INTERVISTA | Antonio Gazzaneo, il chitarrista illuminato dal flamenco

Antonio Gazzaneo è un chitarrista virtuoso, che durante la gioventù metallara, è stato illuminato sulla via di Damasco, dal flamenco. Ne è uscita una personale ricerca sulla chitarra classica, sulla quale però al Blog Della Musica chiediamo direttamente a lui.

Antonio Gazzaneo ciao e benvenuto! Presentati al pubblico, per chi ancora non ti conosce.

Ciao a tutti! Sono Antonio Gazzaneo, in arte Tony Gazza. Sono un chitarrista e compositore poco etichettabile, in effetti io stesso mi sento un po’a disagio nel parlare di che tipo di chitarrista sono, proprio per l’incapacità che ho di inserirmi in una categoria. Però, detto in soldoni, sono un chitarrista metal che si è creato una one-man band strumentale/ambient per sopperire alla mancanza di affidabilità e affinità con altri musicisti con cui avrei voluto, in origine, un gruppo. In questa transizione il flamenco è stato fondamentale, mi ha dato autonomia e autorità con uno strumento acustico, che era quello che volevo, per fare quel che mi piaceva senza dipendere da nessuno e parlando all’intimità delle persone. Quindi, anche se mi presento con semplicità, ovvero come un chitarrista classico solista che suona composizioni atmosferiche con tecnica flamenca, dietro a ciò c’è molta preparazione e una vera e propria selezione naturale formativa.

Come hai scoperto le potenzialità espressive del flamenco? E com’è poi proseguita la tua ricerca, in questi anni? Se non ricordo male il titolo, c’era un tuo vecchio pezzo che mi era rimasto impresso, “Jihad”…

Il Flamenco non è solo una musica, è uno stile di vita, quindi le potenzialità espressive che ha sono evidenti dal momento in cui osservi bene in cosa consiste suonarlo. Attorno ai 19 anni iniziai ad ascoltarlo comprando il mio primo disco di Paco de Lucia e osservando Vicente Amigo su youtube. La transizione fu brutale, non ero minimamente in grado di sostenere i tipici ritmi (palos) da solo con una chitarra classica e viaggiando per l’Europa i chitarristi flamenco che conobbi furono spietati nel farmi notare quello che andava e quello che non andava… Col tempo presi dimestichezza con i vari ritmi, il che mi diede una solidità ritmica e una tecnica, della quale mi servo per suonare anche composizioni libere. Sì, ricordi bene, Jihad era una lettera d’amore (suona molto ironico) strumentale dalle melodie medio orientali che tanto mi piacciono e che mi piacevano da prima che apprendessi il flamenco, quindi forse era un cammino già segnato… Il nome tanto forte era per dargli una connotazione agguerrita, anticonformista, metal insomma, quindi non ha nulla a che fare con la religione in sé.

Ascolta Loss di Antonio Gazzaneo

Raccontaci del tuo nuovo singolo, “Loss”, uscito il 14 aprile 2023.

E’ un pezzo molto breve ma efficace, lo ritenevo un possibile singolo per la sua capacità di restare in testa e di risultare al contempo malinconico e inquieto. Sicuramente avrei potuto usare 30 altri pezzi già pronti e molto più complessi, ma ho scelto Loss per l’immediatezza, che preferisco per catturare l’attenzione dato che sono davvero a corto di pubblico. Il pezzo nasce dopo un’esperienza sessuale che ebbi a 23 anni senza alcuno sviluppo relazionale, mi diede un senso di perdita.

Ad Antonio Gazzaneo piace la musica italiana? Intendo quella del sottobosco, dei palchi veri.

Dipende, credo che in Italia purtroppo esista una selezione che non sia basata sul merito ma quasi unicamente sulle capacità imprenditoriali, questo perché il pubblico non ha, a mio parere, voglia di seguire l’artista sulla base della musica, ma preferisce vivere senza partecipare a qualcosa che possa cambiare le cose, come un movimento culturale o un impulso di qualsiasi tipo. Detto questo, i talenti ci sono e a volte sono davvero sorprendenti, ma sono oscurati dalla mancanza di supporto di un pubblico rassegnato e autolesionista e da una saturazione di imprenditori che fanno finta di essere musicisti. Però i talenti in Italia ci sono, ma non hanno abbastanza supporto popolare e quindi non sono motivati. Se ci fosse la giusta mentalità e si facesse una selezione, come si fa in altri paesi, non ci sarebbe di che lamentarsi. Quindi la musica italiana mi piace molto quando a farla sono le persone giuste.

Hai in programma di suonare dal vivo? Dove e quando possiamo vederti?

Tra poco dovrei avere un concerto a Madrid, dove vivo attualmente, ma spero anche di suonare in Italia, perché è sempre il mio Paese di origine e credo che non sia da escludere qualcosa di interessante entro questo anno.

Grazie del tuo tempo! Ti lascio uno spazio a tema libero per un tuo pensiero su quel che vuoi.

Non so, provate ad ascoltare quel che faccio e se vi piace seguitemi perché di roba ne ho tanta, ho solo iniziato con gli antipasti. Poi, più in generale, vorrei invitare la gente a schierarsi di più con chi ha veramente qualcosa da dire e a supportarlo, perché da quello dipende il miglioramento della società, in caso contrario, è inutile lamentarsi. Ciao a tutti e grazie!

Social, streaming e contatti

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