Storia della Bossa Nova: Antonio Carlos “Tom” Jobim, O Mestre Soberano

Dire Tom Jobim equivale a dire Bossa nova. Unanimemente considerato uno dei più grandi compositori del ventesimo secolo, è sicuramente il più importante nella storia della Musica Popular Brasileira. In Brasile, lo chiamano O Mestre Soberano (il maestro sovrano), perché al di sopra della sua arte non c’è nessuno. A distanza di oltre sei decenni, le sue canzoni sono oggetto di studio nei conservatori jazz di tutto il mondo e attraversano trasversalmente gli stili e i gusti più disparati

Dopo la storia della bossa nova e della MPB che vi abbiamo raccontato negli articoli precedenti, analizzeremo da ora in avanti un solo tema alla volta, perché un argomento così ampio ha bisogno di molti approfondimenti. Ci occuperemo di un artista, una canzone o un album, e avremo un solo obiettivo da focalizzare nei nostri appuntamenti. Non si poteva non cominciare dal creatore della bossa nova, l’immenso Tom Jobim, di cui cercheremo di raccontare la vita e il percorso artistico.

  1. L’infanzia di Antonio Carlos Jobim
  2. Perché il nomignolo Tom?
  3. Il giovane Tom
  4. Il padre mai dimenticato
  5. Il Club da Chave
  6. O Posto Seis
  7. Rua Nascimento Silva, 107
  8. L’incontro tra Tom Jobim e Vinicius de Moraes
  9. La Bossa Nova
  10. Dalle sue dita nascevano capolavori
  11. Il periodo americano
  12. Frank Sinatra
  13. Gli anni settanta
  14. La musica diventa un fatto di famiglia
  15. Gli ultimi anni di Tom Jobim
  16. Conclusione
  17. Discografia consigliata per Tom Jobim

L’infanzia di Antonio Carlos Jobim

La casa dove nacque Tom JOBIM

La casa in cui nacque Tom Jobim in Rua Conde de Bonfim (www.jobim.org)

Antonio Carlos Jobim nacque il 25 gennaio 1927 a Rio de Janeiro, nel quartiere Barra da Tijuca, informazione non senza rilievo per un carioca, in quanto è uno dei bairros più ricchi, conosciuto per le spiagge e gli innumerevoli laghi. Il padre, Jorge Jobim, era un diplomatico, professore, poeta e scrittore, mentre la madre, Nilza Brasileiro de Almeida Jobim, era professoressa e direttrice di una rinomata scuola femminile. Aveva una sorella, Helena, poi divenuta scrittrice e giornalista. Il padre morì quando il piccolo Tom aveva otto anni e la madre si risposò con Celso Frota Pessoa, il patrigno che non è mai stato tale, ma che lo ha amato e sostenuto come un vero padre.

Perché il nomignolo Tom?

Mamma Nilza amava cantare per diletto e ripeteva spesso una canzone tradizionale francese che si insegna ai bambini e che recita: Malbrough s’en va-t-en guerre, Mironton, mironton, mirontaine. La sorellina Helena non sapeva pronunciare il nome del fratello, così lo chiamava Ton Ton, ripetendo parte del ritornello della canzoncina che le cantava la mamma. Da lì nacque il nomignolo Tom, che lo avrebbe accompagnato per il resto della vita.

Tom Jobim con la sorella Helena nel 1945

Tom Jobim con la sorella Helena nel 1945

A quattordici anni, Tom trovò un pianoforte nel garage di casa, acquistato non per lui ma per la sorellina. Dapprima iniziò a sfiorarlo per gioco, poi però cominciò a prendere lezioni da un maestro. Il suo primo insegnante di piano fu Hans Joachim Koelreutter, un tedesco scappato dal nazismo, poi maestro anche di Paulo, figlio di Tom, e di Daniel, figlio di Paulo. Disse del giovane Jobim: «Tom era un uomo di una intelligenza e di un pensiero profondo su tutto quello che faceva. Apprezzavo molto la sua musica. L’importanza per me in un artista è lo stile. Un artista che non riesce a creare un proprio stile è un imitatore… Quando si sente qualcosa di Tom Jobim, diciamo subito: questo è Tom Jobim! come se fosse una calligrafia che esprime il carattere, la mentalità, l’ideologia delle persone. Tutte le sue composizioni hanno questo marchio molto forte».

Il giovane Tom

La musica popolare brasiliana, negli anni in cui Tom cominciava a suonare, era soprattutto quella del carnevale, ossia sambas e marchas, cui faceva da contraltare l’altra musica, detta della metà dell’anno, con un repertorio che andava dai valzer alle sambas-canções. La radio cominciava a trasmettere musiche nordamericane, che arrivavano sospinte dal cinema. La grande novità erano i samba orchestrati, grazie all’effetto di Aquarela do Brasil di Ary Barroso, pubblicata nel 1939 con un’innovativa orchestrazione di Radamés Gnattali.

Tom Jobim nel giorno del suo matrimonio con Teresa Otero Hermanny

Tom Jobim nel giorno del suo matrimonio con Teresa Otero Hermanny nel 1949

Nonostante fosse nato nella Tijuca, Tom era un tipico giovane di Ipanema, bairro in cui la famiglia si era trasferita. In seguito dirà che la Ipanema della sua infanzia offriva le strade per giocare a bola de gude (gioco delle palline) e la laguna Rodrigues de Freitas per nuotare e pescare gamberi, molto differente da quella che sarebbe diventata qualche decennio dopo. Da ragazzo frequentava la spiaggia, creava gruppi musicali con gli amici, tra questi c’era Newton Mendonça, che più tardi avrebbe scritto con lui alcuni dei suoi maggiori successi e ammirava le ragazze. Quando aveva quindici anni, fu proprio in spiaggia che conobbe una bambina paulista di origini tedesche, Teresa de Otero Hermanny, di dodici anni. Lei sarebbe diventata sua moglie, vivendo con lui i suoi anni di maggiore ispirazione compositiva. Tom, fin da piccolo, era un grande appassionato di poesia e recitava i versi di molti autori. Il suo preferito era Carlos Drummond de Andrade. Teresa lo considerava il più grande dicitore di poesie che avesse mai sentito e, quando Tom morì, si dispiacque che non avesse mai inciso un disco in cui recitava poesie.

Da ragazzo, Tom pensava di diventare ingegnere ma, dopo il diploma, si iscrisse alla facoltà di architettura. Tuttavia, dopo soli tre mesi fu colto dalla depressione perché ancora indeciso sul proprio futuro, complice anche una crisi con Teresa, allora fidanzata. Il buon patrigno, Celso Frota Pessoa, che non gli ha mai negato il suo appoggio, dopo aver consultato un centro di orientamento per i giovani, comprese che il futuro del ragazzo era la musica. Così, Tom lasciò il corso di architettura e iniziò lo studio della musica classica. In seguito, si ammalò di brucellosi, malattia difficile da curare in quegli anni in Brasile. Ma, superato anche quel periodo difficile e con l’aiuto economico dell’onnipresente patrigno, il 15 ottobre 1949 sposò finalmente Teresa. Un anno dopo nacque il primo figlio, Paulo, e nel 1957 la seconda, Elisabeth.

Il padre mai dimenticato

La figura del padre, mai veramente conosciuto e mai dimenticato, restò un tarlo nella mente di Tom. Qualsiasi cosa lo riguardasse, un testo scritto da lui o un episodio della sua vita, era una piccola goccia per placare la sete della sua stessa anima. «Sergio Buarque de Holanda (NdR il padre di Chico Buarque) mi ha dato una lettera di mio padre, scritta da lui. È un conforto per uno che come me non avuto un padre» disse in un’intervista del 1980. Riuscì ad avere notizie del genitore da un parente, Jobim Kruel, quando era già un personaggio famoso. Questi gli diede, tra le altre cose, ritagli di giornale che parlavano della morte del padre. In compagnia della sorella Helena, incontrò nel 1980 lo psicoanalista Raul Bitencourt, cugino del padre, che parlò loro della famiglia paterna e rivelò la sconvolgente notizia che il padre si era suicidato. Tom, per il resto della vita, ripeté all’amata sorella: «Siamo figli di una famiglia sconfitta».

Il Club da Chave

Durante i primi anni di matrimonio, Tom suonava il piano nei locali di notte (conosciuti come inferninhos). Era entrato in una specie di club di pianisti che garantiva un lavoro quasi quotidiano. A proposito di quegli anni disse: «Quei piccoli inferni dove suonavo mi hanno dato tante fregature. La vita di notte era molto pesante. Si suona ciò che non si vuole suonare, si suona per far ballare. Una cosa orribile». Per sopportare gli ubriaconi molesti ci voleva molta pazienza e Tom non superò mai il trauma di dover suonare tutte le notti il tema del film Il Terzo Uomo, in quegli anni molto amato e puntualmente richiesto da qualcuno dei frequentatori brilli.

Tom Jobim e Radamés Gnattali

Tom Jobim e Radamés Gnattali negli anni 80

Il Club da Chave (Club della chiave), al Posto Seis, era un club chiuso, che annoverava solo cinquanta soci. Ognuno di loro aveva la propria chiave per accedere alla personale bottiglia di whisky. Ecco spiegato il nome. Ben presto, però, i frequentatori del locale andarono ben oltre i cinquanta soci iniziali. Tom lo preferiva agli altri posti perché lì poteva suonare la musica che preferiva. Fu in quel contesto che Vinicius de Moraes lo sentì suonare per la prima volta, in seguito ricorderà: «Capii subito che si trattava di un pianista diverso». In quel periodo, Tom collaborava con il maestro Radamés Gnattali alla casa discografica Continental. Di lui dirà in seguito: «I figli delle persone non sono solo i figli carnali, sono anche i figli delle idee» definendolo poi come «il padre musicale di molti di noi».

In un’intervista del 1981, ricordando il passaggio di Vinicius al Club da Chave, Jobim dirà: «La sua testa rotonda, inconfondibile, richiamava l’attenzione, seduta al tavolo, di fronte ad un bicchiere di whisky e circondato da amici non meno famosi. Io, più giovane, non mi azzardavo ad andare oltre la distanza regolamentare».

O Posto Seis

La spiaggia di Copacabana è divisa in 6 posti, ciascuno distante un chilometro dal successivo. La stazione 1 è a Leme, considerato un quartiere residenziale a se stante; la 2 è dove inizia Copacabana, che con la 3 è la preferita dai vacanzieri; la 4 è una zona commerciale, con molti negozi, affollata soprattutto di giorno; la 5 ha molti bar e ristoranti; la 6, o Posto Seis, delimita il confine tra Copacabana e Ipanema e consente di passeggiare tra i due quartieri.

Statua del poeta Carlos Drummond de Andrade

La statua del poeta Carlos Drummond de Andrade al Posto 6

Rua Nascimento Silva, 107

Nel 1952, Tom iniziò a lavorare per la casa discografica Continental. Fu ingaggiato perché sapeva leggere la musica e il suo compito era quello di riportare sul pentagramma i brani composti da altri autori. Tuttavia, aveva una visione dell’armonia nettamente superiore agli altri compositori e aggiungeva accordi che nessuno era in grado di capire e di suonare.

Il suo primo successo come compositore fu Tereza da Praia, omaggio alla moglie, un samba-cançao su testo di Billy Blanco. Nel 1954 la Continental decise di lanciare un LP che doveva essere un omaggio a Rio e lo commissionò a Jobim. Il disco, intitolato Rio de Janeiro – Sinfonia Popular em Tempo de Samba, con testi di Billy Branco, non fu un grande successo, forse anche perché arrangiato da Radamés Gnatalli, che aveva una visione meno moderna dell’orchestrazione, tuttavia rafforzò la sua fama come compositore.

Le targhe davanti alla storica casa di Tom Jobim

Le targhe oggi leggibili davanti alla storica casa di Tom Jobim

Nel 1955 ci furono importanti cambiamenti nella vita di Tom. La famiglia cambiò indirizzo, trasferendosi nella mitica Rua Nascimento Silva, 107 (telefono 27-0571) a Ipanema, residenza citata nella bellissima e nostalgica canzone Carta ao Tom 74 di Vinicius e Toquinho. Soprattutto, in quello stesso anno, Tom firmò un contratto con la casa discografica Odeon, come arrangiatore e direttore d’orchestra. I tempi bui, quelli in cui correva dietro all’affitto di casa, erano ormai alle spalle.

L’incontro tra Tom Jobim e Vinicius de Moraes

Era un pomeriggio dell’aprile del 1956, Vinicius era a un tavolo del Vilariño, in compagnia del conduttore radiofonico e compositore Haroldo Barbosa e del giornalista Lúcio Rangel. Tom era nello stesso posto, qualche tavolo più in là. Vinicius parlava della difficoltà di trovare un compositore per scrivere la musica e gli arrangiamenti orchestrali per la sua opera teatrale Orfeu da Conceição. Lúcio Rangel era rimasto incantato dalla Sinfonia do Rio de Janeiro, scritta nel 1954 da Jobim per rendere omaggio alle bellezze della città carioca, per questo motivo lo indicò a Vinicius. Tom fu chiamato al tavolo e ascoltò Vinicius che gli spiegava l’opera, poi fece solo una domanda: «Ne ricaviamo qualcosa da questo?» Lúcio Rangel lo redarguì, non poteva permettersi di parlare in quel modo al poeta, ma Tom aveva una famiglia da mantenere e l’incubo dell’affitto da pagare era ancora uno spettro difficile da sconfiggere.

Tom Jobim e Vinicius de Moraes

Tom Jobim e Vinicius de Moraes negli anni del loro sodalizio artistico

L’opera si fece, la prima rappresentazione fu il 25 settembre 1956 al Teatro Municipal di Rio de Janeiro. Fu un successo. Il regista francese Marcel Camus ne trasse poi il famoso film Orfeo Negro, Palma d’oro al Festival di Cannes del 1959 e Oscar al miglior film straniero nel 1960. Eppure, a Vinicius la trasposizione cinematografica non piacque affatto, troppo esotismo e poca realtà, a suo parere. Incredibile ma vero: i due autori non guadagnarono quasi niente dalla vendita dei dischi. E dire che in quegli anni la colonna sonora di un film premio Oscar avrebbe dovuto renderli ricchi. I produttori francesi, per far sì che i soldi non uscissero dalla Francia, inserirono quattro autori diversi per ciascun brano. La suddivisione dei diritti prevedeva il 60% all’editore, il 40% ai sei autori, il tutto dopo aver pagato le tasse. Tom e Vinicius ironizzeranno a lungo sull’esperienza francese.

In seguito, a proposito del lavoro fatto per Orfeu da Conceição, e soprattutto per la brasilianizzazione del mito greco, Tom disse: «Le culture si lasciano penetrare l’una dall’altra e si fondono. L’uomo evolve e c’è una continuità in tutta la cultura umana. Orfeo poteva essere collocato non importa dove».

La Bossa Nova

Alcuni critici musicali fanno coincidere la nascita della bossa nova con il primo album interamente composto da Tom Jobim e Vinícius de Moraes per la cantante Elizete Cardoso, dal titolo Canção do amor demais, del 1958. Essenzialmente, perché il disco conteneva due pezzi in cui la chitarra era suonata da João Gilberto: Outra vez e, soprattutto, Chega de saudade. Quest’ultimo, rappresentò qualcosa di assolutamente nuovo. Un samba con una cadenza ritmica mai sentita prima.

La scoperta dello stile di João Gilberto si deve al fotografo Chico Pereira, che una sera si presentò a casa di Tom accompagnato da João, ritornato a Rio dopo alcuni anni di assenza. Chico aveva sentito alcuni brani del chitarrista baiano e voleva che lui li ascoltasse. João suonò Bim bom e Oba-lá-lá e Tom rimase colpito dalla sua chitarra, gli chiese: «Cos’è questa cosa, João?» e lui rispose «L’ho preso dall’ancheggiare delle lavandaie di Juazeiro» (NdR Juazeiro è la sua città natale nello Stato di Bahia). Passarono la notte a provare dei brani nuovi e João era attratto particolarmente da Chega de saudade. Tom lo invitò a prendere parte come chitarrista al disco di Elizete Cardoso.

La bossa nova stava nascendo e, da quel momento, tutti cercarono di copiare la batida di João Gilberto, che intanto incise quello che è universalmente considerato il primo vero brano bossa nova, la sua versione di Chega de saudade su disco a 78 giri, seguita dopo poco da Desafinado. La musica brasiliana era definitivamente cambiata.

Tom Jobim, Tião Neto, Stan Getz e João Gilber

Tom Jobim, Tião Neto, Stan Getz e João Gilberto durante la registrazione del disco Getz/Gilberto

Dalle sue dita nascevano capolavori

La collaborazione con Vinicius divenne sempre più intensa e Tom dovette farsi una scorta di whisky per l’amico poeta. Si racconta che le riunioni creative in Rua Nascimento Silva, 107 terminavano all’alba, finché Teresa non ebbe una bambina, Elizabeth. L’appartamento era di sole due stanze ed era facile svegliare la piccola. Allora, Teresa invitava tutti ad andare a casa di un amico, Carlos Madeira. Una volta, Teresa non trovò più bicchieri nel suo appartamento, erano tutti a casa di Carlos. Quelle notti e quei whisky produssero, tra gli altri, capolavori come Insensatez, Brigas, nunca mais e Eu sei que vou te amar.

Poi, per motivi di lavoro, Vinicius dovette partire per l’Uruguay e Tom lavorò anche con altri parolieri. Con l’amico Newton Mendonça produsse capolavori assoluti, come Desafinado, Meditação e Samba de uma nota só; con Aloysio de Oliveira scrisse Dindi, Demais e Eu preciso de você; mentre fece tutto da solo per Este seu olhar, Fotografia e Só em Teus Braços.

Nell’agosto del 1962, con Vinícius e João Gilberto, partecipò allo spettacolo Encontro, organizzato da Aloysio de Oliveira. In quella che fu la prima esibizione dal vivo del poeta furono presentate, per la prima volta al pubblico, alcune canzoni rimaste nella storia della bossa nova: Só danço samba, Samba do avião e, soprattutto, Garota de Ipanema, che diventerà il manifesto del movimento. Finalmente, Tom poté comprare la casa di Rua Nascimento Silva, liberandosi dall’incubo dell’affitto, e la sua prima auto, un maggiolino azzurro.

Nel 1959 iniziò a comporre una sinfonia intitolata Brasília, Sinfonia de Alvorada, con Vinícius che si occupava dei testi recitati. Il presidente Juscelino Kubitschek voleva che fosse pronta per l’inaugurazione di Brasília. I due vissero per un periodo nella città, nei palazzi presidenziali, per respirare l’atmosfera di quei luoghi. Tuttavia, l’opera fu rappresentata per la prima volta solo nel 1966.

Tom Jobim, Nara Leão e Chico Buarque

Tom Jobim, Nara Leão e Chico Buarque nei primi anni 60

Il periodo americano

Nel 1962, il sassofonista Stan Getz e il chitarrista Charlie Byrd pubblicarono il celebre album Jazz Samba e la bossa nova conquistò anche gli Stati Uniti. Nel disco c’era una versione strumentale di Desafinado, che divenne un successo planetario. In quello stesso anno, ci fu un grande concerto alla Carnegie Hall di New York, a cui parteciparono i più importanti artisti brasiliani dell’epoca, tra cui João Gilberto, Luiz Bonfá, Roberto Menescal, Sérgio Mendes, Oscar Castro-Neves e, ovviamente, Tom Jobim, che rimase poi a lungo negli Stati Uniti.

L’incontro con il produttore Creed Taylor fu determinante. Con lui incise il suo primo album americano, il bellissimo The Composer of Desafinado, Plays, di cui parliamo nella discografia consigliata. Partecipò all’incisione di Jazz Samba Encore! con Stan Getz e Luiz Bonfá e, infine, al celeberrimo Getz/Gilberto, uno dei dischi di jazz più venduti di sempre. In quella occasione, fu incisa anche The Girl from Ipanema nell’interpretazione di Astrud Gilberto, destinata a diventare l’immagine stessa di Rio nel mondo. Seguirono lavori come The Wonderful World of Antonio Carlos Jobim, arrangiato da Nelson Riddle, e A Certain Mr. Jobim, arrangiato da Claus Ogerman.

Nel 1964 creò una sua casa di edizioni musicali, la Corcovado Music, e iniziò a collaborare con Ray Gilbert, che divenne suo editore e paroliere in lingua inglese. Tom non era soddisfatto delle precedenti versioni in inglese delle sue canzoni e rimase invece colpito dai testi di Gilbert.

Tom Jobim e Frank Sinatra

Tom Jobim e Frank Sinatra durante la registrazione dell’album Francis Albert Sinatra & Antonio Carlos Jobim

Frank Sinatra

Alla fine del 1966, mentre si trovava a Rio de Janeiro, Jobim ricevette una telefonata dagli Stati Uniti: «Mi piacerebbe fare un disco con te e volevo sapere se l’idea poteva interessarti» era Frank Sinatra. Tom, per l’occasione, “buttò giù” due nuovi pezzi, erano Wave e Triste. Tuttavia, il lavoro fu molto più difficile del previsto, perché Tom passò molto tempo da solo, aspettando che Sinatra, in fuga dalla moglie Mia Farrow, si facesse vivo. In hotel passava il tempo componendo, guardando la TV e scrivendo lettere a Vinícius (nelle quali si definiva infelice e si firmava come Astênio Claustro Fobim).

Alla fine, il disco si fece. Il titolo riportava i loro nomi al completo: Francis Albert Sinatra & Antonio Carlos Jobim ed ebbe consensi di pubblico e di critica. Tom partecipò anche allo show televisivo, in cui duettarono su Corcovado. Qualche anno dopo Sinatra realizzò un altro disco con canzoni di Jobim, Sinatra e Company, con arrangiamenti di Eumir Deodato.

Gli anni settanta

Nel 1967, Tom iniziò una fortunata collaborazione con Chico Buarque de Hollanda, con il quale scrisse la canzone Sabiá e vinse come autore il 3º Festival della Canzone Internazionale di Rio de Janeiro. L’anno successivo il festival fu boicottato dai principali artisti brasiliani in polemica con la censura del regime dittatoriale. Fu l’inizio di un periodo buio per i musicisti e gli intellettuali brasiliani che, in molti casi, furono costretti all’esilio. Anche Jobim entrò nella lista nera del regime.

Tom Jobim e Elis Regina

Tom Jobim e Elis Regina durante lo show per il lancio del LP Elis & Tom, al Teatro Bandeirantes di São Paulo

All’inizio dei settanta, la moda della bossa nova era finita e Jobim iniziò a rallentare la sua attività in Brasile e a passare molto più tempo negli Stati Uniti, anche per starsene lontano dalla dittatura militare. Si dedicò alla scrittura di colonne sonore per film, non molto fortunate, e iniziò il suo periodo ecologista. Intanto, realizzò diversi dischi strumentali con produzione americana, con la collaborazione d Eumir Deodato e Claus Ogerman. Ricordiamo i bellissimi Wave, Tide e Stone Flower, tutti strumentali.

Nel 1972 ci fu il suo ultimo colpo di coda: Águas de março, lanciata da Elis Regina. Una delle più belle canzoni di tutti i tempi, che in patria divenne addirittura più popolare di Garota de Ipanema, considerata quasi un secondo inno nazionale. Una canzone interamente scritta da Tom, diventata un evergreen con infinite cover in tutte le lingue del mondo. Nel 1974 uscì Elis & Tom, uno degli album più belli in assoluto della MPB, inciso con la cantante brasiliana più amata, Elis Regina. Il disco, registrato negli Stati Uniti per gentile concessione del regime militare, contiene il fantastico duetto di Águas de março e altri capolavori di Jobim, tra cui Triste, Fotografia e Chovendo na roseira.

La musica diventa un fatto di famiglia

Nel 1975, Tom Jobim conobbe una fotografa di 19 anni, Ana Beatriz Lontra, di cui s’innamorò. Divorziò dalla prima moglie nel 1977 e sposò Ana. Jobim era già nonno di Daniel, figlio di Paulo, quando nel 1978 ebbe il primo figlio da Ana, João Francisco, seguito nel 1987 da Maria Luíza Helena.

Tom Jobim e la Banda Nova

Tom Jobim e la Banda Nova

In quegli anni formò un gruppo composto da familiari e amici, la Banda Nova. Oltre alla moglie Ana, c’erano i figli Elisabeth e Paulo, i figli di Dorival Caymmi, le sorelle di Chico Buarque e gli amici Jacques e Paula Morelenbaum. Una band fatta in casa.

Nel 1978 Aloysio de Oliveira organizzò uno spettacolo per il ritorno di Vinícius de Moraes sulla scena, dopo un’assenza di quindici anni. Allo spettacolo parteciparono Jobim, Toquinho e Miúcha, sorella di Chico Buarque ed ex-moglie di João Gilberto. Lo spettacolo fu portato anche in Italia e nel resto del mondo, ebbe un grande successo e ne furono tratti un disco e un DVD.

Gli ultimi anni di Tom Jobim

Nel 1983 compose la colonna sonora del film Gabriela, interpretato da Sonia Braga, che conteneva la celebre canzone del titolo, portata al successo da Gal Costa. Nel 1989, fu organizzato un concerto alla Carnegie Hall per celebrare il grande successo di Garota de Ipanema. La canzone aveva raggiunto tre milioni di esecuzioni tra incisioni, radio e televisione. Nel 1990 fu inaugurata l’Università della Musica a São Paulo e Jobim fu nominato rettore.

Nel 1992 accadde un fatto eccezionale al Carnevale di Rio, la scuola di samba della Mangueira dedicò la propria sfilata ad Antonio Carlos Jobim. Per la prima volta la bossa nova sostituiva il samba, infrangendo l’ortodossia del Carnevale. Per Tom questa fu una grande rivincita nei confronti di chi ancora giudicava la bossa nova lontana dalla tradizione brasiliana.

Antonio Brasileiro fu l’ultimo disco del Mestre Soberano, di cui parliamo nella discografia consigliata. Per i cinquant’anni della Verve Record, si esibì ancora alla Carnegie Hall con Pat Metheny e Herbie Hancock, mentre partecipò per beneficenza al Pavarotti & Friends con Luciano Pavarotti, Sting e Elton John. L’ultimo concerto lo tenne a Gerusalemme nel maggio del 1994. Tornò a Rio per registrare Fly Me to the Moon per l’album Duets II di Frank Sinatra. Quindi, andò a New York per un intervento chirurgico legato a problemi circolatori, ma si scoprì che aveva un tumore. Tom Jobim morì a New York l’8 dicembre 1994, all’età di 67 anni. È sepolto al cimitero São João Batista di Rio de Janeiro. La sua tomba reca l’epitaffio “Longa é a arte, tão breve a vida” (Lunga è l’arte, così breve la vita).

Tom Jobim sul carro della scuola di samba della Mangueira al Carnevale di Rio del 1992

Tom Jobim sul carro della scuola di samba della Mangueira al Carnevale di Rio del 1992

Conclusione

È difficile concludere in maniera originale il viaggio su uno dei più grandi autori del ventesimo secolo, l’artista che ha cambiato il corso della musica brasiliana e che ha aggiunto una traccia nuova alla storia del jazz. Di Tom Jobim hanno scritto le penne più autorevoli della critica musicale mondiale, per cui mi sono limitato a riportare la storia della sua vita e della sua evoluzione artistica. Nella discografia consigliata indico due soli album, il primo e l’ultimo a suo nome, perché nei precedenti appuntamenti con la Storia della bossa nova ho già suggerito altri suoi importanti lavori, precisamente: Elis & Tom e Francis Albert Sinatra & Antonio Carlos Jobim, anche se la sua mano è presente in tutti i grandi album della bossa nova, seppure a nome di altri artisti.

C’è ancora tanto da raccontare sulla bossa nova e il nostro viaggio è ancora lungo, per ora perdiamoci nelle atmosfere raffinate del grande Mestre Soberano.

Leggi gli altri articoli su
Storia della Bossa Nova e Musica Brasiliana

Discografia consigliata per Tom Jobim

Il disco The Composer of Desafinado, plays di Tom Jobim

La copertina del disco The Composer of Desafinado, plays

The Composer of Desafinado, plays di Antonio Carlos Jobim, Verve, 1963

Questo fu il primo album in studio di Tom Jobim. A quell’epoca, aveva già scritto molti dei suoi capolavori, eppure non c’era ancora un album a suo nome. Il disco contiene dodici standard jazz, composti dall’autore ma arrangiati da Claus Ogerman, con cui iniziò una proficua collaborazione. Jobim suonava sia la chitarra che il piano, anche se i produttori avrebbero voluto solo l’immagine dell’uomo latino e della sua chitarra, così come appare sulla copertina dell’album. Jobim, in un’intervista del 1988, ha ricordato: «Quando sono arrivato sul palco, non mi hanno lasciato suonare il piano. Dicevano, devi essere il latin lover. Dovresti suonare la chitarra. Se suoni il piano distruggi l’immagine». Alla fine, suonò entrambi gli strumenti. L’album è stato inserito nella Latin Grammy Hall of Fame nel 2001. Un album storico e stilisticamente perfetto. Imperdibile.

Antonio Brasileiro di Antonio Carlos Jobim, Columbia, 1994

Il disco Antonio Brasileiro di Tom Jobim

Il disco Antonio Brasileiro di Tom Jobim

Questo è l’ultimo album inciso dal maestro carioca, uscito postumo. Vinse il premio come Best Latin Jazz Performance ai Grammy Award. Un disco che non va ricordato e celebrato solo perché l’ultimo di una irripetibile storia musicale, ma perché ricco di spunti interessanti. Come era ormai abitudine negli ultimi anni della sua carriera, collaborarono con lui molti componenti della sua famiglia, dal figlio Paulo alla piccola Maria Luiza, e i fedelissimi Jacques e Paula Morelenbaum. Delle quindici tracce del disco, segnalo Maracangalha di Dorival Caymmi, Piano na Mangueira scritto con Chico Buarque e una splendida versione di How Insensitive (Insensatez) con la voce di Sting. Un album dal sapore di casa.

Discografia completa di Antonio Carlos Jobim (escluse le collaborazioni)

  • Sinfonia do Rio de Janeiro, Continental, 1954
  • Orfeu da Conceição, Odeon, 1956
  • The Composer of Desafinado Plays, Verve, 1963
  • The Wonderful World of Antonio Carlos Jobim, Warner, 1964
  • A Certain Mr. Jobim, Warner, 1965
  • Francis Albert Sinatra & Antonio Carlos Jobim (con Frank Sinatra), Verve, 1967
  • Wave, A&M, 1967
  • Stone Flower, CTI Records, 1970
  • Tide, CTI Records, 1970
  • The Adventures (Original Soundtrack con Eumir Deodato), Paramount, 1970
  • Matita Perê, Philips, 1973
  • Elis & Tom (con Elis Regina), Philips, 1974
  • Urubu, Warner, 1975
  • Miucha & Antonio Carlos Jobim Vol. I (con Miucha), RCA Victor, 1977
  • Gravado ao Vivo no Canecão (con Vinícius de Moraes, Toquinho e Miucha), Som Livre, 1977
  • Miucha & Tom Jobim Vol. II (con Miucha), RCA Victor, 1979
  • Terra Brasilis, Warner, 1980
  • Edu & Tom (con Edu Lobo), Polygram, 1981
  • Gabriela (Original Soundtrack), RCA, 1983
  • O Tempo e o Vento, Som Livre, 1985
  • Passarim, Polygram, 1987
  • Tom Jobim Inédito, BMG, 1987
  • Antonio Brasileiro, Columbia, 1994
Fonti
  • Antonio Carlos Jobim Una Biografia di Sérgio Cabral, Casa dei Libri Editore
  • Songbook “Tom Jobim” di Almir Chediak, Lumiar Editora
  • Chega de saudade storia e storie della bossa nova di Ruy Castro, Angelica Editore
  • www.jobim.org
  • Wikipedia
Social e Contatti dell’Autore Silvio Coppola
  • Website: https://silviocoppola.com
  • Facebook: https://www.facebook.com/silviocoppola
  • Instagram: https://www.instagram.com/silvio.coppola.9/

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