Antonella Ruggiero: la sua voce risuona nelle Cattedrali

Antonella Ruggiero si racconta in questa intervista al Blog della Musica e ci parla del suo nuovo lavoro discografico di Musica Sacra Cattedrali

Antonella Ruggiero, Cattedrali

Antonella Ruggiero, nella Cattedrale di Cremona, una delle Cattedrali del nuovo disco…

Salve Antonella, è uscito da poco il suo nuovo lavoro discografico Cattedrali in cui si cimenta in un repertorio sacro, cosa non nuova per lei, ce ne vuol parlare?
Questo nuovo lavoro è incentrato sulla voce e sull’organo liturgico, uno strumento meraviglioso che io ricordo sin da quando ero bambina quando mio nonno me lo fece ascoltare per la prima volta nella chiesa di Santa Maria di Castello a Genova. Da allora ho un ricordo di uno strumento assolutamente emozionante, speciale, unico. Adesso è arrivato il momento di affrontare un ulteriore repertorio di musica sacra accompagnata da questo meraviglioso strumento che suona l’organista della cattedrale di Cremona, dove è stato realizzato questo lavoro, il Maestro Fausto Caporali.

Come mai la scelta in questo disco di cantare brani che parlano della figura di Maria?
Sì, questa è stata un po’ la volontà del Maestro Caporali a cui io ho voluto aggiungere dei brani del repertorio classico che non avevo ancora affrontato oltre ad alcuni che invece fanno già parte del mio repertorio sin dal 2001, anno del mio primo lavoro di musica sacra. La figura di Maria in questo lavoro io la vedo più come Donna che affronta le difficoltà: una bambina, una persona anziana che si mette in cammino (come vediamo con i profughi)… le donne maltrattate, le donne che non riescono ad esprimere la loro creatività… le donne, anche se siamo nel 2016, sono ancora molto in difficoltà. Questo lavoro l’ho quindi dedicato alla figura femminile, una figura femminile che vive su questa terra anche se è legata alla spiritualità.

Già nel 2001 con Sacrarmonia aveva interpretato (magnificamente) con l’Arké Quartet alcuni brani di musica sacra, cosa la porta a cantare questo tipo di repertorio?
L’ho sempre ascoltata, ho sempre ascoltato tanta musica, e ho sempre avuto le mie preferenze, sia che si trattasse di musica antica, di musica popolare o altri generi però diciamo che la Musica Sacra, non tutta ovviamente perché ognuno di noi è portato ad un certo tipo di ascolto piuttosto che ad altri, contiene delle suggestioni e una profondità che altri generi non hanno e per questo mi ha sempre interessato. Anche se ho cantato tutt’altro in tanti anni di lavoro nella musica, ho sempre ascoltato sia musica sacra che musica antica perché mi porta in dimensioni mentali molto interessanti e diverse dai suoni più legati al quotidiano.

La sua vocalità sappiamo tutti che si presta a qualsiasi genere musicale: lei passa con scioltezza dal jazz al pop, alla musica sacra, classica o contemporanea… ma quale di questi generi è quello in cui si riconosce di più?
Nel momento in cui affronto un repertorio o decido di cantare una cosa particolare è perché mi va bene e tutto quello che canto, lo canto con convinzione.

C’è stato un repertorio musicale che l’ha messa a dura prova?
Sì, è stato nel 2002 con la Medea di Adriano Guarnieri, un’opera di musica contemporanea veramente difficile, ma molto affascinante. La musica contemporanea di quel genere è chiaro che apparentemente sembra gelida e fredda come una lastra di marmo ma non è così. La Medea di Guarnieri è un lavoro mastodontico realizzato con cantanti lirici e con il Coro e l’Orchestra della Fenice di Venezia a cui hanno lavorato tantissimi artisti… è stato molto difficile per tutti e lo ricordo come una prova molto impegnativa.

In tutte le sue produzioni discografiche si sente chiaramente il lungo lavoro di ricerca musicale che c’è sotto, ma cosa significa per lei “ricercare e sperimentare”?
Non potrei mai cantare lo stesso repertorio o rifarmi a quanto fatto in precedenza, ricercare e sperimentare per me è naturale. L’arte è un continuo cammino, penso che sia così per molti o almeno per chi l’arte ce l’ha dentro come caratteristica della propria esistenza. Se facessi un altro lavoro legato all’arte, farei la stessa cosa: non mi soffermerei a quanto raggiunto e quindi con piacere incontro musicisti che provengono da ambiti diversi… arrangiamenti diversi… un lavoro del quale non potrei fare a meno altrimenti sarebbe monotonia e ripetitività.

Recentemente ha anche dato vita insieme a Coniglio Viola ad un particolare lavoro teatrale incentrato sul tema della morte. Come è nata questa idea?
Guarda… è molto più semplice e leggero di quanto può sembrare. Nel corso degli anni sono state scritte da cantautori o autori molto interessanti alcune canzoni che trattano questo tema ma che non viene mai nominato perché considerato un tabù. Però, come dicevo, sono state scritte delle meravigliose canzoni che abbiamo voluto raggruppare in questo concerto che è anche molto interessante dal punto di vista visivo anche perché Coniglio Viola sono due bravissimi artisti di questo genere. Bisogna proprio vederlo questo spettacolo per capire quanto sia suggestivo.

Antonella, vorrebbe darci la sua opinione su Sanremo e i tanto amati/odiati Talent?
Mah, è una scelta individuale, sta a noi decidere se guardarli o meno questi talent che la televisione trasmette. Il Festival di Sanremo, invece, è in Italia ancora una opportunità per chi ha un lavoro musicale nuovo da proporre, ed è esattamente come quando un mobiliere porta un suo lavoro alla Fiera del Mobile, ogni settore ha la sua fiera, quella dei cantanti è Sanremo. Io non l’ho mai mitizzato, ci sono andata molte volte proprio perché per me è un luogo dove si mostra in una settimana il proprio lavoro ad un pubblico interessato.

Cosa ne pensa della musica italiana, oggi?
Ci sono persone giovani che creano musica con meno difficoltà perché ormai la discografia non segue più ciò che una persona ha dentro e cioè l’artista e che quindi deve fare più di un lavoro per poter crescere e maturare, adesso è tutto molto sbrigativo e commerciale. Da una parte c’è il lato commerciale e da una parte il lato artistico. Ovviamente il lato artistico è quello più interessante…

Prima di lasciarci, vuole anticiparci i suoi progetti per il 2016?
Sono appena uscita con Cattedrali e adesso ci sarà, oltre a tournée di vario genere, anche questo tour in luoghi dove esistono organi meravigliosi da far sentire al pubblico, cosa che non succede quasi più… e poi tante idee ancora da realizzare… ma con calma.

Grazie Antonella per aver dedicato un po’ del suo tempo ai lettori del Blog della Musica. A presto!
Grazie a voi, un saluto a tutti.

2 Comments

  1. Lodevole l’impegno di affrontare un repertorio di una certa levatura da parte di una cantante dedita, solitamente, ad altro.
    Quasi condivisibile l’opinione sulla rassegna di San Remo: ha proprio valenza di fiera, mercato, ma il cantare è ben altra cosa dal vociare di fronte ad un microfono ed ascoltare qualcosa di rielaborato elettronicamente; sarebbe interessante ascoltare quelle persone in un Teatro vero, dove possano contare solamente sulle loro capacità. Ciò che lascia veramente interdetti è il considerare la musica solamente in funzione della sua registrazione e radiodiffusione, sovente di elementi già registrati, mentre andrebbe più considerata l’esecuzione dal vivo, privilegiando le situzioni senza orpelli elettronici, a meno che gli elettrofoni non siano previsti espressamente in partitura. Perché a San Remo, il regolamento è scritto così male? Abbiamo un Direttore Artistico / presentatore che non proviene dal mondo della Musica, che ha competenza esclusiva su chi ammettere e su chi escludere, con l’aggravante dell’avallo obbligatorio da parte dell’Edizione Discografica: perché, come si fa nei concorsi seri, invece, non giungono le partiture in forma anonima, in busta contrassegnata da un motto, la quale contiente un’altra busta sigillata, contrassegnata dallo stesso motto, contenente le generalità dell’Autore? Perché un brano è considerato indissolubilmente legato all’esecutore, mentre l’Autore ha secondaria importanza, tanto che, per l’ascoltatore quadratico medio, l’Aria e Coro “Nessun dorma” di Puccini diventa “Vincerò” di Pavarotti?

  2. Wow, la Divina qui sul blog, grande 🙂 C’è sempre grande misura accompagnata da garbo ed intelligenza nelle cose che dice… bella intervista 🙂

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