INTERVISTA | ARAU: il mio romanticismo ne La Lunga Eclisse

ARAU nome d’arte di Toni Cogoni, è un cantautore sardo che “coltiva” la sua passione per la musica da sempre. Romantico di natura ha cercato di trasmettere questo sentimento anche nel suo ultimo disco dal titolo La Lunga Eclisse. Ce lo racconta in questa intervista…

Oggi ospitiamo al Blog della Musica Toni Cogoni. Ciao Toni e benvenuto, parlaci di te e di ARAU.
Bentrovati a voi e a tutti i lettori di “Blog della musica”. Per parlarvi di me e di ARAU devo rivelarvi prima che c’è una cosa che mi ha sempre attratto nella vita: i dubbi. Dietro il dubbio si nasconde talvolta la possibilità del fallimento, ma quando si è disposti ad affrontare questo rischio pur di ottenere e conquistare i propri sogni, il primo mattone per costruire solide fondamenta della propria casa è stato posato. Se desideri ardentemente una donna, inarrivabile, il sentimento non può tener mai conto del possibile fallimento e deve sciogliere tutti i dubbi.

Con questa filosofia ho lasciato a 24 anni la mia terra d’origine con in spalla la mia chitarra, pochi soldi sufficienti per permettermi un letto a scadenza e tanta voglia di inseguire la musica…

Sono nato in un posto splendido, la Sardegna, e Arau, una parola che tradotta dalla lingua sarda indica l’atto della coltivazione, non è altro che un’emanazione di essa: la mia infanzia, la mia adolescenza, un legame indissolubile che rimarrà per sempre.

In oltre 10 anni di attività ho suonato in tanti festival sparsi in tutta Italia, vincendone diversi o uscendone in corso d’opera, perché la competizione è competizione; ho suonato anche per le strade e sperato sempre che il cappello straripasse di emozioni trasmesse, e in piccolissimi club molto affollati o in grandi club deserti, con pubblico attento oppure pubblico volutamente distratto. Insomma, credo di aver toccato tante situazioni diverse nella mia piccola vita artistica di musicista e oggi posso dire di aver la visione chiare di come è fatto questo mondo.

Musicalmente ARAU da quali artisti si lascia ispirare e contaminare? E invece Toni?
In realtà non credo di essere un artista bipolare (J), nel senso che entrambi, Toni e Arau, si compenetrano e subiscono le stesse contaminazioni musicali. Suono e adoro l’acustico: da ragazzo mi sono formato a suon di grunge e Celentano perchè mio padre collezionava i suoi vinili e ho subito il fascino eclettico del molleggiato. Dagli artisti chiedo e cerco soprattutto l’originalità, Ben Harper è stato uno di quelli che arrivò come un fulmine a ciel sereno, un botta al cuore incredibile tanto che mi indusse ad appassionarmi alle chitarre slide weissenborn da ginocchia, tuttora cardine del mio progetto Arau. Poi gli Alice in Chains, forse il mio gruppo preferito, il blues di Eric Clapton e le chitarre strumentali di Tommy Emmanuel.

Oggi sono appassionato di strumentale, Mike Dawes per esempio è un chitarrista stratosferico, compro anche i dischi di Petra Magoni, voce tecnicamente perfetta e pazzia allo stato puro, ho acquistato di recente Kaleo, blues rock e tanto cuore, poi il romantico Tom Odell, tutto sull’inglese Newton Faulkner e il suo pop rock in fingerpicking, insomma cerco originalità e tanto talento, non mi piacciono le cose scontate per le vendite, esiste il pop fatto bene, in Italia di recente Gabbani lo ha dimostrato penso…

Da poco è uscito il tuo nuovo singolo, La Lunga Eclisse. Ce ne parli?
Il singolo La Lunga Eclisse è uno dei brani contenuti nell’album omonimo dal titolo La lunga Eclisse. Ho cercato di scrivere diversi brani che mi permettessero di parlare delle componenti principali che definissero il concetto di romanticismo.

In particolare la canzone La lunga eclisse parla di una delle componenti del romanticismo che è l’attesa.

Nella mia vita il romanticismo è una parte imprescindibile, e lo vivo in in ogni forma possibile.

Spesso mi soffermo ad analizzare i giorni d’oggi, specie i ragazzi più giovani, quelli nati sotto l’era dei social e del ”tutto e subito”, e ad essi contesto spesso il fatto che loro confondono o non sanno bene cosa sia il romanticismo. Prendiamo ad esempio Il corteggiamento: oggi lo si fa a colpi di like da apportare sulle foto dei social, con gente in posa in tutte le posizioni più ridicole, sperando in una risposta, oppure si cerca l’anima gemella scrollando sulle varie app che promettono amori “sicuri e possibili”… Insomma, un vero delirio di solitudine dei sentimenti.

La lunga eclisse nasce fontamentalmente dall’esigenza di rendere il giusto lustro a uno dei sentimenti più nobili che la vita ci possa regalare.

Il testo di questo brano di cosa parla?
L’idea del brano nasce da uno dei film romantici che più preferisco, Ladyhawke. “Una notte senza il giorno e un giorno senza la notte”, dove ci sono due innamorati separati dalla maledizione di un vescovo malvagio il quale, tramite un patto col diavolo, fa in modo che i due siano «sempre insieme, eternamente divisi»: di giorno lui ha forma umana mentre lei ha le sembianze di un falco, di notte lei è donna e tocca a lui essere trasformato in un grande lupo nero.

Per scrivere La lunga Eclisse ho semplicemente parafrasato il tema del film, ho poi avuto l’intuizione della melodia e così è nato il brano, metafora romantica di due amanti che si aspettano da tempo immemore. Amanti antagonisti che si uniscono come nell’eclisse di sole e di luna ma, come nelle migliori tragedie shakespeariane, l’incontro sarà breve e doloroso e l’addio renderà il tutto eterno e poetico. È un brano che credo abbia una forza romantica devastante.

Nel video abbiamo ragionato sulla metafora, dividendo la luce bianca e la luce nera per richiamare il giorno e la notte, giocando con divisioni di schermo e la sensualità di Alice Fabbri, la ragazza che ha interpretato con la sua sensualità l’amata desiderata e attesa.

Parliamo delle sonorità musicali del tuo singolo. Che strumentazione utilizzi? Che suono ricerchi?
Negli anni ho sempre cercato di raffinare e migliorare la qualità del mio suono acustico cambiando spesso chitarra: Ibanez, Takamine, Martin, Taylor, ora Cole Clarck. Ho cercato di carpire il carattere dei diversi strumenti, le loro attitudini: spalla mancante o fasce in legno di palissandro, manico in ebano e capotasto in grafite. Ognuna di queste caratteristiche costruttive, mescolate in maniera saggia, dava un’anima e un suono estremamente personale e d’identità propria. L’intero disco è stato registrato con chitarre australiane Cole Clarck e nel video della lunga eclisse che trovate su youtube potete vedermi suonare in particolare la Angel 3 uno strumento fantasico, per originalità estetica, fattura, robustezza e amplificazione top di gamma.

In pedano ho solo effettistica per acustica, come delay, riverberi, pream, loop e wah, pochi oggetti che mi garandiscono la pulizia e la profondità e  l’ampiezza dei suoni nella sala. Poi in set solo, mi accompagno con delle percussioni a piede footdrum che ricreano un’accompagnamento simile a una gran cassa di batteria.

La Lunga Eclisse fa parte di un progetto più ampio?
In realtà io suono semplicemente perché è stata da sempre una sorta di panacea per curare i miei mali, scrivo per liberarmi dai miei demoni e ingabbiarli tra le note e gli accordi, trasferisco la mia emotività, le mie sensazioni, tutto ciò che mi accade attorno può essere spunto per un testo scritto. Negli anni ho dovuto raffinare molto le mie tecniche di composizione.

La lunga eclisse è il risultato di un percorso di coltivazione dell’arte, di un processo ancora in atto e che spero duri il più a lungo possibile in modo tale da permettermi di continuare a trasmettere delle emozioni positive agli ascoltatori.

Attenzione, ci tengo a precisare che non cullo velleità di successo, posso scomparire, non m’importa, ma so che ampliare i miei orizzonti artistici, palchi, live, tutto grazie alla mia musica, mi permetterebbe di raggiungere una cosa in cui credo tanto: la condivisione di emozioni con le persone, perché la vita regge sui pilastri della comunicazione.

Per concludere questa breve chiacchierata vorrei conoscere i prossimi impegni e progetti di ARAU…
Attualmente mi sto dedicando a cercare la quadra della sceneggiatura del prossimo video da pubblicare, ho nel cassetto pronto da tempo un brano che ho riarrangiato e suonato con la mia chitarra slide da ginocchia assieme ai Gran Torino, una band di Bologna in cui credo molto e che lavora con me da sempre agli arrangiamenti dei miei brani. Stavolta quindi sarà un’interpretazione, e vi assicurò che mi vedrete in pieno splendore con la mia chitarra slide.

Ringraziamo ARAU per aver dedicato un po’ del suo tempo al Blog della Musica
Un saluto  a tutti voi! Buona musica e buona vita!

Info: https://www.facebook.com/ArauMusic

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