INTERVISTA | Clan Zingaro, catalizzatori emozionali di musica

E’ uscito su YouTube Non dire una parolail video del nuovo singolo del Clan Zingaro, ensemble milanese capitanato da Daniele Gregolin con Nadio Marenco e Cesare Pizzetti, musicisti uniti dalla passione per i ritmi gipsy swing e jazz manouche internazionale. Li abbiamo incontrati per una intervista

Ciao Daniele, ti incontriamo per parlare del tuo progetto Clan Zingaro. Iniziamo da qui: cos’è il Clan Zingaro e da chi è composto?
Ciao, Clan Zingaro è un collettivo di musicisti attivo dal 2012. La particolarità che deriva anche dal nome, “Zingaro” è il fatto che vi sono transitati moltissimi musicisti nomadi, le formazioni sono cambiate in anni di concerti e tour, dai flash mob in strada ai festival internazionali.

Il nucleo della band attiva da diversi anni è rimasto stabile e questo ha fatto si che potessimo trovarci a lavorare al secondo disco a distanza di 5 anni, oggi il “Clan” è composto da me, Nadio Marenco alla fisarmonica Giulia Larghi al Violino e Cesare Pizzetti al contrabbasso.

Non dire una parola è il vostro nuovo singolo. Ce ne parli?
Non dire una parola
apre le danze del nuovo disco, è un brano strumentale che omaggia la musica nella sua natura più essenziale, quella di catalizzatrice emozionale, creatrice di immaginari e paesaggi emotivi che trascendono il linguaggio verbale.

Sono sempre stato affascinato dalle incredibili soundtrack di Ennio Morricone, Piero Piccioni e Piero Umiliani, dove spesso vi era una voce femminile che disegnava linee melodiche giocando su effetti vocali naturali e le mille sfumature dello strumento voce come una sirena, senza dire una parola, la musica per me è questo, il suo potere immaginativo è qualcosa che andrebbe riscoperto in modo semplice e naturale.

Una qualsiasi canzone condiziona inevitabilmente l’immaginario personale appunto con le parole, diventando una sorta di filastrocca ritmica potente che entra nella mente, parlando al tuo io come una voce della tua coscienza fuori campo, facendoti si emozionare ma nel contempo rafforzando anche il tuo ego, perché tu possa identificarti e creare un senso di appartenenza in ciò che senti o desideri essere.

La musica strumentale all’ascolto invece ti mette a nudo, le associazioni emotive vengono generate dall’individuo in grado di possedere un “vocabolario emotivo” intuitivo e “libero” da preconcetti culturali e sociali.

Sarebbe bello come accadeva anni addietro che la musica strumentale fosse sdoganata alla cultura “pop” e non si solo esclusiva fruizione di una nicchia come accade oggi: in questo periodo che stiamo vivendo fatto di obblighi e di bavagli poi, è ancora più facile seguire un cartello e delegare i nostri pensieri a qualcuno piuttosto che sognare ad occhi chiusi solamente con suoni e i pensieri, senza dire una parola, come una meditazione ed una occasione di scoperta di sé e delle proprie emozioni nascoste attraverso i suoni puri.

Questa pratica, la meditazione sonora scremata dalle parole, è sicuramente per pochi devo dire: diciamo che “non dire una parola” è un brano libero e senza bavagli che parla di libertà a cuori orecchie e menti libere di ascoltare.

C’è anche un video ufficiale decisamente interessante. Un manifesto alla libertà d’espressione, non solo musicale. Dicci tutto in merito.
Non dire una parola è legato indissolubilmente al videoclip “muto”: è la sonorizzazione di un vero e proprio cortometraggio sonoro.

Senza spoilerarti e toglierti la sorpresa della visione posso dire che tratta tematiche come le differenze sociali imposte dalla nostra società, le discriminazioni di “genere” di sesso, culturale e sociale, così anche come musicale, come prima ti ho raccontato, dove accade che un gruppo di individui che rappresentano classi sociali distinte e contrapposizione si trovano allo stesso tavolo.

Si sentiranno accomunati nelle loro diversità, dal desiderio di evadere, di rompere gli schemi le convenzioni e le regole che sono imposte in modo silenzioso ma perentorio dai media, quello che accade e la reazione dei partecipanti al “party” è una sorpresa ma posso dirti che ha a che fare con l’unico “potere forte” di cui l’uomo possa sentirsi orgoglioso di disporre per sentirsi tale.

Il video clip è correlato da un sito di “notizie”, è una operazione che ha a che fare con quello che stiamo vivendo oggi, inclusa la  la problematica delle cosiddette “fake news” e l’arte-terapia intesa come strumento (l’arte) capace di far percepire la realtà in modo più completo e stratificato possibile, accettandone le sue molteplici facce in modo inclusivo e non diviso e duale.

Credo che per comprendere una realtà sia necessario vederne i contorni con lenti e prospettive differenti, un po’ come faceva il cubismo figurativo di Picasso, in un solo colpo d’occhio dare l’opportunità allo spettatore di avere la visione dell’oggetto in più prospettive, per carpirne in modo completo la sua natura.

Soffermiamoci un attimo su di te. La tua carriera è decisamente ricca di esperienze interessanti. Quali sono state quelle che ti hanno maggiormente formato e perché?
Ho suonato come turnista per diversi anni a fianco di grandi cantautori nel pop, come 883 Max Pezzali ad esempio, mi ha formato molto quella esperienza perché ero uno spirito troppo naïf e libero musicalmente parlando, trovare un rigore una forma ha aiutato ad organizzare i miei pensieri musicali e dagli forma. Con Eumir Deodato Grammy award e genio musicale mondiale ho avuto modo di suonare in contesti di sogno come chitarrista solista, lui è uno che fa ballare ai concerti migliaia di persone sotto mentre suoni un solo di chitarra di 10 minuti, un’altra concezione musicale ancora, un’esperienza davvero magica di cui mi sento molto fortunato di aver potuto partecipare.

Dall’alto della tua esperienza, cosa consiglieresti a un giovane musicista che vuole approcciarsi seriamente a questo settore?
Consiglio sempre di fare le cose in cui si crede, in modo che si sentano veramente, per il bisogno creativo ed il semplice piacere di farle, non per una moda, non per omologarsi e sentirsi parte di “qualcosa”. Sentire profondamente ciò che si fa e ciò in cui si crede, è una garanzia, i risultati arriveranno e saranno molto importanti e consistenti, il tempo mette le cose al loro posto e se hai fatto le cose bene e con amore per quello che fai, qualcuno si avvicinerà a te ed inizierà ad ascoltarle.

Quali sono, a tuo avviso, gli ingredienti fondamentali per riuscire come musicista? Talento, studio, fortuna… che altro?
Talento, sì ma se non hai una struttura sei perso, lo studio si ma se non senti le cose sei vuoto, fortuna per forza ma se non hai sostanza non accadrà nulla di duraturo nel tuo percorso, insomma, ci vuole di tutto e di più, quindi, perseveranza, pazienza e non bisogna mai perdere il sorriso anche se arrivano puntualmente le nuvole, fare un po’ di spazio per avere dentro di sé un angolo di pace e di cielo azzurro. 

Ultima domanda: puoi anticiparci le prossime mosse del Clan Zingaro?
Uscirà il prossimo singolo, ma non sappiamo ancora bene quando, il disco ha subito un rallentamento notevole, per questo abbiamo bisogno del vostro aiuto per supportare la produzione del disco. Potrete supportarci direttamente dal sito e ottenere le vostre ricompense! Supportate l’arte e la musica libera senza dire una parola, support CLAN ZINGARO!

Guarda il video Non dire una parola del Clan Zingaro

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