Dopo avere parlato di musica gospel, in questo articolo proviamo ad approcciare la christian music, una sorta di “evoluzione” della musica sacra tradizionale…
Concludevo il mio articolo La musica Gospel è Gospel o Soul? di qualche tempo fa con un breve accenno alla christian music, e cioè di come si sia evoluta la musica sacra per rimanere al passo con i tempi.
Alla fine degli anni ’60 dal movimento pacifista degli Stati Uniti nacque un risveglio cristiano tra i giovani: il Jesus Movement. Da questo movimento sorsero molti nuovi credenti desiderosi di parlare agli altri di Gesù, ma non più con metodi antiquati di evangelizzazione e adorazione. Iniziò quindi a svilupparsi un nuovo stile di preghiera e testimonianza, che riservava particolare importanza alla musica.
Il sogno era di creare una musica che avrebbe attirato anche molti giovani che erano alla ricerca di qualcosa. Si sviluppò così la Musica Cristiana Contemporanea, la Christian Music: testi sacri tratti dalla bibbia o comunque di ispirazione religiosa su melodie pop/rock principalmente ma anche jazz, blues, dance e addirittura metal…
Ecco quindi che i primi cantanti cristiani tra cui Larry Norman, Randy Stonehill e Chuck Girard fanno il loro esordio in questo nuovo panorama musicale mossi dal desiderio di far giungere il loro messaggio a più giovani possibile. Il successo fu quasi immediato e questo nuovo movimento arrivò anche in Italia con il nome di Rinnovamento Carismatico da cui nacquero e si diffusero molti altri movimenti e gruppi di questa nuova evangelizzazione.
Negli ultimi decenni la christian music si è evoluta tantissimo in giro per il mondo, soprattutto nei paesi anglosassoni e molti sono oggi i worship leader che scrivono, cantano o suonano in questo ambiente musicale. Posso fare il nome, ad esempio, di Michael W. Smith, bravissimo musicista e compositore classe 1957, attivo nella christian music dal 1983 quando pubblica il suo primo disco. Prima di allora fece il compositore e il tastierista per disversi altri cantanti gospel e christian quali Amy Grant, Sandi Patty, ma anche tanti altri, dopo essere uscito da alcune brutte esperienze. La storia di Michael parla infatti di un passato da drogato e di alcoolista, la stessa storia che spesso leggiamo anche oggi in altri musicisti: esperienze negative di vita, poi la conversione che arriva all’improvviso e infine il ringraziamento per l’opportunità di un cambio radicale di direzione, dedicando il loro talento musicale all’evangelizzazione. Pazzi? No, saggi, direi. Sì perché come dicevamo prima, soprattutto all’estero la christian music ti ripaga degli sforzi sostenuti, ti ripaga il fatto di andare controcorrente. Perché è un genere musicale in continua evoluzione, è un genere musicale in cui le chiese (quasi sempre cristiane evangeliche) al di fuori dell’Italia credono e investono molti fondi, è un genere musicale che porta i suoi artisti su palchi degni di uno Sting o Bruce Springsteen. Questi cantanti, questi musicisti che hanno deciso di fare della loro vita musicale una vita di preghiera in musica riempiono teatri e stadi, i loro brani scalano le hit parade e vengono passati in radio (non solo quelle cristiane) e soprattutto vendono milioni di copie di dischi. Michael W. Smith ad esempio ha venduto più di 15 milioni di dischi nella sua carriera. Insomma all’estero la christian music non è un genere musicale per pochi, o di serie B, non è neanche un genere musicale da cui tenersi alla larga, ma è un mondo musicale considerato al pari di tutti gli altri.
Ora rimane da chiedersi: come mai in Italia questa musica non decolla? Nel prossimo articolo cercherò di dare la mia personale opinione, nel frattempo gustiamoci questo brano di Rich Mullins interpretato da Michael W. Smith. Il video è di qualche anno fa, ma rende l’idea…
Per appronfondire la conoscenza della christian music italiana (e non) leggi i nostri migliori contenuti sulla musica cristiana
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Foto tratta da www.concertblast.com