E’ uscito per Tuma Records e distribuito da The Orchard, Spuma il nuovo album firmato dai siciliani Basiliscus P, già anticipato dai singoli “Magenta” e “Urban Safari“. Partendo proprio dalla spuma, abbiamo fatto loro qualche domanda.
Questo disco dei Basiliscus P prende vita da lunghe sessioni di improvvisazione in sala che poi sono state sviscerate e riarrangiate sotto la guida di Marco Fasolo, leader dei Jennifer Gentle e produttore tra gli altri di I Hate My Village e Bud Spencer Blues Explosion.
Spuma è stato concepito durante il lockdown e rifinito in uno studio ricavato all’interno di un ex Forte militare di fine ‘800, e successivamente registrato al The Cave, prestigioso studio di Catania in cui tra gli altri hanno registrato anche gli Afterhours.
Più che dalla spuma, o schiuma del mare, il nome deriva dalla bibita, vera e propria passione dei tre, che è molto graffiante come gusto ma allo stesso tempo dolce, ed è un po’ quel che può ricordare il suono dei Basiliscus P.
Un gioco: non abbiamo mai assaggiato la spuma. Come la descrivereste?
È una bibita gassata che non sa di niente se non di spuma! Non è come una Fanta che ha il sapore di arancia. La spuma sa di spuma.
E che parallelismo possiamo trovare con la vostra musica?
Come la spuma ci interessa essere noi stessi nella musica.
Come siete passati dall’essere una cover band a fare brani propri? E chi è stato a iniziare?
È stato un processo abbastanza naturale, ci siamo resi conto improvvisando che avrebbe funzionato e quindi abbiamo poi provato dei brani embrionali che avevano composto Marco e Federica, e ci sono piaciuti subito.
Cosa pensate che sia cambiato rispetto agli altri progetti musicali che avete avuto sinora?
Che finalmente abbiamo trovato la quadra, sia come pezzi, sia come rapporto interno tra di noi, come stimoli, come intesa e anche come equalizzazione.
Leggiamo che tra le vostre ispirazioni ci sono anche i Verdena. Cosa vi hanno lasciato? Che cosa pensate del loro nuovo album?
Ci hanno lasciato la passione per i Motorpsycho e per la cura dei dettagli. Li abbiamo visti live più volte, anche assieme, ed è stata sempre un’esperienza bellissima, penso che in Italia ce ne siano pochi come loro. L’ultimo album è una bomba, ci sono pezzi che diventeranno dei classici secondo me, come “Pascolare”, e comunque ormai anche a livello di produzione hanno raggiunto una personalità unica.
Com’è stata la vostra esperienza con Arezzo Wave? Avete valutato altri concorsi o talent?
È stata una bella esperienza, sia musicale che in generale. Abbiamo vinto qui in Sicilia senza minimamente aspettarcelo, ed è stata una soddisfazione massima dato che la nostra città non è spesso considerata, a torto, come città musicalmente attiva, rispetto a realtà come Palermo o Catania ad esempio. Altri concorsi non ne abbiamo fatti, men che mai i talent sia perché concettualmente non ci piacciono, e poi non saremmo nemmeno il gruppo adatto a parteciparvi, e di snaturarci non se ne parla nemmeno.
La cosa più importante che vi ha detto Marco Fasolo?
È stata un’esperienza formativa andare in studio con Marco. Una delle cose più importanti apprese è che ci vuole il Mood e l’approccio giusto quando si suona in studio e lui ce lo ha saputo trasmettere.
Quali potrebbero essere i nuovi nomi della scena rock in Italia?
Mi piacerebbe dire i Basiliscus P.!
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