INTERVISTA | Daniela Mastrandrea: le sue note dal piano-solo al DUO

Un paio di mesi fa è uscito il suo piano-solo Riflessi, il 21 settembre la pianista Daniela Mastrandrea torna con un nuovo album il cui titolo Duo svela che questa volta non è sola. Ad accompagnarla nella lettura di questi 10 brani c’è il contrabbassista Michele Paternoster. Presentiamo in anteprima sulle pagine di Blog della Musica questo nuovo lavoro facendo due chiacchiere con la compositrice e pianista di origine pugliese.

Potremmo dire che se le 14 tracce di Riflessi erano un viaggio di Daniela Mastrandrea nella musica neoclassica tra romanticismo e musica d’ambiente, DUO invece si presenta come un’immersione jazzistica in un continuo controcanto tra il tuo pianoforte e il contrabbasso di Michele Paternoster. Com’è nato questo ultimo lavoro?

Daniela Mastrandrea e Michele Paternoster
Daniela Mastrandrea e Michele Paternoster

Un saluto a chi ci legge, a Blog della Musica e a te Anna. Grazie per questa piacevolissima chiacchierata. Io e Michele siamo amici da tanti anni. Abbiamo suonato insieme in svariate formazioni e conosciamo luci e ombre l’uno dell’altra, e forse è proprio questo quello che ci lega nel profondo. Per me fare musica rappresenta da sempre qualcosa di molto intimo. Come recita una frase del booklet di DUO, Chiunque può fare musica, ma non tutta la musica può essere fatta con chiunque. Avevo scritto questi temi durante la mia adolescenza ma non avevo mai dato loro importanza. Mi è capitato di eseguirli in trio o quartetto ma, come è solito fare nel jazz, lead sheet e sigle. Solito per il jazz, insolito per me, dal momento che la musica da me pubblicata fino a oggi è interamente scritta. Sta di fatto che, per quanto io ami immaginare, sentire, scrivere, questi temi erano rimasti pure e semplici melodie senza una veste specifica. L’estate scorsa, in una delle mie chiacchierate con Michele, cogliendo il suo desiderio di voler fare qualcosa insieme e la mia irrefrenabile e immancabile voglia di scrivere, mi sono ricordata di quelle idee musicali e ho iniziato subito a cucire loro un vestito su misura. Devo dire che il ruolo di Michele in tutto questo è stato determinante: senza di lui e le nostre chiacchierate, probabilmente non avrei sentito l’esigenza di ripescare quei brani, dal momento che la mia musica stava prendendo una direzione del tutto opposta. In effetti, quando ho iniziato a scrivere per questo lavoro, stavo dando forma a quello che avrebbe dovuto essere il mio prossimo album. L’entrata in scena di DUO ha completamente cambiato le carte in tavola.

Scopri il disco Riflessi di Daniela Mastrandrea

La copertina di DUO richiama alla memoria un mix tra il tratto di Schiele e una graphic novel. Chi è l’artista che l’ha ideata?

Haruka696 l’ha disegnata, Nico Gurrado le ha dato colore. L’idea iniziale era quella di usare una foto mia e di Michele, ma durante una delle nostre prove è nato questo schizzo. Io l’ho guardato, mi sono illuminata e ho subito detto: “Eccola! È lei la cover di DUO!” Hanno pensato stessi scherzando e invece ero serissima!

La copertina del disco DUO di Mastrandrea e Paternoster
La copertina del disco DUO di Daniela Mastrandrea e Michele Paternoster

C’è differenza di linguaggio tra la musica jazz e la musica classica?

Ovviamente sì, altrimenti non le distingueremmo. Quella differenza che riusciamo a cogliere dipende proprio dalla diversità di linguaggio. Inoltre, il jazz è basato su un approccio più improvvisativo, che non vuol dire che non abbia regole – anzi. Nella musica classica, invece, viene scritto il più possibile (note, segni di agogica, dinamica), nonostante nell’epoca barocca l’improvvisazione avesse un ruolo fondamentale. Premessa a parte, la musica è musica. Raramente tendo a classificarla. Con questo non voglio dire che non esistano il jazz o la classica; quello che voglio dire è semplicemente che il mio approccio alla musica è libero e concepisce l’atto compositivo svincolato da pregiudizi tecnici, strutturali e/o formali. Non scelgo mai a monte il linguaggio da utilizzare poiché amo concepire la musica nel libero fluire degli stati d’animo e degli eventi.

Esiste un’atavica contrapposizione tra compositori di musica classica e di musica jazz, come convivono queste due anime in Daniela Mastrandrea?

Inizierei col dire che io sono sempre la stessa persona, indipendentemente dallo stile e dal genere. La musica che scrivo è solo la diretta o indiretta conseguenza di come mi sento, di come vivo, dei miei pensieri, di quello che sento di dover dire e di quello che posso avere bisogno di dire. Non c’è una distinzione o una contrapposizione di anime. Semplicemente, il viaggio della vita offre un ventaglio ricco di sfumature, stati d’animo e una tavolozza di colori in cui intingere il proprio pennello. In quest’ottica, è come se la mia fosse stracolma di colori, data la diversità dei brani che scrivo e pubblico.

Il grande pianista jazz Bill Evans ha detto: “Mi infastidisce quando la gente cerca di analizzare il jazz come un teorema intellettuale. Non lo è, non lo è”. Per Daniela Mastrandrea che cos’è il jazz?

Il jazz è solo uno dei tanti abiti che la musica può vestire.

La collaborazione con Michele Paternoster in DUO rimarrà un unicum o fa parte di un progetto che potrebbe magari vedervi calcare insieme i palcoscenici dei jazz club?

Ci siamo immersi a capofitto in quest’avventura senza calcoli a monte. Pura emozione e gioia della condivisione. La nostra concentrazione era indirizzata alla realizzazione e alla produzione, ma non escludo l’idea di una programmazione di eventi. Di sicuro la nostra collaborazione continuerà, che si tratti di concerti o di una nuova produzione discografica. Resta il fatto che questo progetto, se pur nato per omaggiare Michele, si colloca all’interno di un quadro più ampio, quello della mia discografia, ciò su cui da anni pongo principalmente la mia attenzione. Infatti, più che da pianista, la mia indole è da compositrice. Anche per questo, mensilmente, esco con progetti sempre nuovi e diversi. Fermo restando che io e Michele faremo sicuramente ancora altro insieme.

Tornando a DUO come è stato collaborare con Paternoster? Ci sarà un tour di promozione di questo disco per Daniela Mastrandrea e Michele Paternoster?

Con Michele c’è un’intesa che va ben oltre l’amicizia. Collaborare tra persone che non hanno bisogno di parole per comprendersi è più di una semplice collaborazione. Siamo più fratelli che amici ed è per questo che, pur collaborando con diversi contrabbassisti, solo Michele è stato in grado di accendere quella scintilla affinché DUO prendesse vita. A promozione e date non abbiamo ancora pensato ma è solo questione di tempo. Mi sono divertita nello scrivere e nel far musica insieme e credo che sia questa la cosa più importante, tanto quanto non stare fermi e continuare a camminare.

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