Gaia Leone e Leonardo Bertinelli sono i due musicisti italiani fondatori dello studio Bertinelli Sound di base negli Stati Uniti. Bertinelli Sound fornisce una vasta gamma di servizi di Produzione e Composizione per assicurarsi che l’Artista si connetta con il suo pubblico attraverso il raggiungimento della perfezione sonora. Li abbiamo intervistati per conoscere meglio questa realtà di eccellenza
Ciao Gaia e Leonardo e benvenuti su Blog della musica. Iniziamo questa chiacchierata col conoscerci. Potete brevemente presentarvi ai nostri lettori e dirci cosa rappresenta per voi il progetto Bertinelli Sound?
Ciao a tutti, siamo Gaia Leone, arrangiatrice e compositrice laureata al Berklee College of Music, originariamente da Reggio Calabria, e Leonardo Bertinelli, produttore e ingegnere del suono laureato al Berklee College of Music, originariamente da Roma. Per noi Bertinelli Sound rappresenta un investimento nella creazione di una compagnia che possa mettere insieme tanti servizi di diverse tipologie che vanno dalla produzione di canzoni, alla creazione di jingle, quindi lavorare per film e TV, o anche all’aspetto più tecnico relativo al suono come registrazione, mixaggio e mastering. L’idea base del nostro progetto è di fondare una rete di servizi sotto un unico nome, un unico logo, che possa permettere a chi si interfaccia con noi di portare in vita la propria visione musicale sia che si tratta di una demo allo stadio base, sia che si tratti di un progetto già iniziato che ha bisogno degli ultimi ritocchi.
Dall’Italia quindi, agli USA, raccontateci la vostra storia, le vostre differenze culturali, il vostro bagaglio musicale… Gaia, da Reggio Calabria al Berklee College of Music di Boston. Parlaci del tuo viaggio e delle tappe che ci sono state…
(Gaia) Io vengo da Reggio Calabria dove ho studiato prima chitarra privatamente, poi il basso elettrico da autodidatta. Attraverso questo mio primo approccio alla musica ho potuto avere le prime esperienze in studio e sul palco. Dopo di che ho cominciato a seguire il Berklee e a frequentare alcuni programmi estivi, e nel frattempo poi ho anche fatto audizione per accedere al programma di laurea. Sono riuscita ad ottenere una borsa di studio completa che mi ha permesso di studiare e trasferirmi negli Stati Uniti, a Boston. Al Berklee ho completato una doppia laurea in Composizione e Produzione per Arrangiamento Commerciale, e Performance con Basso Elettrico. In seguito al percorso di laurea ho completato un tirocinio a Los Angeles presso il compositore Bear McCreary. Adesso abbiamo creato la nostra compagnia di produzione Bertinelli Sound. All’attivo io sono anche una compositrice per Discovery Channel e ho crediti musicali per reti televisive nazionali e internazionali come NHK Japan.
Leonardo invece tu sei partito da Roma, sempre destinazione Berklee College of Music di Boston: come mai questa scelta?
(Leonardo) Come Gaia ho iniziato lezioni di chitarra a 11 o 12 anni. La passione per la musica e lo strumento mi ha portato ad esplorare non solo la tecnica e lo strumento in sé, ma tutto ciò che riguarda il suono. Suonando ho capito che ogni plettro ha una timbrica diversa, come si tocca lo strumento influisce sul suono. Ho così approfondito l’effettistica, provando a imitare il suono dei miei idoli e mi sono appassionato alla registrazione. Mentre studiavo Ingegneria Aerospaziale a Roma, ho capito però che non stavo facendo quello che volevo veramente e ho deciso di dirigere tutte le mie energie nella musica. Dopo essermi informato ho deciso di applicare al Berklee College of Music e avendo passato l’audizione, ho deciso di trasferirmi a Boston per iniziare un nuovo percorso.
Dove e come vi siete incontrati e quando avete poi deciso di dare vita ad un progetto così importante?
Ci siamo incontrati al Berklee, dove abbiamo collaborato diverse volte e in diversi progetti. Vedendo che le nostre qualità e competenze si completavano, abbiamo deciso di unire le nostre forze per dare vita a Bertinelli Sound che si è rivelata la scelta giusta da fare. Già all’interno dell’ambito scolastico molti colleghi si rivolgevano a noi due per portare a termine i propri progetti.
Come nasce “Bertinelli Sound”: unione di esperienza in ambito Composition e in ambito Mixing?
Come detto in precedenza, abbiamo avuto l’opportunità di collaborare e lavorare insieme in alcuni progetti e abbiamo capito che potevamo lavorare insieme, dando ognuno il meglio di se e offrendo la propria specializzazione. Vedendo che molti colleghi si rivolgevano a noi, è stato chiaro il desiderio di creare qualcosa insieme che avesse un nome e un’identità, per questo è nata Bertinelli Sound. Io (Leonardo) curo la parte tecnica del suono, mentre Gaia si occupa della parte compositiva e dell’arrangiamento.
Vorremmo conoscere alcuni dei vostri progetti più importanti ai quali avete lavorato. Ad esempio ci incuriosisce molto l’artista Tristan Simone (emergente Hip hop) o le collaborazioni con Discovery Channel e NHK Japan.
Le collaborazioni con Discovery nascono da un networking costruito al Berklee tramite vari professori e colleghi. Abbiamo avuto un primo contratto in ottobre 2019. Siamo un piccolo team di scrittori e compositori molti dei quali erano miei colleghi e con i quali ero in classe. Perciò conosciamo i punti di forza dell’uno e dell’altro e ci completiamo. Successivamente Discovery ci ha offerto un secondo contratto, attualmente in corso. Si tratta di una collaborazione che parte da Discovery USA, ma che si estenderà alle varie estensioni del canale. NHK Japan e una collaborazione nata attraverso networking tra alcuni colleghi della scuola. All’ultimo minuto sono stati chiamati dalla rete che cercava contenuto musicale. Io (Gaia) con un piccolo team, abbiamo creato il contenuto che è disponibile online e che potete vedere in questo video:
Da quello che capisco da voi passano tutti i generi musicali possibili, ma ce n’è uno che sentite più “vostro”?
Ovviamente ognuno di noi ha i propri generi preferiti.
A me (Gaia) piace molto l’Indie Rock, la musica sperimentale e il Funk. Però in quanto musicista di studio e compositrice, posso dire che quando ci si interfaccia con i clienti si deve essere pronti a produrre in moltissimi generi, si deve essere flessibili, si devono conoscere almeno le basi dei generi più richiesti per poi riuscire a incontrarsi con il cliente. Direi che è molto importante avere una conoscenza dei vari groove, delle varie caratteristiche di ogni genere per potere dare al cliente una base solida su cui lui può muoversi. Non crediamo alle barriere che distinguono i generi. Tutto è musica e con buon orecchio, ascolto, conoscenza e creatività si riesce a lavorare e produrre un prodotto che segua gli standard professionali. E chissà se uscendo dagli schemi e da qualche “errore” non nasca qualcosa di nuovo e fresco.
Io (Leo) invece, amo il Folk, il Blues e il Country ma ho esperienza con vari generi musicali, dall’Hip-Hop, al fusion-jazz. C’è della musica che noi preferiamo ascoltare, però onestamente qualunque musica, fatta bene e con una visione animata da talento, dedizione, creatività è sicuramente molto valida e appassiona esattamente quanto generi a noi più familiari e che prediligiamo.
Allo studio Bertinelli Sound vedrete tantissimi giovani musicisti. Alla luce anche di questo periodo che stiamo vivendo con il Covid-19: com’è la situazione lavorativa per i giovani? Riescono a vivere di Musica o sopravvivono?
La situazione cambia da paese a paese. Ogni paese reagisce in modo diverso, si tratta di un discorso politico, ogni paese ha le proprie direttive e regole da seguire. In generale la situazione dipende dal lavoro che si svolge. Il musicista per esempio è stato fortemente colpito dalla pandemia. Mentre chi lavora nel campo della produzione e composizione è stato colpito leggermente. La nostra professione si è sempre svolta alla scrivania o studio, soprattutto oggi che l’home studio è diffusissimo tra i professionisti nel settore musicale. Per i giovani, la situazione lavorativa qui in America è abbastanza difficoltosa ma una cosa positiva che si può apprezzare in paese come questo dove la musica stessa ha moltissimi sbocchi che in altri paesi come l’Italia non è ancora possibile vedere, ci sono tante opportunità e la gente vuole crearne di nuove reinventandosi o pensando fuori dagli schemi. Si riesce a vivere di musica, molti all’inizio affiancano altri lavori. Noi personalmente in quanto immigrati abbiamo l’obbligo legale di poter svolgere attività lavorative solo nel nostro campo di studio, quindi non avendo scelta, ci impegniamo a fare questo.
Potete spiegarci nel dettaglio come si svolge una produzione al Bertinelli Sound? Raccontateci una session: dal contatto con il cliente al demo stage, alla full production e al final mastering. Tempistica, workflow… vogliamo sapere tutto…
Come esempio analizzerei la produzione di Music Is Dead di Tristan Simone. Tristan si è presentato da noi con una demo di una canzone molto personale. Dopo aver sentito me ne sono innamorato immediatamente e ho sentito nella testa cosa poteva essere e come poteva evolversi.
Il primo step è stato ascoltare Tristan cantare il brano accompagnato dal piano. Così ho capito la sua interpretazione e il suo carattere. Successivamente, ho stabilito quale fosse lo strumento che potesse complementare la voce e potesse fornire la base, il fondamento su cui tutto il resto dovesse costruirsi sopra. Il pianoforte.
La mia workflow è solitamente di affidarsi ai musicisti. Dare delle direzioni, spiegare cosa sento in testa, ma lasciare libertà sia creativa, che interpretativa al musicista, che è il professionista nello strumento e può sicuramente dare e aggiungere qualcosa che io non potrei per esempio provando a suonare lo strumento. Preferisco sempre condividere idee e collaborare con i musicisti in modo da avere un potenziale massimo. È così che è nato l’accompagnamento di Music Is Dead, in una sala prova con Riccardo Gresino al pianoforte.
Successivamente, dopo aver stabilito l’elemento principale, bisogna decidere con cosa condire il brano. Data la natura e il testo del brano, crudo, duro e molto articolato ritmicamente, abbiamo insieme stabilito che il basso è l’elemento giusto. Non invasivo, in secondo piano, ma presente e solido. Gaia al momento della produzione si trovava a Los Angeles, mentre noi eravamo a Boston. Perciò abbiamo deciso di registrare il brano a Los Angeles. Il ruolo del produttore è di tenere conto di tutto ciò che riguarda la produzione, quindi anche il viaggio, l’alloggio, lo studio e il cibo durante la sessione. Quindi insieme a Tristan, Riccardo e Gaia, abbiamo deciso e date e mi sono messo al lavoro.
Prenotato lo studio, aereo, alloggio e organizzato il tutto nei dettagli. Arrivati a Los Angeles, dove abbiamo alloggiato 4 giorni, abbiamo trovato Gaia ad accoglierci. I primi due giorni sono stati di prove e arrangiamento. La canzone è stata arrangiata in un salotto. In un studio siamo arrivati preparati e senza dubbio la canzone ha preso vita ed è nata così Music Is Dead. In sole due settimane, da una demo si è arrivati a un prodotto finito.
Una curiosità: pensate sia ancora essenziale essere in prima persona un “talent scout” alla vecchia maniera? Andare a scovare nuova musica e nuovi gruppi semi-sconosciuti nei piccoli locali?
Assolutamente sì. La figura del talent scout sta cambiando secondo noi. L’industria sta cambiando e la pandemia ha dato un colpo forte a questo cambiamento accelerandolo. Prima i talent scout andavano nei locali ad ascoltare gruppi semi sconosciuti e instaurare una relazione. Adesso lo scouting avviene sui social media, Bandcamp e altri siti e comunità musicali digitali e online. Molti clienti ci contattano da diverse parti del mondo attraverso Facebook o Instagram o sito web. Noi stessi spesso contattiamo i nostri clienti online o ricerchiamo band e artisti online.
Quali sono le caratteristiche a livello di sound, personalità, identità che state cercando negli artisti per allargare il vostro roster? Che cosa non deve assolutamente mancare per attirare la vostra attenzione?
Riguardo la produzione di un artista per noi l’importante è che l’artista sia non solo un artista quando entra in studio, ma che sia un artista nella vita, originale e autentico, e che abbia una visione musicale coerente con la visione sulla vita, che sia coerente con se stesso. Non siamo fan di chi crea una figura per un determinato album o progetto. È una cosa che salta subito all’orecchio. Certamente non è facile, sappiamo che artisti maturano nel corso della loro carriera, pero la nostra missione è portare in vita la loro visione e portarla alla maturazione con gli strumenti necessari.
Per chiudere questa intervista: perché un artista dovrebbe lavorare con voi? Diteci qualcosa di voi che ci spinga a cercarvi sui social e nel web e che stimoli il nostro interesse.
Siamo entrambi giovani, abbiamo un passato come musicisti e performer, e poi siamo passati dall’altro lato del vetro. Abbiamo avuto il piacere di aver lavorato e lavorare con artisti e clienti da tutto il mondo, quindi ci siamo interfacciati con molteplici culture e generi musicali. Berklee ci ha insegnato il valore di avere una mentalità aperta al dialogo e la discussione e la sperimentazione musicale. Siamo due internazionali che vivono all’estero quindi sicuramente abbiamo una percezione del mercato musicale arricchita. Abbiamo tanta voglia di fare e siamo dei musicisti e produttori che danno veramente importanza alla visione. Non importa la grandezza del progetto o la quantità, il nostro obbiettivo è creare qualcosa di unico e memorabile, soprattutto qualcosa di vivo che possa aiutare tante persone il più possibile
Grazie a Gaia e Leonardo di Bertinelli Sound di essere stati con Blog della Musica.
Ascolta alcune produzioni del Bertinelli Sound
Info, Social e Contatti
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