazioni che vedono al loro interno protagonisti di punta del fitto sottobosco musicale isolano. Le costanti di questi percorsi artistici sono una straordinaria voce che riesce a passare dalla morbidezza all’aggressività graffiante, e la disinvoltura di un’artista che ha alle spalle tanti palchi, dentro e fuori dalla Sardegna, e tanta esperienza: Angela si è fatta le ossa con una lunga gavetta come interprete e turnista. Nel 2016 si trasferisce a Firenze dove insegna canto al centro didattico Lizard e parallelamente in una Casa del Popolo.
La ricorderà come «un’esperienza fortissima, mi ha fatto comprendere che la musica può davvero salvarti la vita». Vanta già la partecipazione a due edizioni del festival Abbabula (2018 e 2020), ed è attualmente finalista al PAE – Premio Autori Esordienti nella categoria cantautori con “Agosto”, che è semplicemente una delle più belle canzoni mai venute fuori dalla scena musicale indipendente isolana negli ultimi anni.
L’esibizione di Angela, svoltasi nella casa dei cantautori genovesi in Via del Campo 29, è stata salutata dalla giuria come una fusione fra Mia Martini e Lucio Battisti.
Se quanto detto non vi avesse incuriosito a sufficienza, aggiungiamo che è di prossima uscita il suo secondo EP, Mostro: produzione artistica di Marco Manca (già chitarrista dei Primochef del Cosmo) anticipato dal singolo Canzone d’amore e sociopatia (regia di Lucrezia Urtis). Le prime indiscrezioni parlano di una forma canzone sempre più labile, arrangiamenti scarni, accurata ricerca della vocalità. Senza tralasciare l’ironia caustica che pervade l’opera della cantautrice. Un’opera colma di sentimenti, sensazioni, dove nuotare e perdersi: Sarebbe un bel colpo/ Trasformarci in due pesci/ Con le branchie in comune/ Che non si può più respirare.
di Federico Murzi
Social e Contatti
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Credits Fotografici
- Foto di Antonella Panu
Fonti
- La Nuova Sardegna, 17 febbraio 2019.
- Giacomo Serreli, Boghes e sonos. Musica in Sardegna 1960-2020, Edizioni Maria Carta, Sassari, 2020.