INTERVISTA | Bora e il nuovo EP “The Lost Tapes”

Pubblicato dall’etichetta Rivoluzione Dischi il 16 aprile 2021, The Lost Tapes è l’EP d’esordio di BORA, artista italo-turco residente a Roma da oltre 15 anni. Un progetto di musica elettronica che spazia tra i suoni degli anni ’80 e ’90, con tante contaminazioni e un approccio malinconico spesso dalle tinte dark. Bora in persona ci ha raccontato questa nuova avventura…

Ciao Bora e benvenuto sul Blog della Musica: sappiamo che hai una doppia nazionalità, tra Italia e Turchia. Ti va di presentarti brevemente al nostro pubblico?
Ciao! Grazie mille per lo spazio dedicato. E’ vero, sono nato e cresciuto ad Ankara, città d’adozione Roma da più di 15 anni ormai. Roma è la città che mi ha dato tutto: casa, amici, amore e ora anche la possibilità di fare musica.

Parliamo del tuo percorso musicale: come ti sei avvicinato alla musica e poi come sei arrivato a comporre i tuoi primi brani…
Ho studiato musica classica al conservatorio, anche se la mia passione è sempre stata più la musica elettronica / dance. Ho iniziato a scrivere i miei brani durante gli anni del Conservatorio, poi una lunga pausa. Roma mi ha riportato la voglia di scrivere e creare. Scrivo tutti i brani con una chitarra acustica, a volte nasce prima il testo, a volte la melodia.

Il fatto di avere questa doppia nazionalità, di appartenere a due paesi (se così possiamo dire) ha influito nel tuo modo di intendere e creare musica?
Non penso più di tanto, perché la mia musica non contiene elementi dalla musica turca, almeno per ora: forse appartenere a due paesi mi ha dato una visione un po’ più internazionale e la voglia di esperimentare.

The Lost Tapes è il tuo primo EP e nasce dopo l’uscita di diversi singoli: vuoi raccontarci il percorso che ha portato alla nascita di questo lavoro?
The Lost Tapes è una raccolta di brani scritti dal 2012 fino ad oggi, il primo singolo Plastic, è stato pubblicato un paio di anni fa. Posso dire che anche se ho iniziato il percorso musicale pubblicando singoli, l’intenzione principale era quella di far uscire questa raccolta, i brani che raccontano una storia, un’idea, insieme.

Parliamo proprio dell’EP: è un disco di musica elettronica con brani anche di diverso tipo. Vuoi descriverlo brevemente ai lettori del Blog della Musica?
Ci sono influenze anni ‘80, anni ‘90 (sono il figlio degli anni ‘80), anche un sound di musica elettronica più contemporanea ed elementi acustici come il pianoforte e gli archi di Lost. L’EP ha un approccio molto introverso, a tratti un po’ dark e malinconico.

Raccontaci adesso come nascono le tue canzoni: da che idee partono
Da qualsiasi cosa che mi possa dare ispirazione. Halfway happy nasce da una semplice frase che ho sentito all’interno di un film, Brave Enough è nato dopo aver ascoltato la storia di una ragazza transgender a Bangkok, mentre Plastic in macchina mentre giravo le strade di Roma.

Dalla nascita delle canzoni poi c’è il passaggio in studio per registrare. Come hai lavorato a questo progetto? Raccontaci qualche dettaglio
Qui subentra il mio produttore, Alessandro Forte. Scrivo e registro tutti i brani chitarra e voce, poi li porto da Alessandro e insieme decidiamo che direzione prendere, cosa ci trasmette il testo e la melodia.

Chiaramente in questo periodo è un po’ difficile fare delle proiezioni. Ma prima di lasciarci vuoi dirci se stai lavorando a qualcosa di nuovo in particolare?
Continuo a scrivere. E non vedo l’ora di poter fare qualche LIVE. Ma attualmente l’unico obiettivo di condividere i nuovi brani con le persone.

Guarda Plastic, il video di BORA

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