Vi presentiamo una interessante realtà italiana: Hikaru Label, un’etichetta discografica indipendente attiva nel mondo musicale e discografico. Negli ultimi anni, i loro lavori hanno riscosso ottime recensioni da riviste ed esperti di settore e dal 2021 è sostenuta da un fondo dell’Unione Europea, del Ministero dello Sviluppo Economico e della Regione Puglia. Abbiamo intervistato il direttore artistico Claudio Cervati per conoscere meglio questa realtà
Oggi Blog della Musica accoglie Claudio Cervati, Direttore artistico di Hikaru Label. Buongiorno Claudio per chi non ti conosce puoi dire qualcosa di te?
Buongiorno a voi, sono Claudio Cervati e in me convivono due identità: Cadmio, il mio nome d’arte, quello con cui faccio o forse “facevo” (dati gli impegni attuali con Hikaru Label) musica, dischi e tour, il lato ribelle che ho innato e prepotente, e Claudio Cervati, il lato serioso, quasi introverso, il direttore artistico “cattivo”.
Sembra l’inizio di una seduta dallo psicoterapeuta detta così ma effettivamente è la realtà.
Cadmio è un cantautore, interprete ed ora anche autore ed ha collaborato con alcuni tra i top della musica leggera italiana. Nel 2018 ha avuto il piacere di portare a Sanremo Giovani un brano della Universal Music scritto da Alberto Anelli, storico autore di Mina (“L’importante è finire” tra le altre) e Dario Dardust Faini. Nel 2020 ha seguito il Maestro Mogol nel suo tour, interpretando alcuni dei pezzi più belli del paroliere, brani scritti per Celentano, Morandi, Dalla ed ovviamente Battisti. E finalista di tantissimi premi nazionali ed internazionali.
Ultimamente, purtroppo, vesto molto di più i panni di Claudio Cervati rispetto a quelli di Cadmio, per via dell’impegno preso con Hikaru Label, ma cerco di tenere anche sempre un po’ di Cadmio in me, nelle scelte, nelle decisioni importanti.

La vostra realtà imprenditoriale è sostenuta dall’Unione Europea, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Puglia. Qual è secondo te, il quid che vi ha permesso di accedere a questa grossa possibilità?
Sicuramente abbiamo presentato un progetto interessante, che puntasse sulla musica emergente e sul sostegno a tutti gli artisti che, a volte, si trovano a pagare migliaia di euro per una produzione e migliaia di euro per la promozione. Purtroppo la musica ha, giustamente, dei costi elevati (per tutti i professionisti che lavorano ad un brano, penso a producer, tecnici, ingegneri del suono, fonici, addetti stampa…) che prima erano sostenuti dalle etichette o dai produttori; ad oggi non è quasi più possibile investire su un emergente che non abbia seguito, perché i ritorni dell’investitore sono quasi nulli. Si tende a puntare su artisti che abbiano già un seguito importante, quindi un emergente che vuole fare musica, nel 99,9% dei casi deve investire di tasca propria.
Noi abbiamo provato a far capire questo nel progetto ed evidentemente ci siamo riusciti, anche grazie all’Avv. Tredanari che ha seguito tutta la parte burocratica. E grazie a questo fondo riusciamo ad investire sugli artisti che ci piacciono.
Ho visto dal vostro sito che vi occupate di scouting, attività che fanno pochissime etichette ormai. Come mai questa scelta? Da cosa è stata dettata?
In qualità di direttore artistico ho voluto prendere in mano le redini della linea editoriale di Hikaru Label, circondandomi di professionisti che la pensassero come me rispetto alla musica. Roy Paci ha definito i miei collaboratori: “Musicisti della Madonna!” per citarlo.

Vogliamo ricercare prima di tutto il Talento con la “T” maiuscola, la preparazione, la tecnica e solo dopo contaminarlo con la modernità e quello che richiede il mercato discografico.
Per questo è necessario avere un ufficio A&R scouting che ascolti costantemente artisti e me li proponga, che sia il mio orecchio, dal momento che purtroppo non ho il dono della bilocazione.
Come si svolge la vostra ricerca, selezione e scelta degli artisti che decidete di affiancare?
Parte tutto dall’ascolto di brani sugli store digitali. Quando viene individuato un artista che abbia alcune release in linea con la musica che distribuiamo, mi viene inoltrato il materiale, io lo ascolto e confermo o meno la scelta dello scouting.
Se il mio parere è positivo, passiamo allo “stalking” dei profili social per prendere più informazioni possibili sull’artista, su come si promuove, come cura i suoi canali social, età, se ha già contratti discografici o con agenzie… diciamo che proviamo a studiarlo un po’. Dopo questa fase arriva la fase del contatto e del colloquio conoscitivo, fino alla firma dei contratti se le parti si sono incontrate.
Una volta individuato l’artista da promuovere, in che modo Hikaru Label investe su di lui?
Hikaru Label, grazie anche al fondo europeo, riesce a coprire tutti i costi di distribuzione e promozione degli artisti del nostro roster, non richiedendo esborsi economici elevati, come sta diventando la prassi degli ultimi anni.
Per quanto riguarda la produzione, invece, qualora l’artista necessitasse di un producer per creare e/o perfezionare le sue produzioni o di un ingegnere del suono per il missaggio e mastering del brano, HIkaru Label interviene anche lì economicamente, coprendo quasi il 90% dei costi di produzione.
Ed è davvero tantissimo, pensando che spesso, solo il lato produttivo, tra costo del producer, dello studio di registrazione, del mix e mastering, per un artista (parliamo sempre di lavori PROFESSIONALI) può arrivare a costare anche un migliaio di euro. E poi la distribuzione della nostra etichetta è Ingrooves, Universal Music.
Insomma, cerchiamo di sostenere i nostri artisti al 100% in modo tale da lasciarli sereni di fare il proprio mestiere, quello di creare arte!

Otto producer internazionali curano le produzioni che escono da Hikaru Label: come sono nate queste collaborazioni?
I producer sono il fiore all’occhiello della nostra etichetta. Da James Auwarter, che in carriera ha lavorato con tantissimi artisti straordinari, da Rihanna a Kanye West, ha vinto un Grammy ed è stato nominato ben 32 volte al premio, a Tredart, a EnzoLizziJR, Emax, Giambo, Luigi D’Attoli e Daniele D’Orazio. Sono producer che conoscevo perché ho avuto il piacere di collaborare con ognuno di loro nella mia carriera artistica, così gli ho spiegato il progetto HIKARU ed hanno abbracciato con grande umiltà e professionalità la filosofia di etichetta che avevo in mente. Offrire ad un artista Hikaru un producer di questa portata, è uno stimolo incredibile.
Interessante anche la partnership con alcuni studi di registrazione. Ci vuoi raccontare chi sono e qual è lo scopo principale?
Hikaru si occupa principalmente di produzione e distribuzione quindi abbiamo deciso di delegare il mix e mastering a studi esterni di pregio per portare la produzione stessa ad un livello ancora più alto.
Per concludere: chi volesse contattarvi e inviarvi il classico “provino” cosa deve fare?
L’ufficio A&R di Hikaru è in continuo ascolto, sul nostro sito www.hikarulabel.com gli artisti potranno trovare, nella sezione del Menu SCOUTING, un form apposito per inviare demo. Preferibilmente brani inediti anche se non ancora prodotti.
Riceviamo giornalmente tra le 50 e le 100 richieste e le ascoltiamo assolutamente tutte, col tempo.
Grazie Claudio per il tempo che ci hai dedicato.