Arsen Palestini, oltre ad essere l’ideatore dell’Amusin’ Projects, è anche membro dello storico gruppo Hip Hop Menti Criminali (sono attivi dagli anni ’90). L’abbiamo incontrato e intervistato. Ecco cosa ci ha raccontato
Sapevo che Arsen Palestini fosse originario di Ascoli Piceno (e che come giustamente fa notare lui la si fanno le olive ripiene più buone al mondo), ma indagando più a fondo ho scoperto che vive a Bologna, la mia città, e fa l’insegnante di matematica, la materia che ho odiato di più al mondo. On top of that ha già pubblicato tre volumi della saga Mistery in the Making di cui ci dice di più in questa intervista… se volete un assaggio del suo lavoro vi consiglio di guardare anche il video che vi proponiamo in fondo all’intervista The last mardi gras before the lockdown: crudo ma geniale.
Tutto è Mistero, la Vita, l’Arte, l’Amore, la Matematica, il Mistero è in costruzione, si sta facendo, passo dopo passo. E ogni passo è diverso, e può essere indietro, avanti, di lato …
Prima di tutto benvenuto sul Blog della Musica. Ti andrebbe di dire al pubblico che magari non ti segue chi sei? O meglio: chi é Arsen Palestini?
Arsen Palestini è un professore di Matematica che fin quando era bambino è affascinatissimo dalla Musica e scrive canzoni. Al pubblico dico, conoscetemi, parliamo, scambiamoci idee, bisogna tornare a incontrarsi, a interagire, e non solo online.
Cosa è successo al gruppo Menti Criminali?
Le Menti Criminali, anche se dal vivo si vedono raramente, sfornano singoli e video continuamente! Abbiamo fatto un pezzo con Claver Gold, nostro quasi concittadino, e poi vi consiglio di ascoltare “La Genziana” insieme a Cuba Cabbal, storico rapper abruzzese della prima ora, come noi. Nei prossimi mesi, ci saranno altre sorprese.
Puoi raccontare invece qualcosa sul progetto Amusin’ Projects?
E’ un progetto in cui canto io ogni volta su una base di un producer diverso, spaziando tra Rap, Chill Hop, Lo-Fi, Trip Hop, e altro. I producer sono tanti, italiani e non, in particolare Fidel Kato e Simone Romani sono i più coinvolti. E’ un progetto che non si pone limiti, né come sonorità né come tematiche, e quindi è divertente, appunto, amusing.
Cosa fate materialmente con questo progetto? Organizzate eventi, dischi?
Beh, in gran parte dischi (e magliette), anche perché suonare è molto difficile, e poi tutta la pandemia ci ha molto penalizzato. Poi, a nome mio, faccio altri eventi di divulgazione musicale, e altro. Purtroppo l’impressione è che il pubblico stia diventando sempre meno interessato alla Musica dal vivo, quindi è necessario inventarsi uno show originale, particolare. Il tutto con le ben note restrizioni. Io non vivo certo di Musica, chi lo fa affronta un periodo tremendo, e per di più aiutato pochissimo, o per niente, dalle istituzioni.
Come mai questo nome?
Beh, prima di tutto per sottolineare che fare canzoni deve essere divertente, e poi A.P. come le mie iniziali, e come quelle della città da cui provengo, quella in cui vengono fritte le olive ripiene di tre diversi tipi di carne.
Mistery in the Making è il nome che hai dato a una serie di volumi già usciti. Anche qui sono curiosa di capire il nome e il concept che sta dietro alle releases…
Tutto è Mistero, la Vita, l’Arte, l’Amore, la Matematica, il Mistero è in costruzione, si sta facendo, passo dopo passo. E ogni passo è diverso, e può essere indietro, avanti, di lato …
Sta per uscire il volume tre. Ha delle differenze rispetto agli altri?
C’è un pezzo su base rock/crossover di Simone Romani (una specie di RATM, almeno un tentativo), che in precedenza non avevo mai fatto, e poi uno su base mia proprio, molto strana, con qualche disarmonia, si chiama There is an Error Here, ma forse in realtà di errori ce ne stanno tanti.
A inizio estate è uscito il video “Le last mardi gras before the lockdown”. Cosa dici nel pezzo? E che messaggio vuoi che arrivi?
Ero con un mio amico a una festa di Carnevale a Febbraio 2020 e tutto sembrava normale, nessuno poteva immaginare l’incredibile vicenda della pandemia, del lockdown, e l’incubo in cui saremmo finiti da lì a poco. Il mio amico poi si è anche preso anche il Corona (io forse pure, perché ho trovato degli anticorpi). Fidel Kato aveva fatto un bel beat con un sample di Bossanova, di cui siamo cultori, ed è uscito un buon pezzo (a mio parere).
Come mai a livello simbolico hai scelto immagini tratte dalla Festa del Bove Finto?
E’ proprio la festa che dicevo prima, che si fa a Offida, sempre nel Piceno, il Venerdì di Carnevale. E’ un rito collettivo molto alcolico, di derivazione pagana. Curiosamente, nonostante gli enormi assembramenti che si possono vedere nel video, non ci fu nessun contagio nel paese. Zero, nemmeno uno. Il che mi fece intuire fin dal primo giorno che all’aperto i rischi erano quasi inesistenti.
Il mondo dello spettacolo si riprenderà mai considerando la situazione? Qual è il tuo punto di vista?
Non credo come prima. La fascia alta dei cantanti e musicisti probabilmente reggerà, ma quella media e bassa deve inventarsi qualcos’altro, o con le tecnologie, o esibizioni nei boschi, nei luoghi abbandonati o non so cos’altro. Ad esempio, i festival Jazz già da anni vengono svolti nei paesini, nelle zone di montagna, ecc, quelle sono ottime iniziative. Per il resto, sono pessimista, sui live club soprattutto. Il Rap in particolare, in questi due anni si è praticamente azzerato.
Guarda il video di Amusin Project – Arsen Palestini feat. Fidel Kato
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