INTERVISTA | Antonino Cicero e Luciano Troja: una storia di musica italiana

Antonino Cicero, fagottista, e Luciano Troja, pianista, due importanti musicisti italiani, ci parlano del loro particolare disco dal titolo An Italian Tale. Eccovi l’intervista…

Al Blog della Musica abbiamo l’onore di ospitare due importanti musicisti italiani: Antonino Cicero e Luciano Troja, fagottista e pianista. Come è nato questo abbinamento musicale?
Antonino: É nato dalla passione per la musica e dal piacere di suonare insieme cercando qualcosa che facesse parte della storia musicale di entrambi.
Luciano: Sottoscrivo quello che ha detto Antonino. Aggiungerei anche il fatto che la possibilità di scrivere delle canzoni “cantate” dal fagotto era una fantastica opportunità.

Ascoltando il vostro disco, un lavoro che omaggia Giovanni D’Anzi, sono rimasta entusiasta. Perché avete scelto proprio questo musicista come fonte di ispirazione per An Italian Tale?
Antonino: Perché D’Anzi fu un grande autore della forma canzone italiana negli anni 30 e 40 e abbiamo presto scoperto che quella forma che univa la liricità italiana con il jazz e la canzone americana era congeniale a entrambi.
Luciano: D’Anzi è lo spunto, infatti alcuni brani prendono in prestito alcuni richiami: una frase melodica, una figurazione ritmica, non solo come una citazione ma anche come una ispirazione. In realtà volevamo ricostruire il mood di un’epoca, vista oggi attraverso i nostri occhi.

In questo disco si nota molto la cantabilità dei brani, non avrei mai pensato di ascoltare il fagotto “cantare” in questo modo. Questo è alla basa del disco? E’ stato ricercato?
Antonino: La cantabilità è nella tradizione del fagotto classico, infatti al fagotto come strumento classico spesso nelle opere vengono affidati parti cantabili, ad esempio nell’introduzione di “Una furtiva lacrima”, proprio per la sua caratteristica timbrica che somiglia alla voce umana. Da questa possibilità ho sviluppato la voglia di “cantare” col fagotto altre armonie. L’ispirazione mi è stata data da Alberto Rabagliati, cantante popolarissimo negli anni 40, scoperto proprio da D’Anzi, e dal suo modo di fraseggiare lo swing in modo “italiano”, lirico.

Tra i dieci brani presenti in An Italian Tale, quello che mi ha divertito di più è stato You are the Melody. Ce ne parlate?
Antonino: Anch’io amo suonare questa melodia sognante, evocativa come la scena di un film di Fellini.
Luciano: You Are The Melody è ispirato a Cole Porter, tanto noto in quegli anni, e autore tanto importante per chi si occupa di jazz e di quello che viene chiamato Great American Songbook. Il brano trae ispirazione dalla celebre You Are The Top dello stesso Porter.

Ma se potessi ascoltare un unico brano del vostro nuovo disco, quale dovrei ascoltare? Perché?
Antonino:
Io ti direi You Two per tanti motivi. Anzitutto perché è la sintesi di tutto il lavoro compositivo di Luciano in questo album, una dedica fatta alla coppia, all’armonia insita e raggiunta in ogni di possibile coppia in quanto tale e quindi anche nel nostro duo musicale di fagotto e pianoforte. É l’unico brano autonomo non ispirato direttamente a D’Anzi ma nato dal nostro suonare insieme, a Sanremo.
Luciano: Anch’io direi You Two per la costruzione della melodia. Però An Italian Tale e Bici sono anche brani che mi rappresentano molto, per la apparente semplicità, per il fatto di essere (credo) di immediata fruizione. Ecco, mi piace molto l’idea di rappresentare “luoghi comuni”, che a un certo punto virano verso nuove possibilità armoniche e melodiche.

Luciano e Antonino… che musica ascoltano quando non suonano insieme?
Antonino: Io ascolto un po’ di tutto. Ovviamente gli interpreti del mio strumento: Gonella, Giaccaglia Turcovic, Azzolini. Amo Brahms. Ascolto molto tango argentino, l’orchestra di Troilo o il cantante Alberto Podestà. Ultimamente ascolto molto la musica jazz anni 30, Bille Holiday o l’orchestra di Duke Ellington.
Luciano: Io ascolto principalmente i musicisti che sento più vicini (Bill Evans, Fred Hersch, John Taylor, gli Steely Dan, le grandi orchestre sinfoniche, il Great American Songbook, le colonne sonore, e tanto Bach) al contempo cerco di tenermi molto informato su quello che succede intorno. Ma non forzo mai i miei ascolti. L’ascolto per me deve sempre avvenire naturalmente. Mai qualcosa “da fare”.

Prima di lasciarci, raccontateci quali progetti avete in serbo per i prossimi mesi.
Antonino: I progetti prossimi sono legati alla diffusione di An Italian Tale e quindi, essendo noi musicisti, andremo in giro a fare concerti e goderci il piacere di suonare dal vivo. Io sogno che queste musiche un giorno si trovino in un film di Woody Allen.
Luciano: Ovviamente An Italian Tale concerti, diffusione, e soprattutto il piacere suonare dal vivo questa musica insieme ad Antonino in tutta Italia, e speriamo anche all’estero. Con una parentesi in Aprile a New York per la presentazione di un cd appena uscito in duo con il sassofonista americano Blaise Siwula, veterano della improvvisazione newyorkese, per l’etichetta americana No Frills Music.

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