Il 10 aprile 1970 venne data la notizia che i Beatles non esistevano più. In questo articolo di Vittorio cerchiamo di capire come mai sono arrivati allo scioglimento…
Era precisamente il 10 aprile 1970. Al mondo venne data la notizia che i Beatles non esistevano più. I quattro di Liverpool, che già dal 1966 non facevano più concerti, decisero che il gruppo non aveva più ragione di essere tale. Ognuno per la sua strada, ognuno con la sua compagnia. Il sodalizio fu sciolto.
Cosi come li conosceva il mondo intero erano in pista dal 1962, dopo aver frequentato i palchi come Quarrymen, aver avuto nelle proprie fila il bassista Stuart Sutcliffe e il batterista Pete Best ed aver ricevuto il rifiuto della casa discografica Decca. Nell’anno di grazia 1962 incisero, per la EMI, il singolo Love me do. Da quel momento la loro e la nostra vita non fu più la stessa.
Poco meno di 8 anni nei quali il mondo, perlomeno quello occidentale, cambio radicalmente grazie, o a causa, anche dei Beatles. La musica, i vestiti, il cinema, le riviste, i giovani, le ragazze, le scuole, la religione, la politica, il mondo, il futuro non furono più quello che erano stati.
Tanto per citare alcune variazioni le giovani diventarono yeye in virtù del ritornello di She loves me, che appunto faceva yeah, yeah, yeah, l’immaginazione arrivo per un breve periodo al potere e il mondo visse almeno tre giorni di pace e musica rock.
Gruppo fra i più frantesi della storia, i Beatles. Facce da bravi ragazzi e scrittori di canzonette d’amore per i più, in realtà rottamatori di codici etici superati e ineguagliati innovatori musicali. Visionari sin dalle loro immagini in copertina e provocatori senza aver la necessità di gridare. Anzi, il contrario. Con il sorriso sulle labbra Lennon invito i magistrati inglesi ad arrestare la regina Elisabetta. In casa sua, a Buckingham palace, i quattro avrebbero fumato uno spinello e secondo la legislazione britannica andava punito chi consumava droghe e il proprietario dello stabile ove avveniva il reato. Con tenerezza e lucidità Harrison parlava altresi di misticismo e spiritualità che aveva trovato, non nella civilissima Europa, bensì nella civiltà indiana.
Una volta scioltisi hanno continuato, ognuno per se, a produrre musica di altissima qualità. Visto e considerato che gli album (a proposito tale termine è dovuto a loro e al loro modo di intendere la grafica dei loro dischi) dei fab4 li conoscete tutti a memoria, e se non li conoscete è solo colpa vostra ed è una lacuna che dovete colmare al più presto, in questo breve articoletto vi consiglio un paio di lavori usciti dopo il 10 aprile 1970.
Il primo è un triplo lp (disponibile anche in doppiocd) di George Harrison dal titolo ALL THINGS MUST Pass, che contiene la magnifica My sweet lord e vanta la produzione di Phil Spector e la presenza di musicisti del calibro di Eric Clapton, Billy Preston e Dave Mason.
Il secondo è un lavoro che non appartiene ai quattro baronetti, ma nel solco dell’apertura della mente effettuata da George, Paul, Ringo e John vi consiglio caldamente YOKOKIMTHURSTON, album uscito nel 2012 confezionato da Yoko Ono, Kim Gordon e Thrston Moore dei Sonic Youth. Come passare dall’ingenuità alla ruvida consapevolezza in pochi secondi. Da Love me do Mirror mirror. Come diceva un noto televenditore, provare per credere.
Vittorio