Fragile EP è il primo disco di Clio and Maurice, scritto e registrato nell’arco di quasi due anni: «rappresenta diversi momenti della nostra vita e del nostro percorso musicale» Ecco la nostra recensione
Quello di Clio and Maurice è un progetto assurdo e strano, loro stesso lo definiscono impossibile. Quello che è impossibile è che il duo sia formato da Clio Colombo e Martin Nicastro, solo voce e violino, due strumenti solisti che raramente si sono visti insieme da soli. Coppia anche nella vita, Clio e Martin pubblicano una serie di singoli per arrivare infine a Fragile, un disco che già dal titolo si propone di essere un inno all’emotività, all’instabilità, al mostrarsi fragili, nonostante tutto.
E ciò che stupisce più di tutto, è l’abilità di Clio e Martin, di fondere, senza mai risultare pomposi o forzati, influenze che vanno dall’elettronica à la Arca, ad altri momenti più pop, soul, black e persino jazz. Un mondo infinito che in questo periodo storico è tutto tranne che tipico italiano. Con Fragile, Clio and Maurice propongono più che un disco, un mondo intero nel quale immergersi per sentirsi vivi, emotivi, rigorosamente diversi. Lei, capelli rossi e quel fascino carismatico di una diva degli anni 30 e Martin, già nei Pashmak e ora in una veste tutta nuova, centrale, protagonista, rilassata.
Il disco si apre con Friend, uno dei singoli che già avevamo iniziato ad amare, di un pop decisamente atipico ma allo stesso tempo sfacciato, triste e comunque di quei brani che ci fa sentire in una comfort zone che ci sembrerà difficile dover lasciare. La forza di questo disco è probabilmente questa qui, quella di farci sentire bene, e allo stesso tempo malinconici. Come quando ci ritroviamo a ballare su canzoni tristi. Un ottimo inizio.
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