INTERVISTA | ChiaraBlue ci spiega i suoi “Dinosauri”

La cantautrice ChiaraBlue davanti ad un cespuglio verde

ChiaraBlue, nome d’arte di Chiara Mariantoni è una cantautrice nata a Losanna (ma vive a Rieti e si sente del tutto reatina). Chiara sarà fra le protagoniste di “Attico Monina”, il format che il noto giornalista Michele Monina organizzerà a Sanremo in contemporanea con il Festival. Una vetrina importante per il talento dell’artista, che di recente ha pubblicato il proprio nuovo singolo, Dinosauri, una forte ma elegante dichiarazione di indipendenza e di femminilità

Ciao ChiaraBlue, chi sono i Dinosauri di cui canti?
I Dinosauri sono i protagonisti della mia canzone, una donna e un uomo che si sono estinti perché troppo distanti, chiusi in una relazione fatta solo di attimi, incapace di sopravvivere al non amore. In questo clima da fine del mondo però, la donna, si rende conto che le ere finiscono per far spazio al nuovo, che di solito, ha imparato qualcosa ed è stato capace di evolversi. Così finisce l’era dei Dinosauri e inizia l’era della Donna, quella capace di “stare in piedi solo sui suoi piedi”.

Sei attesa all’”Attico Monina” a Sanremo: che cosa ti aspetti da questa esperienza?
Sono davvero emozionata e onorata di essere tra le cantautrici che Michele Monina ha scelto di ospitare durante la settimana di Sanremo e di far parte di un progetto come quello del “Festivalino di Anatomia Femminile”. Saremo in diretta streaming su “optimagazine.it” e “iltassodimiele.it” e in collegamento serale con Mara Maionchi e la Gialappa’s. Sarà una meravigliosa occasione di condivisione, proporrò il mio singolo “Dinosauri” e in anteprima alcuni brani del mio prossimo album. Non è scontato trovare contesti così divertenti e intelligenti e questo, conoscendo Michele, di sicuro ci riserverà tantissimi colpi di scena.

Che cosa pensi delle polemiche nate in questi giorni, fra dichiarazioni un po’ ambigue e artisti contestati prima ancora di salire sul palco?
Benedico le polemiche se tengono accesa l’attenzione su temi così importanti o anche solo se riuscissero a portarla a parti di questa società che ancora non ne sentano l’urgenza. Affrontare la questione femminile, la parità di genere e la violenza sulle donne è necessario per creare il cambiamento, pensiamo a quanto è stato dirompente l’atto d’accusa “el violador eres tu” proposto dal collettivo femminista cileno Las Tesis e sostenuto da migliaia di donne in tutto il mondo. Sicuramente mi ferisce che ancora si indichino come modello di virtù le donne che sanno stare un passo indietro e che in qualche modo si dia legittimità a chi inneggia e sponsorizza violenza ma credo fortemente negli esseri umani, donne e uomini, che oggi come non mai, hanno voglia di cambiare il mondo.

In una dichiarazione hai sottolineato la possibilità degli artisti di trasformare il dolore in bellezza. Fai ricorso spesso a questo “incantesimo”?
Sempre. Credo che sia meraviglioso quello che l’arte riesce a fare, la capacità degli artisti di riconvertire il dolore, il male in bellezza, credo sia una specie di miracolo. Scrivere le mie canzoni, in tanti momenti mi ha salvata e oggi pensare che il mio dolore, le mie ferite, da qualche parte nel mondo possano avere la forza di ricucire le ferite di un altro, aiutarlo anche solo a trovare le parole per affrontare il proprio male, la propria condizione d’esistenza, credo vada oltre qualsiasi tipo di riconoscimento, di plauso e che non ci sia niente che possa valere di più.

Hai alle spalle tante esperienze nel mondo dello spettacolo, musicali e no: quali sono state quelle che ritieni più “segnanti” per te?
Ritengo che ogni singola esperienza sia stata “segnante”, basterebbe la mancanza anche solo di una e non sarei più io nella mia interezza, ma credo che più di ogni cosa siano stati gli incontri a fare di me quello che sono. Ogni persona, musicista, protagonista di canzoni o di storie, insegnante, amico, amore ha costruito un pezzetto di me ed è nella mia musica. Persone a cui sono particolarmente grata, riconoscente, loro lo sanno, mi piace dirglielo, col tempo ho imparato a farlo.

Parliamo del futuro: a quando un tuo disco? Hai già qualche idea?
A breve termine vorrei concentrarmi su “Dinosauri” e sul live, di cui sento la mancanza. Siamo stati per mesi chiusi in studio, in fase creativa e di ricerca, adesso ho voglia di trovarmi occhi negli occhi con le persone, condividere fisicamente le canzoni e non essere solo una voce su una piattaforma digitale. Il disco sicuramente arriverà quest’anno, i brani ci sono già tutti ma tempo al tempo, la fretta è una cattiva consigliera.

Ascolta il singolo di ChiaraBlue, Dinosauri, su Spotify

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