Torna in scena Beppe Dettori e noi abbiamo già avuto il privilegio di ascoltarlo lanciando anche sulle nostre pagine il video Monnalisa, unico omaggio che apre la tracklist di inediti di un disco dalla storia singolare: @90. Ecco l’intervista di Blog della Musica
Beppe Dettori e Giorgio Secco producono @90 nel 1999 e scritto l’anno prima e poi fermato, congelato in qualche modo, per tutti questi anni. Venti lunghi anni… e solo oggi arriva la pubblicazione ufficiale con un titolo che ovviamente ricerca una continuità concettuale con quelle origini. Suoni e modi di fare che sono un vero gioiello di cultura e di testimonianza viva ancora oggi se pensati alla discografia pop di questo momento. Canzoni pulite, di acqua e sapone, qualche deriva in inglese e quel bel piglio rock italiano che lascia spazio – finalmente – ai soli di chitarra. Torniamo indietro nel tempo e lo facciamo con gusto e tantissima qualità di un mestiere artigiano che, anche nel pop indipendente, è andato perduto.
Abbiamo lanciato come di consueto il video di riferimento per ogni nostra intervista. E vorrei partire proprio da qui: perché “Monnalisa”? Cioè perché rappresentare un disco di inediti proprio attraverso l’unico omaggio che vi siete concessi?
Fatalismo… Abbiam cercato di tenere quelle che erano le idee e le strategie del ’99 dei nostri interlocutori di allora e “direttori artistici”. A dire il vero, poi, c’è stata una grande indecisione sulla scelta del singolo che riguardasse gli inediti, perché ci piacevano tutti tantissimo… perciò Monnalisa ci ha messo tutti in accordo sulla scelta del primo singolo che rappresentasse l’idea di quel periodo, appunto il 1999.
Parlo al plurale, se me lo concedi, anche per inglobare in questo tuo nuovo disco un protagonista importante che è Giorgio Secco. Faccio male?
No fai benissimo!
È decisamente curiosa la vita e la genesi di questo disco. Perché tutti questi anni di silenzio e dunque (a questo punto viene naturale chiederselo) perché si è interrotto proprio oggi?
Per dimostrare forse che il tempo non esiste? In effetti quando ci riascoltavamo le tracce per provare a rimestare i brani e renderli fruibili per altri artisti e interpreti, ci veniva un po’ il magone. Sembrava di uccidere e rovinare qualcosa che invece conteneva qualcosa a livello emozionale e spirituale, molto alto secondo la nostra percezione e sensibilità artistica. UNDAS edizioni musicali (etichetta sarda) ha recuperato il master (sepolto in nuraghe e quindi ben conservato) rimasterizzato e pubblicato. Quindi grazie Undas (cioè Onde dal sardo). Speriamo che le onde delle emittenti radiofoniche possano divulgare il nostro @90 come onde del mare.
Ricordi importanti legati a quel 1999?
Ricordi… non fantastici, sinceramente. Eravamo colmi di entusiasmo e ad un certo punto completamente svuotati e frustrati. Maltrattati e un po’ presi in giro dai discografici e dalle promesse non mantenute…Passato il ’99, sia io che Giorgio Secco abbiamo pensato più al concreto e così prendemmo 2 strade separate, Lui come turnista/chitarrista e io come compositore/autore. Perciò un ricordo meraviglioso nella sua “drammaticità”, per l’ego ferito, ma edificante allo stesso tempo.
Cosa pensavate di farne di quel disco? Anche se a distanza di anni, avete avverato qualcosa di quel sogno?
Oggi si. Siamo riusciti a pubblicare questo lavoro che tanto ci appassionò, allora, nel portarlo avanti, come costruirlo, le tematiche, i brani, gli arrangiamenti e i musicisti. La debacle discografica ha distrutto un’industria ma ha aperto i mercati e la possibilità a tutti di divulgare, tutelare e promuovere le proprie cose. Il contro è che magari ci sono meno risorse economiche per investire su progetti artistici. Risorse che arrivavano dagli introiti delle vendite. Ci sono i concerti per fortuna.
A chiudere: tu che di carriera ne hai da vendere, ci lasci uno sguardo alla musica di oggi?
Si! DISCOGRAFIA MORTA! Lunga vita alla musica dal vivo suonata con passione e onestà. I più fortunati e facoltosi diventano i discografici di loro stessi o di chi per essi.