Stellare, esplosivo, visionario e decisamente ricco di trasgressive scelte espressive. Si intitola, guarda caso, “Supernova” di CAPVTO
Si intitola “Supernova”, il nuovo disco di Valeria Caputo che probabilmente non ha proprio niente di suonato per davvero. Probabilmente è solo grande design digitale a seguire passo passo qualcosa che assomiglia molto ad una totale rivoluzione di se più che ad un’evoluzione spirituale ed artistica. Via tutto il folk. Via quel nome “normale”. Oggi si chiama CAPVTO e, dentro matrici digitali, arrenda il tempo e lo spazio per dar senso ad espressioni che dalle forme poco conosciute. Un disco difficile ma di sicuro fascino. Dalla rete abbiamo pescato il primo singolo dal titolo “Blooming”. Ora due chiacchiere con la cantautrice CAPVTO:
Dal mondo digitale a quello analogico. Il tuo habitat dunque qual è?
Il mio habitat è la musica…what else?
Ci si chiede subito: “Supernova” è un esperimento tanto per capire che accadeva o è un cambiamento definitivo? E se esistessero entrambe le artiste?
Supernova è Supernova. Migratory Birds è Migratory Birds. Io sono sempre io. Chiederesti mai ad una madre se dopo il secondo figlio, magari molto diverso dal primo, si sente più madre di uno o madre dell’altro? I figli so’ piezz’e’cor! Tutto è un esperimento nella vita per come la intendo io, la mia musica né è la manifestazione.
Di questo disco così ermetico e visionario, qual è il passaggio che più rappresenta il tuo passato e quale invece il futuro?
Sicuramente il disco stesso, Supernova, è un passaggio esso stesso. Sicuramente un disco che mi apre al cambiamento e che sono pronta ad accogliere. Il mio futuro è adesso!
Secondo te in futuro, con uno sguardo di massima, i suoni andranno in direzione oggi impensabili o torneranno ad assomigliare a quelli di un tempo?
Tutto può succedere! Non è una risposta che glissa ma davvero credo che il mio modo di comunicare possa continuare ad evolversi in altri sensi oppure no…non saprei. Al momento mi sto godendo l’attimo, senza tornare al futuro.
Una cosa è certa: farò quello che mi piace.
Nel mondo discografico di oggi, italiano soprattutto, dopo impera il POP da hit radiofonica, secondo te “Supernova” a quale target si rivolge? Ne esiste uno che sia italiano?
Target è una parola inglese che significa bersaglio. La musica va a chi ha orecchie per ascoltarla. Non ho obiettivi di marketing anche se so che è una componente importante nel mondo della musica ma tengo a sottolineare che quando compongo sono libera da processi di adattamento commerciale. Ma per rispondere in modo più diretto alla tua domanda, credo che Supernova si rivolga ad un pubblico di ascoltatori emancipato.
Se ai media basta cambiare nome, dal vivo che faccia avrà CAPVTO?
Mentre “Migratory birds” è l’epilogo della ragazza, “Supernova” ha il volto della donna.