INTERVISTA | Daniel Mendoza: nel nuovo singolo getta le basi dell’indie rap

Daniel Mendoza artista romano, insieme a Soul Flake ha fondato l’etichetta Street Label records che ha prodotto artisti di tutta la penisola in ambito urban e indie pop. Sulle pagine del Blog della Musica presenta il suo nuovo singolo Trolley che, oltre ad avere un contenuto attuale per quanto concerne il mondo del lavoro e il mondo dei pregiudizi, viene identificato come la pietra miliare del nuovo genere Indie rap in italia…

Diamo il benvenuto a Daniel Mendoza su Blog della Musica. Scusa se banalizzo ma sono arrivate informazioni un po’ frammentarie. Non so se si può chiedere ma è vero che hai lasciato il posto fisso per dedicarti alla musica e all’etichetta?
Verissimo. Ho fatto una scelta di vita importante. Non vivo di utopie. Mi sono creato il mio piano A alternativo e l’ho fatto diventare dopo un anno il mio piano A principale. Ora lavoro il doppio di prima ma lavoro per me stesso.

Cosa ti ha spinto a farlo?
Ho semplicemente fatto quello che dovrebbero fare tutte le persone scontente e insoddisfatte della propria vita. Sembra la scelta più difficile, ma in realtà è quella più semplice e corretta. La mia vita non prevedeva un lavoro dentro ad un ufficio. Ha preso qualche anno fa una direzione diversa per necessità. Mi sono sempre sentito di passaggio e nonostante discorsi di crescita lavorativa in un ambiente anche sereno, non era il vero me la persona che ogni mattina badgiava il cartellino. Stavo diventando tutto quello che non volevo essere e questa cosa mi ha mandato in crisi. Sono un creativo, creare per me è una necessità viscerale e barattarla per un contratto seppur indeterminato non mi è possibile.

Non hai un po’ paura? Anche dal punto di vista delle incertezze? Dei soldi?
Mi fa paura altro, non i soldi. Non sono mai stato un pazzo, ho la fortuna di essere equilibrato e di non agire d’istinto e questa cosa mi ha salvato. Mi sono studiato la mia exit strategy per non far pesare poi le scelte su terze persone a me vicine. Se non si può vivere di sola musica, si può vivere di arte e creatività. Molte cose stanno andando bene per fortuna o perché no, capacità. Economicamente non ho avuto contraccolpi. Poi io non credo nelle certezze. Siamo una generazione sfortunata che vive nella totale incertezza . Programmare a lungo termine è impossibile. Come la vita stessa se ci pensi. Prima metabolizzi questi principi e prima sei pronto ad affrontare il mondo con la testa giusta.

Hai ricevuto critiche per questo? O solo supporto?
Più che critiche la prima cosa che le persone ti dicono è… ma sei sicuro? Io sono un decisionista e in questo caso ho procrastinato anche troppo una decisione già presa. Supporto morale ne ho avuto molto. Ma per come sono fatto io sono io che devo supportarmi da solo.

Cosa ti faceva stare male nel posto fisso?
Tutto. Il tipo di lavoro, gli orari d’ufficio, la condivisione di qualcosa che non sentivo mio.  Soprattutto sentirmi la persona comune che non avrei mai voluto essere. In certi ambienti conosci tante persone. Molte così talentuose ed in gamba che ti chiedi cosa ci facciano li dentro. Chi ha delle capacità deve lavorare per se stesso, non per gli altri magari stressato per una richiesta perenne di massimizzazione dei risultati. Spesso funziona così, si richiedono maggiori sacrifici a fronte di stipendi anno dopo anno peggiorativi. Un sistema simile non può che portare all’implosione del sistema stesso e del lavoratore. La prospettiva non è migliorare ma mantenersi il posto. Io quel posto non lo voglio. Tenetevelo.

Questo c’è anche nel tuo nuovo singolo Trolley no?
Beh, Trolley dice tantissime cose. Lo considero un passaggio verso la semplificazione della mia scrittura per renderla più fruibile a tutti. Trolley è ancora nel mezzo. Forse ancora troppo rap nella concezione lirica. Tocca anche la mia sfera personale e quindi normale che una scelta così importante abbia trovato posto in un pezzo simile. In due frasi penso di aver racchiuso tutto quello che ho appena detto usando l’immagine più forte.

Cosa c’è nel tuo bagaglio personale? Cosa ti rende te stesso? Cosa porti sempre con te?
C’è tanta roba. Per esperienze vissute mi sento vecchissimo. A volte anche stanco. La mia creatività mi ha portato a fare tantissime cose fin da piccolissimo. Oggi dopo 11 album, un numero infinito di eventi organizzati, la direzione di una rivista musicale, di un’etichetta discografica, di un locale,  di uno studio di registrazione e milioni di altre cose, ho necessità di tirare un minimo il fiato. Però mi porto dentro al Trolley tutto questo e oggi so come dargli un inquadramento preciso. E tutto questo mi rende me stesso. Io senza queste  cose non sarei esistito. Sarei stato l’ennesimo bravo ragazzo perso in una borgata malfamata. Con me porto le persone a cui tengo. L’ho sempre fatto. Il mio Trolley non è mai stato vuoto.

Mi dici invece qualcosa del videoclip?
Il videoclip non ripercorre passo passo la canzone ma un po’ si stacca. Prende vita per conto proprio mantenendo il mood del brano. Racconta una storia o meglio un pezzo di storia di una persona col suo viaggiare negli anni. Nel video sembra fermarsi a ricordare un frammento preciso della sua vita grazie ad un ricordo che gli salta agli occhi. Ma nonostante la malinconia del tempo che passa, non si ferma ed è pronto trolley alla mano, per un altro ennesimo grande viaggio, quello della vita.  Mi piacciono tutte le scelte del video. Dai protagonisti alle location. Volevo col video sottolineare che in fondo siamo tutti migranti e non possiamo dimenticarcelo mai.

Sei simbolicamente tu il protagonista del video? Ti ritrovi in lui?
No non sono io. O almeno non principalmente. Mi interessava che emergesse una malinconia di fondo che mi contraddistingue da quando sono nato. E anche, che si percepisse il messaggio del brano, ovvero, ovunque vai ricordati chi sei e porta con te i tuoi sogni. Ne approfitto per ringraziare chi questo video l’ha realizzato e chi ha partecipato. Virginia Pavoncello (Second Life Videos) alla regia, Sofia ed Elisa come assistenti, Matteo Patruno e Miriam Ebonine come attori e tutte le persone che in qualche modo c’hanno aiutato nella produzione del video. La piacevole sorpresa però è stata la performance di mio padre. Per la prima volta impegnato in un ruolo da attore. Volevo questa presenza romantica nel video. Il mio è una sorta di piccolo tributo verso una persona importante per me (come lo è allo stesso modo mia madre… sennò si ingelosisce 😉 ).

Cosa vuoi insegnare o tramandare con questo brano? Qual è il messaggio che Daniel Mendoza davvero vorrebbe che arrivasse?
Non voglio insegnare niente a nessuno. Non sono in grado ne ho piacere di farlo. Ognuno fa il suo percorso di vita e impara a suo modo quello che può imparare. Con Trolley spero di far riflettere, quello si, su ciò che siamo diventati e come stiamo influenzando negativamente le generazioni future. Ma Trolley è anche un messaggio di speranza. Spingiti lontano da tutto ciò. Non dimenticare chi eri.

Dal punto di vista dello stile leggo che viene definito indie rap. Ci sono altri artisti come te o sei uno dei primi in Italia di cui si può parlare in termini di indie rap?
Le definizioni di qualcosa non sono mai facili. Un brano come Trolley può essere definito nient’altro che rap da un pubblico più generico. Ma può anche essere definito agli antipodi del rap da un pubblico rappettaro convinto. Quindi la verità sta come spesso capita nel mezzo. Per me è un’evoluzione della mia musica. Un pezzo come Suburra ad esempio da me non lo sentirete più. Eppure sta vendendo tantissimo all’estero. Trolley se devo sforzarmi a trovargli un genere, lo definirei Indie Rap o forse Alternative Rap o Urban Pop. Da questo punto di vista anche il producer del brano, l’amico Tonic 21Grammi, ha messo da parte l’attitudine rap per andare oltre la nostra zona di comfort.

Cosa intendi per indie rap quindi?
Immagino qualcosa che strizzi l’occhio al cantautorato o all’indie pop che tanto va di moda adesso.  Ho sempre visto il rap per qualità di testi vicino al cantautorato. Ecco, una rivisitazione del rap che lo avvicini ad un pubblico meno settoriale.

Hai qualche anticipazione per il tuo nuovo disco?
Nessuna. Per ora solo che la direzione sarà questa dei primi due singoli. Ho già registrato cose nuove ma la strategia con Street Label Records, sarà quella di pubblicare molti singoli fino a raccoglierli in un album completo.

Info Daniel Mendoza: https://www.facebook.com/danielmendozaofficialpage/

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