ANTROPOFAGICO III è il terzo Ep della cantautrice italiana, ma londinese di adozione Celeste Caramanna, l’ultimo tassello della trilogia Antropofagico. Ecco cosa ci ha raccontato in questa intervista
E tra le domande inviate all’ufficio stampa di Celeste Caramanna e l’uscita di questa intervista ecco spuntare dalla rete un nuovo video che immortala il Carnevale di Venezia… un video girato qualche carnevale fa, di quando il mondo era normale. E della normalità e, soprattutto, della verità, si fa scudo e bandiera la musica e la voce di un’artista come Celeste Caramanna, italiana e apolide figlia di una scena inglese e di un pop main stream che non ha bandiera e facili etichette territoriali. L’attualità è dentro un altro video che gira sulle nostre pagine e parliamo del brano Tana libera tutti – di una clip assai suggestiva che richiama quel “Dogville” famoso… e noi siamo qui a celebrare Antropofagico – volume III che chiude un percorso, una lunga raccolta di inediti di Celeste Caramanna. Di tutto questo, promette, uscirà un disco fisico, in CD e Vinile… e di queste canzoni, di tutto questo suono, resta fortissima quella sensazione di collettivo, di comunitario, di uomo su questa terra senza confini e senza barriere… ma tutti figli di un’unica esistenza. Danzando tra generi e colori si va…
Noi siamo sempre curiosi dei nomi e delle loro origini. Quanti ti hanno chiesto di “Antropofagico”? È inevitabile…
Tanti… e questo mi piace molto, quindi grazie per questa domanda… è un concetto di cui mi sono appassionata.
Una semplice parola formata da Anthropos e Fagei che nelle popolazioni indigene aveva il significato di cannibalismo. Per loro divorare il nemico significava incorporare la forza del nemico, appropriarsi di quella forza.
Con Oswald de Andrade, fondatore del movimento modernista in Brasile, nel 1928 assume un significato molto più complesso, si basava sul desiderio di divorare ciò che veniva da fuori e assimilarlo… non negare la cultura straniera ma assorbirla, deglutirla, processarla e mischiarla per dare origine a quello che può diventare unico e proprio. Portare l’esterno dentro di noi.
Come dice Oswald de Andrade nel “Manifesto Antropofagico” del 1928:
“Só a antropofagia nos une. Socialmente. Economicamente. Filosoficamente.”
“Solo l’antropofagia ci unisce. Socialmente. Economicamente. Filosoficamente.”
Dopo nella musica, sempre in Brasile, questo concetto è stato ripreso nel movimento Tropicalista negli anni sessanta.
Il mio movimento, il mio sentimento interno é proprio questo di fronte alla musica, é prendere e deglutire tutte le influenze, gli stili, le culture, i ritmi che mi affascinano, per poi buttarli fuori, rimescolati con quello che ho dentro di me, con le mie caratteristiche, con i miei difetti, con la mia cultura, con la mia psiche…
Parliamo di Tana libera tutti. Bellissimo questo video che gira anche tra le nostre pagine. Come nasce l’idea? Figlia di questi distanziamenti?
L’idea nasce dal grande film “Dogville” del registra Lars Von Trier… si esattamente, vedevo in questo momento tutte queste regole, distanziamenti e controlli… mi veniva in mente l’immagine di quel film, che trattava anche di questi meccanismi sociali e individuali molto complessi: dal controllo dell’altro al controllo sociale e all’autocontrollo. Una vigilanza che può sembrare tante volte ingenua, innocente, però piena di crudeltà in tutti questi sistemi messi insieme: personale, familiare, sociale, e perché non dire anche mondiale.
Tra l’altro brano dal peso sociale fortissimo. Ma stai puntando il dito proprio a questa pandemia o a qualcuno dei suoi attori?
Il dito è stato puntato non alla pandemia, non a qualcuno di questi attori, bensì alla foto di questa nostra realtà, del nostro modo di vivere, dei nostri mondi interiori, delle nostre paure… la canzone é stata scritta nel 2019, e guarda che il mondo era già così… la pandemia ha solo esplicitato le nostre fragilità, la nostra incomprensione, la nostra incapacità di reagire…
L’oro e le sue tonalità tornano spesso nell’estetica di questo disco. È una mia impressione?
Inizialmente è stato totalmente accidentale… ma durante il percorso é stata scelta questa estetica…
A chiudere: chiusa la trilogia, che arrivi un disco a raccogliere tutto il percorso?
Si alla fine uscirà sia CD che vinile di tutto il progetto di “Antropofagico” con qualche traccia a sorpresa…
Guarda il video di Tana Libera tutti di Celeste Caramanna
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