Parliamo del grande Stefano CISCO Bellotti, la voce del folk irlandese italiano per eccellenza. Parliamo del suo nuovo disco dal titolo Indiani & Cowboy nella nostra intervista su Blog della Musica
Il nuovo disco di CISCO Indiani & Cowboy raccolto da un viaggio ad Austin in Texas e con la pregiata produzione artistica di Rick del Castillo. Ed è un disco meno irlandese e più americano, sociale fin dentro le sue ossa come prevede il menù di un artista popolare nel senso etico del termine. Ed il suono si fa più rugginoso, più “rock” e mano quadrato di cliché pop… caratteristiche che peraltro Cisco non ha mai portato in piazza, almeno non in modo sfacciato. Indiani & Cowboy parla dell’uomo e delle sue distanze, dei muri che erige, delle barriere e delle categorie di classe, raggruppando tutti sotto due grandi classi: gli indiani, ovvero il proletariato, gli uomini della terra… e i cowboy, il potere, lo sceriffo e i governanti. E in canzoni simbolo di questo lavoro che trovo siano Erba cattiva e la salvifica Siete tristi, CISCO non la manda a dire e non fa segreti su quel che pensa di quanto decadentismo e, allo stesso tempo, di quanta rinascita c’è dietro la vita quotidiana di ognuno di noi. Un bellissimo ascolto da sottolineare con piacere…
Tra le nostre pagine gira il video di “L’erba cattiva”. Il germe del pensiero critico, la buona energia di contrastare il sistema… è anche questa “l’erba cattiva”?
L’erba cattiva rappresenta proprio questo, la capacità e la volontà di resistere in condizioni estreme. E’ il tipico esempio di una cosa che vuoi cambiare, sradicare e far sparire, ma ha la capacità di piantare radici anche dove meno te lo aspetti e di continuare a crescere. Per i tempi in cui stiamo vivendo, a livello sociale e politico, serve un pensiero critico per mantenere alto lo sguardo e la mente sgombra. Averlo e mantenerlo è ciò che può far migliorare le persone e la società in cui viviamo.
Nel disco poi non la mandi a dire come in Siete tristi. Caspita… da cosa nasce il bisogno di essere così diretto?
Sì sono molto diretto, ma “Siate tristi” è volutamente e musicalmente parlando, anche molto giocoso. C’è la volontà è di prendersi in giro, partendo da me stesso e, generalizzando, un modo di vivere di oggi. Critico la questione super-tecnologica, quella che ci rende super connessi, disponibili a tutto e tutti, ma non voglio di dire che si stava meglio quando si stava peggio, anzi, piuttosto che anche in questo caso serve quel pensiero critico di cui parlavo prima per poter analizzare anche il nostro stile di vita. E’ la canzone più giocosa e ironica e quindi va presa con quello spirito. Detto ciò, è vero che affermo delle cose che penso e che trovo un po’ distorte della nostra società, ma con cui dobbiamo convivere e imparare a prendere la misura.
E restando sul tema: come vivi la totale indifferenza che viene restituita alla musica, specie se non figlia del main stream mediatico?
Bella domanda. La musica ormai ha perso la sua forza e il suo significato, sopratutto per colpa degli addetti ai lavori che non sono stati capaci di seguire una rivoluzione tecnologica e culturale ed ora si trovano con un prodotto che è pura mercificazione, assolutamente svalutato del suo significato, lo stesso che negli anni ’60 e ’70 rese la musica il primo vero mezzo di comunicazione fra i giovani. Questo non c’è più, abbiamo fatto sì che venisse percepita come qualcosa di secondario e futile. Un grande allenatore di calcio, Arrigo Sacchi, diceva che “il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti”. Ecco, per me, nel mio modo di vedere il mondo, questa cosa si può riportare alla musica. Andrebbe rivalutata e probabilmente non si tornerà mai indietro, ma bisognerebbe fermarsi a ragionare sul mondo discografico che l’ha usata solo come mezzo per fare soldi e vendere gadget. Io credo che la musica sia molto di più e meriti molto di più.
Il mondo di oggi vive di barriere, di muri e di confini. Ma secondo te, perché il popolo non si ribella? Davvero accettiamo queste “distanze militarizzate”?
Il popolo non si ribella, no. Ma c’è una fetta di persone che non ci sta a questo modo di concepire il mondo. Tutti quelli che hanno pensato e lavorato per un’Europa unita io li considero parte di questa fetta. Poi che l’Europa sia da migliorare e modificare possiamo essere tutti d’accordo, ma senza dimenticare che l’obiettivo è quello di abbattere steccati, muri, confini di ogni genere, culturali, fisici e geografici. La maggioranza, purtroppo, vive semplicemente del proprio orticello, del proprio egoismo e del proprio io, seguendo l’impronta costruita dalla società attuale e questa cosa ha fatto sì che molte voci venissero spente e affievolite. Continuo a confidare nel fatto che prima o poi ci si risvegli da questo torpore tecnologico e mediatico e si prendano le giuste decisioni sulle cose importanti della vita. Capisco che questo non sia di moda, non sia mainstream, ma ci sono idee e questioni così importanti che non possono svanire da un giorno all’altro.
Guarda il video L’erba Cattiva di CISCO
Info: https://www.facebook.com/ciscobellotti/