I veronesi Contrada Lorì hanno pubblicato il disco Cicole Ciacole, disponibile da pochi mesi anche su tutti i digital stores insieme al videoclip che accompagna il brano omonimo
La Contrada Lorì presenta il suo nuovo lavoro discografico dal titolo Cicole Ciacole, fotografia dell’attuale momento creativo della compagine musicale che vièn da Avesa. Come nei precedenti due album, si gioca sull’ardito equilibrio tra la manutenzione del repertorio di tradizione orale veronese ed un raffinato cantautorato dialettale ma, per la prima volta, compare anche un brano in italiano. Dal Primo Maggio 2020 tutto il catalogo è disponibile in steaming e per l’occasione è stato presentato il video di Cicole Ciacole.
Dopo sei anni di intensa attività concertistica, due candidature alla targa Tenco per la sezione album dialettali e l’arrivo in finale al Folkest 2018, con questo nuovo disco la Contrada Lorì si affaccia con maggiore consapevolezza sul panorama nazionale della musica d’autore.
Le canzoni di Cicole Ciacole sono chiacchiere, sono dodici racconti ambientati in generi musicali diversi, come una conversazione che spazia leggera tra argomento e argomento.
I brani del disco
L’album si apre con una “Bossa Nova”, scritta dal paroliere e compositore Turopero. Un brano che racconta con soave ironia e un po’ di saudade il mancato cambio generazionale nell’imprenditoria vincola del nord-est.
Con “Sogna Nina”, ci si immerge in una Verona onirica e poetica. Scritta da Renato e Sergio Ravazzin alla fine degli anni 40 e regalata alla Contrada in una sera d’estate, viene presentata in una versione ampiamente rivisitata.
“L’amore è come i pomodori”, una scherzosa riflessione sull’amore, è la grande novità dell’album, un pezzo in italiano dal sapore caraibico. Scritto molti anni fa dal fondatore della Contrada Roberto Rizzini scomparso nel 2015.
Segue uno scatenato Tasin, uno strumentale che simpatizza con la musica celtica e sfocia in un finale tutto partenopeo. La versione del Tasin riprende un’incisione storica del musicista e cantante Arturo Zardini dall’archivio sonoro di Grazia De Marchi. Arturo è stato una delle figure più importanti della musica popolare veronese.
Malinconica e pazza, la “Bala Laica” esce dalla penna ispirata di Turopero che ci racconta la storia di Don Mario, un immaginario prete avvinazzato di Poiano che segue l’esercito italiano nella guerra di Russia.
“L’albero impiantà” è un brano tradizionale cumulativo, tratto da una versione raccolta dal lavoro di documentazione di Marcello Conati, che ritroviamo qui in una versione calypso.
La prima parte del disco si chiude con una intensa “Mazurca” che viene dal polesine, libera interpretazione di una versione raccolta da Roberto Tombesi e dai Calicanto.
Nella seconda parte la Contrada si abbandona alla trasognata ballata “Cicole e ciacole” cantata e scritta da Paolo Marocchio ed impreziosita dall’arrangiamento per archi composto da Zeno Baldi.
Il disco si immerge poi nel repertorio di tradizione orale. La storica voce del Canzoniere Veronese, Grazia De Marchi, dona all’album due canzoni al femminile: una splendida “ninna nanna” e una cavalcante “I vol che me marida”. Tratte dall’archivio sonoro di Grazia De Marchi, la prima viene dalle Voci della Corte Fontanelle e la seconda da una versione cantata da Fiorina Chesini rintracciabile solo in uno scritto di Ettore Scipione Righi del 1863.
L’album volge verso il termine con “Amore e cante”, un brano di Paolo Domenichini del Canzoniere del Progno, riarrangiato da Roberto Rizzini e colorato dal suono delle conchiglie di Mauro Ottolini.
Dalla penna di Paolo Marocchio il lungo finale “’Na casa su Titano”, una canzone piena di ironia che ci porta su Titano a ballare la Salsa.
I musicisti
La Contrada nel tempo è diventata una sorta di consorzio di musicisti in cui transitano molti ospiti più o meno fissi.
Decine di musicisti hanno portato il loro contributo a Cicole Ciacole.
Oltre ai già citati Grazia De Marchi e Mauro Ottolini, hanno suonato anche Marco Pasetto al Sax e clarinetto, Tommaso Castiglioni alla marimba e percussioni ed Ernesto da Silva al Djembè. La sessione percussioni latine è stata affidata al musicista vicentino Manuel La Palma.
Alla tromba troviamo Davide Veronese ed Eusebio Martinelli. Alle chitarre Ivo Da Badin e Francesco Quanilli. Al violino Maddalena Fasoli e Lorella Baldin. Importante è il contributo di Mauro Falsarolo all’Ukulele. Nel disco troviamo Raf alle Tabla e moltissime sono le voci che contribuiscono ai cori di Contrada. Il nostro inseparabile tecnico Francesco Abrosini ha tirato i fili ed ha contribuito ha dare un senso a queste Cicole Ciacole.
Ascolta il disco Cicole Ciacole su Spotify
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