INTERVISTA | Charlie Risso: dopo due anni arriva The Light Ep

Dopo due anni dall’album Tornado, la cantante e musicista Charlie Risso ha pubblicato il nuovo EP intitolato The Light, disponibile dal 4 novembre e uscito per Incadenza. Il disco vede la produzione artistica di Federico Dragogna (Ministri). Abbiamo conversato con l’Autrice, ecco cosa ci ha raccontato

Ciao Charlie e benvenuta su Blog della Musica. In poche righe ti puoi presentare ai nostri lettori?

Grazie sono felice dello spazio concessomi. Sono Charlie Risso cantautrice e musicista di origini genovesi. Scrivo brani evocativi di vissuto personale e curo personalmente la pre produzione dei miei dischi. Mi piace seguire tutti gli aspetti del processo creativo e della costruzione non solo dei brani ma anche di tutto ciò che riguarda le grafiche dei dischi ed i videoclip.

Come ti sei avvicinata alla musica? Come sono stati i tuoi inizi?

Ho cominciato ad appassionarmi alla musica da bambina, in casa mio fratello ed io abbiamo ascoltato diversi tipi di generi musicali grazie ai nostri genitori. Siamo così entrambi cresciuti con la grande passione per la musica. Gli ascolti riguardavano tanta musica inglese e folk rock americano anche se naturalmente non mancavano i grandi classici della musica italiana come Battisti e De Andrè per citarne solo alcuni.

Contaminazioni e ispirazioni. Charlie Risso ascolta molto la musica di….?

Sono cresciuta artisticamente parlando durante gli anni 90/00. Non posso non essere stata dunque condizionata da ciò che passava allora la radio; I Portishead, i Radiohead, la musica grunge, Twin Peaks… il tutto intrecciato con contaminazioni di ascolti che considero i grandi classici della musica internazionale dal folk (Simon&Garfunkel, Bob Dylan, Joni Mitchell) al pop/Rock Inglese (Beatles, Who, Pink Floyd)

The Light è il tuo nuovo lavoro. Ci racconti la genesi di questo tuo Ep?

Il tutto è nato da una lettura che ho fatto in montagna, uno dei luoghi che considero per me di maggiore ispirazione. Il libro in questione “La vita oltre la morte” di Yogi Ramacharaka offre un punto di vista orientale sul tema del after life. Di li è nata l’idea di “The Light” come percorso, anche artistico, volto all’autodeterminazione e alla pienezza di sé.

In questo Ep sentiamo che le tue sonorità si spostano verso l’elettronica: come mai hai sentito l’esigenza di un cambiamento che va dal folk rock a questa nuova ambientazione?

Parte del cambiamento è certamente attribuibile ad un naturale processo evolutivo agevolato certamente dall’utilizzo di programmi come garage band e Logic per la stesura delle bozze stesse in qualità di pre-produzione.

Ma buona parte del risultato dell’arrangiamento e produzione artistica è certamente attribuibile al lavoro e l’interpretazione di Federico Dragogna (Ministri).

Parlaci ora dei testi dei brani: a chi si rivolgono? Che cosa ci raccontano?

Il primo brano The Light ha certamente un forte valore spirituale e non necessariamente religioso. Si tratta di un percorso obbligato alla ricerca dell’affermazione e maggior consapevolezza di sè.

Il secondo brano si intitola S.I.N. come peccato in inglese ma che in realtà è l’acronimo di Summer in Norway paese in cui il brano è stato scritto. Un brano dalle sonorità sospese che racconta di quanto la natura possa condizionare il nostro vissuto e talvolta guarire certe ferite.

La natura come metafora ed elemento caratterizzante ancora una volta nel terzo brano Into the forest. La foresta come metafora del luogo ignoto e oscuro. L’incoraggiamento ad attraversarla con fiducia fino al raggiungimento della luce.

Il quarto brano è Landed on speed in cui ci si ritrova in un circolo vizioso, all’interno di un ambiente del tutto nuovo dove si percepisce la pretesa da parte di alcuni individui di scoprire e giudicare anche i sentimenti e le intenzioni altrui.

Dopo tre dischi, guardando indietro e poi fino ad oggi, musicalmente come ti senti cambiata?

Come già accennato precedentemente la grande differenza è certamente attribuibile ad un evoluzione di scrittura, integrando oltre alla chitarra come strumento di composizione anche altre soluzioni come piano, archi, bits attraverso l’utilizzo dei programmi già citati (Garage band, Logic). Artisticamente mi trovo a mio agio nella dimensione attuale e ritengo il percorso fatto fino ad oggi un processo necessario per il raggiungimento di una maggiore consapevolezza di me stessa come musicista e cantautrice.

Se potessi ascoltare un unico brano di The Light, quale dovrei ascoltare? Perché?

Io amo molto Into the Forest, la melodia, i cambi vocali suscitano in me emozioni forti  enfatizzati dal lavoro di produzione di Federico, per me è davvero uno dei brani più accattivanti dell’EP.

Di quale messaggio vuoi essere portatrice con la tua musica?

Ritengo di essere una persona normale con gioie e dolori comuni che possono essere condivisi nel raccontare episodi personali ma alla pace sempre con un messaggio di stimolo a correggersi a migliorarsi e ad affrontare le proprie paure. Uno dei temi ricorrenti e delle metafore che utilizzo più spesso riguardano gli elementi naturali e la natura che per me ha un valore notevole nella vita di tutti giorni e nelle scelte che tento di compiere.

Per chiudere questa nostra chiacchierata non possiamo non chiederti: quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sono già al lavoro su un full length in uscita nel 2023 e che questa volta vede la produzione di Hugo Race ex chitarrista dei Bad Seeds band di Nick Cave.

Ascolta The light di Charlie Risso

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  • Facebook: https://www.facebook.com/charlie.carlotta.risso/

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Foto di Silvia Badalotti

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