INTERVISTA | BOB BALERA: lui non è difficile da trovare

Bob Balera pubblica È difficile trovarsi, un disco che affronta il difficile tema dei rapporti interpersonali. Dopo aver visto il video di Giorni da Cicala, leggiamo l’intervista…

Un disco che affronta il difficile tema dei rapporti interpersonali: litigi, scontri, incomprensioni… ma soprattutto le maschere che poi alla fine non ci fanno riconoscere. Tutto questo potremmo dedurre anche solo dal titolo di questo esordio dei Bob Balera: È difficile trovarsi. Un bellissimo scenario italiano, dalle “confusioni” indie al pop più industriale passando per tinte di funky e di ironia davvero intelligente. Come nel video che vi abbiamo mostrato Giorni da cicala. Ma questo disco ci regala anche importanti momenti visivi come la bellissima Bologna che chiude l’ascolto e onestamente mi riporta alla mia adolescenza di nebbia e di portici. Come di consueto l’intervista del giovedì per gli amici di Blog Della Musica:

Ci risponde Matteo Marenduzzo (Basso, Produzione)

Sembra quasi che vi siete fermati agli anni ’80 e ’90. Da quel tempo avete preso molto o sbaglio?
Abbiamo pescato a piene mani da entrambe quelle decadi infatti, ma, ti dirò di più, a mio avviso in certe cose si sentono anche soluzioni vicine agli anni ’60 e ’70, interpretato secondo il nostro guizzo. Chi parla è cresciuto a pane e musica alternativa negli anni ’90, che per età anagrafica mi corrispondono molto, ma nel tempo ha apprezzato molto dell’electro italiano degli anni ’80, come della new wave più cupa, passando anche per il trash ,penso ai Righeira, che ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo in formazione ridotta negli ultimi tempi, bazzicandoalcune feste a tema anni ’80 piuttosto a la page nella nostra zona.

Dalla prima all’ultima traccia il disco è decisamente impegnato sul tema, sul sound e sull’estetica. Ma ci sono dei fuori pista proprio come il singolo di lancio che quasi potrebbe essere un brano di ironia e intelligente presa in giro. Aiutateci a decifrare la cosa. Sbaglio io oppure ha davvero senso questo cambio di stile?
Attenzione che in realtà il singolo di cui parlate, “Giorni da Cicale”, è in realtà il video uscito oramai un paio di estati fa.
Il progetto era nato quasi per gioco per pubblicare unicamente quel singolo e una b side, anche perché il nostro frontman avrebbe dovuto trasferirsi definitivamente in Brasile per rincorrere la bella vita e un salario importante, ma le cose sono andate diversamente. Quindi sono cambiati gli umori, ed è infine uscito il disco! Il brano apripista di questo primo lavoro sulla lunga distanza è “Roma Berlino”.

Il brano “Celentano” ci ha incuriositi più per il titolo che per il sound più Americano del solito…ce lo raccontate?
Fondamentalmente, Ascoltando il primo provino di Romeo (e del valente Paolo Piovesan, la seconda metà della mela dei Bob Balera all’epoca), nella marea di tracce proposte, parte improvvisamente questo riffone ( in origine di chitarra), che mi ha subito rimandato al beat sghembo e verace del molleggiato. Da lì poi Romeo se ne è uscito con testo ed interpretazione ad hoc, e da questo ad arrivare al titolo la strada è stata brevissima.

Dove siamo finiti con l’indie italiano secondo voi? Ve lo chiedo perché la vostra musica è tra le poche che sembra “rivoluzionare” quel sound dissonante e poco melodico…
Intanto ti sono grato perché scrivi che siamo in qualche modo dei rivoluzionari, e forse lo siamo nel modo più “reazionario” possibile, ovvero quello di rispolverare le buone vecchie canzonette all’italiana, o almeno questo era il nostro obiettivo primario. Per quanto mi riguarda poi, trovo che l’indie italiano (che per me rimane solo sinonimo di musica indipendente italiana), sforni sempre band e cantautori interessanti, alcuni dei quali purtroppo rimangono in ombra, in questo periodo di musica liquida in cui è molto facile perdere il filo dell’ascolto.
Noi in primis suoniamo da molti anni, ci siamo tolti diverse soddisfazioni ma rimaniamo pur sempre degli sconosciuti, ma in fin dei conti ci piace questo modo di fare musica, libero da qualsiasi vincolo legato al profitto (che infatti la nostra etichetta Dischi Soviet Studio temo non persegua come obiettivo principale:)).
Chiudo dicendo che sono un appassionato degli Afterhours, ma in forte disaccordo con i foschi umori del loro frontman riferiti allo stato della musica italiana. E ad ogni modo noi ci divertiamo ancora molto, e il resto ha meno importanza.

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