INTERVISTA | Claudio Fasoli: la musica narrata dal saxofono

Il nuovo lavoro di Claudio Fasoli è Ambush, dove i suoi saxofoni si fanno protagonisti di una narrazione astratta molto espressiva. Gli abbiamo fatto qualche domanda per Blog della Musica

Claudio Fasoli, sassofonista, compositore, docente. Ha collaborato tra gli altri con Lee Konitz, Mick Goodrick, Manfred Schoof, Kenny Wheeler. È stato membro del Perigeo, uno dei più celebri gruppi di sperimentazione jazz. Insegna alla Civica scuola di musica “Claudio Abbado” di Milano.

Nel 2018 è stato eletto Musicista dell’Anno dalla rivista Musica Jazz. Claudio Fasoli’s Innersounds, il film a lui dedicato dal regista Angelo Poli, ha ricevuto prestigiosi premi. Il suo libro “Inner Sounds (Agenzia X) è giunto alla seconda edizione; nel 2024 uscirà Jazz compilation, per le edizioni Il Saggiatore. Con il NeXt 4et, Claudio Fasoli ha appena pubblicato il cd Ambush.

Piacere, Claudio! Com’è nata questa formazione, l’incontro con Simone Massaron, Tito Mangialajo Rantzer e Stefano Grasso?

Sono musicisti di altissimo livello con i quali avevo avuto, da tempo, frequentazioni musicali tipo session, concerti, etc. Il piacere di conoscersi suonando è molto importante perché questi incontri vanno vissuti con lungimiranza nel senso che se resta vivo il desiderio di suonare insieme non più occasionalmente ma all’interno di un progetto ben preciso questo potrà prender corpo anche anni dopo. Come è successo in questo caso. Simone Massaron, il chitarrista, sa sviluppare assai felicemente un discorso musicale caratterizzato da ondate sonore ricche di enfasi e di pregnanza espressiva; il contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer  porta sul palco il ricco bagaglio espressivo del suo suono materico; Stefano Grasso, alla batteria, arricchisce ulteriormente il panorama sonoro del quartetto mediante l’efficacia ritmica che lo contraddistingue e una peculiare scelta timbrica che sa gestire in maniera eccellente.

Com’è nato il nome “NeXt”? Sembra un nome che guarda avanti.

Ci sono due spiegazioni entrambe vere, la prima è che “Next” è un titolo molto corto e memorizzabile e vuole essere una risposta un po’ scherzosa a tutti coloro che chiedono cosa sarà il “prossimo” progetto, quali caratteristiche avrà, quale musica e quali musicisti prevederà, eccetera, ritornando sempre sul concetto del futuro magari dimenticando di parlare del presente! Ora questo è il progetto NEXT, cioè quello che era il progetto futuro fino al momento in cui ha preso concretamente forma ragion per cui è diventato “attuale”! La seconda spiegazione è di natura più teorica, riguarda il concetto di divenire, di ricerca … In questo caso la musica è fissata su cd ma nello stesso tempo ha delle cellule di futuro, dei segni musicali che potrò sviluppare in futuro.

C’è un po’ di eredità dei Perigeo (di cui ricordo la “One shot reunion” del 2022), riversata nel NeXt 4tet di Claudio Fasoli? Oppure si cerca uno stacco netto?

Non vedo stacco netto perché non c’è nulla da cui staccarsi. Il Perigeo, come dice il suo leader Giovanni Tommaso, è una esperienza terminata da molto tempo anche se rivissuta un paio di volte in reunion. È una delle esperienze della mia vita musicale, per me importante ma è finita oltre trenta anni fa. Tutto quello che viene dopo è una storia concettualmente molto diversa che è coerente col mio pensiero e le mie predilezioni. Sarebbe come se ti chiedessi se parli o pensi ancora in latino perché lo hai studiato a scuola!

Parliamo della “trappola”, cioè l’album Ambush. Ci sono anche pezzi che si distaccano dal resto dell’album, come la sognante “Stucky”, dove la protagonista è la chitarra da sola. Ma in generale, tra i sassofoni, e la presenza per certi versi perturbante del contrabbasso, c’è una coerenza di fondo, un’attenzione al silenzio, ai volumi bassi, alle profondità che riverberano, come nel buio sonoro di “Arorgab”. Cos’ha ispirato questa direzione generale?

Ambush segue “NeXt” (premiato come miglior disco del 2021) e “Haiku” con il Samadhi 5et e “Selfie” con il New York 4et. Ogni album, per avere una sua ragion d’essere, secondo me dovrebbe consolidare una qualche personale novità, grande o piccola, nel proprio ambito musicale: certe prese di coscienza di sé stessi o della musica che si suona oppure del suono di un gruppo o della realizzazione di un sogno, quindi nei campi più disparati della propria identità artistica. Posso dire che al riascolto gli aspetti compositivi presenti in questo lavoro mi hanno ulteriormente convinto della loro efficacia e ho potuto verificare come funziona questa sequenza di brani cui tenevo in maniera particolare. Il titolo del cd è una idea di alcuni anni fa: mi è molto piaciuto il suono della parola e anche il significato di imprevedibilità che porta con sé, anche se un po’ minaccioso laddove si interpreta come “agguato”: ma soprattutto è il suono che mi ha sempre intrigato e il fatto che è un vocabolo abbastanza ignoto, nascosto, appunto imprevedibile, come la sequenza dei brani.

Ascolta il disco Ambush di Claudio Fasoli NeXt 4et

Quando e dove potremmo vedervi dal vivo?

A Eventi in Jazz, a Castellanza di Varese, venerdì 17 novembre mi esibisco con quattro miei gruppi – i quartetti NeXt, Samadhi, Emerald, e il trio Four, sarà un’occasione interessante di incontro e confronto di percorsi musicali che attraversano gli ultimi decenni ma che guardano al futuro. Per le prossime stagioni musicali i programmi sono in valutazione, ma sicuramente ci saranno delle date nelle rassegne italiane primaverili ed estive.

Per chiudere, spazio per un pensiero libero, per i nostri lettori!

Consiglio di ascoltare sempre “La Buona Musica”, Jazz, Classica, Brasiliana, Cubana, Giapponese, Africana etc. e non solo quella commerciale da cui siamo incalzati con assiduità e veemenza, con invadenza e cattivo gusto qui in Italia proprio dappertutto, altrove per fortuna anche no. E concludo con un pensiero sul jazz per i vostri giovani lettori. Sotto l’etichetta ‘jazz’ si possono collocare tante musiche, tutte legittime e a volte affascinanti, piacciano o no.

Il jazz è un linguaggio molto specifico e credo che le sue tipicità possano facilmente essere identificate: suono, pronuncia, atteggiamento mentale ritmico, estemporaneità, improvvisazione (entro o fuori strutture armoniche), armonia peculiare con suono peculiare (voicing), e potremmo anche continuare. Il jazz è una straordinaria opportunità per chi lo suona e per chi lo ascolta. È una musica unica al mondo. Il jazz ha saputo trasformarsi entrando in contatto con moltissimi generi musicali dalla bossa nova alla musica classica, dalle varie musiche popolari al rock.

Il jazz sta soprattutto nel “come” e meno nel “cosa” si suona, anche in questo è la sua identità. Di certo la sua vitalità la troviamo nella possibilità di ibridarsi positivamente con altri ambiti, di farsi attraversare da culture, di assorbire sensibilità, di fondersi con stili, di recepire e di adattarsi, ma anche di anticipare lo spirito del tempo. Ecco, il jazz.

Grazie a Claudio Fasoli da Blog della Musica!

Social, web e contatti

  • Website: www.claudiofasoli.com
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