Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Antonio McFly Morelli che ha pubblicato per Black Out Dischi il nuovo singolo del suo progetto strumentale, un nuovo capitolo che ci avvicina alla pubblicazione del suo disco di debutto, prevista per quest’autunno. Il brano si intitola Irish Soul
Benvenuto Antonio McFly Morelli, un disco strumentale non è sicuramente per tutti. Perchè hai pensato che Irish Soul fosse il modo migliore per introdurcelo?
Ciao e grazie mille per l’intervista! Non hai tutti i torti, effettivamente anche io ho tentennato un po’ prima di lanciarmi in questa avventura, ma poi ho deciso di provare. La musica strumentale viene generalmente considerata d’ambiente, di riempimento, a volte anche noiosa. In questo senso ho voluto accogliere proprio alcuni di questi aspetti per cercare di fare del mio meglio e stravolgerli. Musica d’ambiente dunque, ma breve e il più possibile movimentata. Prima di Irish Soul ho distribuito 2 demo su Spotify che verranno inserite nel mio prossimo album che uscirà a Novembre. Irish Soul è una canzone a cui tengo molto, è nata quasi per caso dalla commistione del suono dei un mandolino con un giro di piano che mi ha subito colpito. È diversa da quasi tutte le altre canzoni del disco, che tendono di più all’elettronica. È un po’ come se fosse l’altra faccia della medaglia della musica che voglio esprimere ecco.
E che ne è dei Baryonyx?
In molti mi stanno facendo questa domanda e la risposta è semplicissima. Questo progetto e quello Baryonyx sono da considerare paralleli e non in contrasto tra loro. Certo devo raddoppiare le energie per mantenere aperti entrambi i canali ma sono due cose diverse, soprattutto dal punto di vista musicale. Questi brani che ho creato non hanno niente a che vedere con l’indie che produciamo con la band e sarebbe stato un peccato, per me, lasciarli nascosti nel computer. Una cosa non esclude l’altra dunque. Con i ragazzi siamo in ottimi rapporti anche su questo aspetto, sono stati i primi a cui l’ho detto.
Qual è la tua formazione musicale? Stai continuando a studiare?
Ho iniziato a suonare a 16 anni per hobby e 7 anni fa ho deciso di intraprendere il percorso accademico presso l’Accademia Musicale Lizard. Studio presso il centro di Livorno e sostengo gli esami nella sede centrale di Fiesole. Una mia ambizione personale sarebbe quella di diventare maestro di chitarra. Attualmente sono al terzo livello del corso di chitarra elettrica, spero di riuscire nel mio intento. Sicuramente studiare e frequentare la Lizard mi ha fatto crescere molto soprattutto dal punto di vista dell’armonia e della composizione, nonché nello strumento. Per passione negli ultimi anni ho iniziato a studiare da autodidatta altri strumenti come l’ukulele, il bouzouki irlandese e il mandolino. Devo dire che mi hanno aiutato molto ad aprire le mie visioni compositive.
Quali sono tutti gli ingredienti che compongono il tuo disco?
Sicuramente la semplicità. A parte 2 o 3 brani tutti gli altri sono molto “minimali” con massimo 4-5 tracce di strumenti. Una componente che caratterizza il disco è la commistione tra le percussioni e i synth elettronici: il mio obiettivo era quello di creare una fusione tra la world music e l’electro rock. Devo dire che quando l’ho ascoltato in studio il giorno del mastering ho pensato di aver fatto centro in questo senso. Non mi aspetto che venga apprezzato o compreso da tutti ovviamente, vorrei solo aumentare le sfaccettature della musica d’ambiente rendendola in qualche modo più attraente.
E cosa dovremmo assolutamente sapere prima di ascoltarlo?
Una cosa che tengo molto a precisare è che tutto il disco è stato realizzato al computer tramite arrangiamenti personali e campionamenti. Ho utilizzato loop pre-registrati come farebbe un pittore con una tavolozza di colori. Erano tutti lì, dovevano solo essere messi al loro posto. Vorrei attirare gli ascoltatori verso la mia concezione di musica per poi introdurli in un secondo momento ad altre produzioni che ho già in cantiere. Alla fine è un disco basato sulla semplicità, cosa che credo sia fondamentale per ogni artista.
E adesso? Cosa c’è nel futuro di Antonio McFly Morelli?
In futuro spero molte cose. Dal punto di vista artistico sto già pensando al sequel dell’album che sta per uscire. Anche sul fronte Baryonyx stiamo lavorando molto per la produzione di un nuovo disco. Dal punto di vista della mia formazione spero il prima possibile di sostenere gli esami che mi mancano per finire il percorso accademico così da potermi concentrare ancora di più sulle mie varie produzioni. Poi, perché no, sono aperto anche ad eventuali collaborazioni.
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