Chega de saudade è una sorta di secondo inno nazionale, perché non c’è brasiliano che non la conosca e non sappia cantarla. È la canzone che segna una svolta epocale nella storia della musica moderna, perché è dalle sue note che nasce la bossa nova ed è una delle poche canzoni non americane ammesse nel Great American Songbook, con il titolo No More Blues.
La prima Bossa nova della storia, il primo capolavoro del trio Jobim/Vinicius/Gilberto, è Chega de Saudade, che all’epoca della sua uscita apparve subito innovativa e creò un solco profondo nella cultura musicale brasiliana. I tradizionalisti cercarono di restare legati al vecchio stile, ma il ciclone scatenato da questo apparentemente semplice brano fu inarrestabile e coinvolse non solo il Brasile, ma anche il resto del mondo. Le armonie di Jobim, il testo di Vinicius e la batida di Gilberto, dissero “da oggi questa è la nuova musica brasiliana”.
«Questo brano è una cosa meravigliosa, fra i brani più belli che esistano e tutti in Brasile lo sanno cantare, come se fosse un inno alla musicalità brasiliana. È una canzone che ha rappresentato un punto di svolta nel rinnovamento della musica popolare brasiliana e, allo stesso tempo, è stato un omaggio come melodia alla tradizione della MPB, ossia, sintetizza tutto quello che la bossa nova voleva essere e fu» Caetano Veloso

- La storia di Chega de saudade
- Testo originale di Chega de saudade e la traduzione in: Basta Nostalgia
- Significato e considerazioni della canzone del trio Jobim/Vinicius/Gilberto
- Curiosità sul brano Chega de saudade
- Conclusioni
- Discografia consigliata
La storia di Chega de saudade
Dopo la presentazione di Orfeo da Conceição, Jobim andò a ritemprarsi nella casa di montagna del patrigno, nel villaggio di Poço Fundo, a Petropolis. In pieno relax, e accompagnato dalla sola chitarra, compose uno choro in due parti, un genere tipicamente brasiliano che sintetizza ritmi europei con influenze africane, da sempre radicate nella loro cultura.
Rientrato a Rio, cercò subito Vinicius, per fargli sentire il nuovo brano, ma il poeta era a letto con una febbre molto alta, colpito da un’infiammazione alla gola. Così, Tom andò a trovarlo a Ipanema, in Rua Henrique Dumond 15, portando con sé la chitarra. Si sedette accanto al letto e senza indugio iniziò a suonare. Vinicius gli chiese di ripetere il brano ancora una volta, poi un’altra ancora e così via.
Ecco come Vinicius de Moraes ricordava la creazione della canzone: «Tom la ripeté dieci volte. Era di una grazia senza pari, con un tessuto malinconico e un qualcosa di triste nel suono, molto vicino nello spirito a uno chorinho lento. Alla fine rimasi con la melodia in testa e cominciai a canticchiarla in casa, nell’attesa di un’ispirazione per le parole. Quella sì che mi sembrava una musica davvero nuova, originale, assolutamente diversa da tutto quanto l’aveva preceduto, ma talmente brasiliana quanto qualsiasi choro di Pixinguinha o samba di Cartola… Ma le parole non arrivavano. Ogni tanto mi sedevo alla scrivania, davanti alla finestra che dava sul Corcovado, e tentavo. Ma niente da fare… Ero già su tutte le furie, malgrado Tom… non mi avesse ancora telefonato per reclamare qualcosa. Una mattina, dopo la spiaggia, d’improvviso arrivò la soluzione… Cantai e ricantai il samba, facendo attenzione a ogni particolare, al colore delle parole in corrispondenza con la musica, all’accento delle toniche, al problema della respirazione nei versi, a tutto… Era davvero la bossa nova che nasceva, che chiedeva solo… la divisione che João Gilberto avrebbe scoperto poco dopo. Diedi il titolo Chega de saudade facendo ricorso ad uno dei suoi versi. Telefonai a Tom e feci un salto nel suo appartamento. Il giovane maestro si sedette al piano e gli cantai il samba due o tre volte, senza che lui dicesse niente. Dopo lo vidi prendere il foglio, metterlo sul leggio del piano e cantarlo, proprio lui. E, quindi, chiamare sua moglie con un tono vibrante: Teresa!»
«Che sciocchezza, rimare pesciolini con bacini»
Ma pare che la moglie di Tom abbia criticato il verso “pois há menos peixinhos a nadar no mar do que os beijinhos que eu darei na sua boca (perché ci sono meno pesciolini che nuotano nel mare di quanti bacini le darei sulla bocca)”, dicendo «Che sciocchezza, rimare pesciolini con bacini», ma Vinicius troncò la discussione ribattendo «Smetti di essere così snob».

Tuttavia, la canzone andò nel dimenticatoio e solo un anno più tardi venne ripescata durante un incontro tra Jobim e João Gilberto. Quest’ultimo era rientrato a Rio dopo un periodo di assenza, durante il quale aveva affinato e modificato il suo modo di cantare e, soprattutto, di accompagnarsi con la chitarra. Tom trovò geniale la sua ritmica e tirò fuori dei brani inediti su cui lavorare, tra cui Chega de saudade. João s’innamorò della canzone e la modificò con il suo nuovo stile.
Nell’aprile 1958 Elizete Cardoso incise l’album Cancão do amor demais, che non fu il grande successo di cui si è poi favoleggiato, ma che è passato alla storia perché presentava per la prima volta al mondo Chega de saudade, con la rivoluzionaria batida di João Gilberto, che cambiò la vita di un’intera generazione di musicisti e anche oltre. L’album della Cardoso passò dunque inosservato al grande pubblico e la vera esplosione della bossa nova fu rimandata solo di tre mesi, perché in luglio uscì lo storico 78 giri di João con Chega de saudade da un lato e Bim-bom dall’altro, che cambiò definitivamente il modo di suonare e di cantare nella cultura musicale brasiliana.
In un primo momento, l’accoglienza fu tiepida anche per João, forse per i pochi passaggi radiofonici, ma fu a São Paulo che il disco si piazzò al primo posto nelle vendite e portò addirittura Gilberto a esibirsi in una TV di Rio. Secondo alcune stime, il disco vendette più di mezzo milione di copie nel solo Brasile.

Il testo originale di Chega de saudade
Vai minha tristeza
e diz a ela
que sem ela não pode ser
diz-lhe numa prece que ela regresse
porque eu não posso mais sofrer
chega de saudade
a realidade é que sem ela não há paz
não há beleza, é só tristeza e melancolia
que não sai de mim, não sai de mim, não sai
Mas se ela voltar, se ela voltar
que coisa linda, que coisa louca
pois há menos peixinhos a nadar no mar
do que os beijinhos que eu darei na sua boca
dentro dos meus braços
os abraços hão de ser milhões de abraços
apertado assim, colado assim, calado assim
abraços e beijinhos e carinhos sem ter fim
que é pra acabar com esse negócio de viver longe de mim
não quero mais esse negócio de você viver assim
vamos deixar desse negócio de você viver sem mim.
Traduzione in italiano di Chega de saudade: Basta nostalgia
Vai mia tristezza
e dille
che senza di lei non posso stare
pregala di ritornare
perché non voglio più soffrire
basta nostalgia
la verità è che senza di lei non ho pace
non ho niente di bello, c’è solo tristezza e malinconia
che non mi abbandona, non mi abbandona
Ma se lei ritorna, se lei ritorna
che cosa bella, che cosa pazzesca
perché ci sono meno pesciolini che nuotano nel mare
di quanti bacini le darei sulla bocca
fra le mie braccia
abbracci che devono essere milioni di abbracci
così stretti, così appiccicati, così silenziosi
abbracci e baci e carezze senza fine
per far cessare il fatto di vivere lontano da me
non desidero più che tu viva così
poniamo fine che tu viva senza di me.

Significato e considerazioni della canzone del trio Jobim/Vinicius/Gilberto
Per creare un capolavoro ogni tassello deve andare perfettamente al suo posto. La melodia è il primo elemento che conquista l’ascoltatore, ma deve essere supportata da un’armonia coerente con il genere musicale e con le sensazioni che si vogliono evocare. Il testo deve essere in sintonia con i primi due elementi e, soprattutto, deve tenere conto degli accenti ritmici e far sì che le parole li rispettino pienamente. L’arrangiamento, infine, deve valorizzare l’intera composizione, evitando sovraccarichi eccessivi. Tutto questo lo ritroviamo alla perfezione in Chega de saudade.
Tom Jobim usa un artificio armonico molto semplice ed efficace, ossia il cambio di tonalità da minore a maggiore, per trasmettere due opposti stati d’animo e condurre dallo sconforto alla speranza. La sensibilità di Vinicius ha recepito il messaggio del compositore e ha scritto versi che mutano dal presente angoscioso di un innamorato abbandonato al futuro radioso dell’amore che ritorna.
La prima parte di Chega de saudade è in tonalità minore, questo le conferisce un sapore malinconico. L’innamorato non riesce a vivere senza la sua amata, non ha pace né bellezza, ma solo tristezza e malinconia. La seconda parte della canzone modula in tonalità maggiore, questo cambia del tutto le sensazioni che comunica all’ascoltatore, non più cupe ma solari. Si accende la speranza nel protagonista della storia che lei possa riabbracciarlo e tornare a vivere con lui. L’artificio armonico studiato da Jobim viene quindi supportato dal testo geniale di Vinicius, che sincronizza le emozioni del protagonista con l’andamento armonico del brano.
Il tutto viene poi sublimato dalla famosa batida di João Gilberto, che per la prima volta mostra al mondo la ritmica sincopata e inconfondibile della bossa nova.

Curiosità
Il giorno 10 luglio 1958 João Gilberto concluse la travagliata registrazione di Chega de saudade e di Bim-bom, la canzone incisa per l’altro lato del disco. Tutto ebbe inizio con l’insolita (per l’epoca) esigenza di avere un microfono per la voce e uno per la chitarra. L’arrangiamento di Jobim veniva poi alleggerito di qualche strumento su richiesta del baiano a ogni seduta di registrazione. João non era mai soddisfatto e Tom faceva esercizio di pazienza.
Via gli archi dall’arrangiamento e quei pochi che restavano lo facevano inorridire come se fosse un digrignare di denti. Furono molti e ripetuti gli scontri che João ebbe con Tom, con i tecnici, con i musicisti, e la tensione era palpabile, ma fu proprio uno strano insulto di João a Tom a ristabilire l’armonia.
Fu quando gli disse: «Tom sei proprio brasiliano, sei pigro». Tutti scoppiarono a ridere e il nervosismo si stemperò all’istante. Di quei giorni, João conservò comunque un buon ricordo e, alla morte di Tom, dichiarò: «Mi ricordo di lui nella registrazione di Chega de saudade. Lui stava in cabina e io in studio. Aveva gli occhi emozionati, pieni di entusiasmo».
Il disco fu lanciato dalla Odeon nel mese di agosto 1958 ed è rimasta famosa la reazione di Oswald Guzonni, capo dell’ufficio vendite di São Paulo, che convocò tutti i venditori e disse «Ascoltate la merda che Rio de Janeiro ci manda», poi scagliò il disco per terra, che andò in mille pezzi. In seguito, ironizzò più volte sul suo grave errore di valutazione.
Conclusione
La grande rivoluzione provocata da Chega de saudade avvenne soprattutto nella testa dei giovani. Da quella canzone nacque una delle più fantastiche generazioni di compositori che la MPB possa ricordare. Caetano Veloso abbandonò i progetti di cinema per darsi alla musica, a tal proposito dirà: «Fu il segno più nitido che una canzone abbia mai lasciato nella mia vita». Chico Buarque aveva quattordici anni e decise di imparare a suonare la chitarra. Edu Lobo abbandonò la fisarmonica e passò alla chitarra. Francis Hime studiava musica a Losanna, quando ascoltò Chega de saudade decise di tornare subito in Brasile.

Quella semplice canzone aveva conquistato sia il Brasile che i paesi d’Oltreoceano. Le linee melodiche e armoniche ricordavano quelle del jazz moderno e il ritmo, pur assimilabile al samba, aveva un andamento più fluido e morbido.
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Può una canzone provocare tutto ciò? Evidentemente sì, specie quando quella canzone spezza con il passato, ma rispettandolo. Da sempre, i giovani vogliono musica nuova, che appartenga solo a loro, ma nel contempo amano anche la musica dei loro genitori. Chega de saudade rappresentò tutto questo per un’intera generazione e forse anche per quelle successive.
Discografia consigliata
Isso è Bossa Nova di Leila Pinheiro, Odeon, 1994
Leila Pinheiro è un’apprezzata cantante e pianista brasiliana che ha legato la propria carriera all’esecuzione dei classici della MPB. Questo disco, come s’intuisce dal titolo, è una sorta d’antologia della bossa nova, così ricco di brani scritti da Tom Jobim (e non solo) ma soprattutto con una bella versione di Chega de saudade che potremmo definire essenziale, perchè scevra da inutili fronzoli strumentali. Segnalo anche le bellissime versioni di Discussão, Samba do avião e Amor certinho. L’album è stato disco d’oro e diede luogo all’omonimo spettacolo con cui la Pinheiro, accompagnata da un gruppo di violinisti e da un quartetto acustico, fece un tour nelle principali città brasiliane.

Bossa Nova Stories di Eliane Elias, Blue Note, 2008
Questo album è un tributo per commemorare i cinquant’anni dalla nascita della bossa nova. Ovviamente, non poteva mancare Chega de saudade, la canzone che ha dato inizio a tutto, né Garota de Ipanema, che resta la bossa nova più famosa nel mondo. Eliane Elias, con la sua voce mielosa, il suo talento di pianista raffinata e il suo fascino di donna di classe, è quanto di più lounge la bossa nova possa significare nell’immaginario collettivo. Nel disco ci sono anche standard e brani pop arrangiati in stile bossa nova e la Elias si muove molto naturalmente tra testi inglesi e portoghesi. Segnalo anche Estate di Bruno Martino, brano molto amato dai jazzisti, cantata in italiano e con il solo di Toots Thielemans.

In questo video, una bella versione di Chega de saudade in un concerto a Roma nel 1983, con João Gilberto alla chitarra e sua figlia Bebel, allora adolescente, al canto.
Fonti
- Antonio Carlos Jobim Una Biografia di Sérgio Cabral, Casa dei Libri Editore
- Chega de saudade storia e storie della bossa nova di Ruy Castro, Angelica Editore
- Wikipedia
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