INTERVISTA | Davide Peron: “sono strumento della musica”

Davide Peron cantautore veneto classe 1974, molto conosciuto per il Mi Rifugio in Tour. L’abbiamo intervistato e Davide ci ha raccontato della sua musica, del suo disco e della sua storia…

Accogliamo oggi Davide Peron cantautore, su Blog della Musica. Impresa difficile: in poche righe ti puoi presentare ai nostri lettori?
Io sento chiaramente di essere qui, in questa vita, per un motivo semplice: sento di essere uno strumento che la Musica utilizza per arrivare alle persone che mi seguono. Senza nessuna vanità o bisogno estremo di fama. Semplicemente un mezzo di espressione attraverso il quale Lei, la Musica, trova una sua forma tra le tante. Un continuo scrivere, riscrivere, scavare e cavar parole e note.

Ci racconti come hai conosciuto la musica? E come sono stati i tuoi inizi?
Fin da bambino la Musica ha fatto parte della mia vita. Mi ricordo mia mamma che registrava le canzoni preferite con il mangiacassette quando passavano per la radio… ho sempre ascoltato tanta musica e alle elementari la maestra l’aveva detto subito che avrei avuto un talento. Il mio primo album a 18 anni è stato un vinile: Desire di Bob Dylan. Dopo il primo ascolto mi son detto: “anch’io voglio fare come lui”. E così ho unito le mie due grandi passioni: la musica e la scrittura. E’ nata così la prima canzone (che non ha mai ascoltato nessuno, e mai nessuno la ascolterà). Da lì poi gli incontri della vita che mi ha regalato come risultato delle scelte importanti che mi hanno indicato il percorso come per esempio il servizio civile come obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio: lì ho conosciuto il mio primo produttore, Diego Piotto, e da quell’incontro è nato il mio primo album e i miei primi concerti; così di seguito i primi riconoscimenti e quindi la spinta per continuare.

Contaminazioni e ispirazioni: quale musica ascolti? Quali sono i tuoi autori preferiti?
Ora ascolto un po’ di tutto purchè sia buona musica. E purtroppo devo ancora rivolgermi ai grandi artisti del passato: sono affascinato da Bob Dylan, De Andrè, Fossati e i grandi cantautori che per fortuna hanno scritto opere immortali per tutti noi.

Davide ci racconti come è nato il Mi rifugio in tour?
Il mio rapporto con la musica è davvero viscerale ed è molto simile al rapporto che ho con la montagna. Entrambe sono dentro di me fin da quand’ero bambino. Sono nato in un paese ai piedi delle Piccole Dolomiti, e la montagna è sempre stata parte di me.

Mi rifugio in tour è un’idea nata nel 2008 con l’intenzione di affiancare musica e montagna,cultura e natura. Le mie due grandi passioni si trovavano così unite e la montagna stessa, in particolare lo scenario delle Piccole Dolomiti diventano luoghi di ispirazione e ricerca musicale. Sono dei concerti in montagna, all’aperto, in luoghi dove si arriva solo a piedi. Di anno in anno il progetto si è ampliato ed è cresciuto, insieme al pubblico e agli obiettivi: alla musica, si sono affiancati anche la buona cucina montana e i prodotti genuini, la storia della montagna e l’arte in ogni sua forma oltre a tanti ospiti ed associazioni che vi hanno aderito. Cambia il palcoscenico, che non è più qualcosa di costruito ma è naturale, è il luogo dell’anima, il più bel teatro che abbiamo avuto in eredità.  Ho messo i miei luoghi del cuore nella musica e ho messo la musica nei miei luoghi del cuore. L’artista in cima alla montagna arriva nudo, spogliato di tanti cliché, di tanti orpelli che invece ci sono inevitabilmente in teatro o nei concerti standard.

Con la musica Davide Peron si dedica anche agli altri… Ci vuoi parlare del progetto musicale svolto con i ragazzi disabili?
Con il tempo altri miei interessi, come per esempio l’incontro con l’altro, l’aspetto sociale, si sono intrecciati in modo naturale: prima con La Pallottola, canzone che è divenuta inno di Libera (per il Veneto), l’associazione di Don Luigi Ciotti che si batte contro tutti i generi di criminalità organizzate. Successivamente l’aspetto sociale è sfociato in questo lavoro che è durato ben 7 mesi per un progetto educativo-artistico con un comunità di persone diversamente abili: la creazione di un videoclip della canzone V’è un angolo di luce con il supporto sia di uno staff artistico che di uno educativo. Questo progetto è stato considerato tra i migliori progetti di innovazione nei “Percorsi di inclusione sociale 2015” del Veneto. Tutto nasce perchè oltre ad essere cantautore sono un educatore e attualmente lavoro nella comunità alloggio “Gruppo Famiglia” per persone con varie disabilità gestita dalla cooperativa sociale Primula di Valdagno (Vicenza). Ho coinvolto in un percorso educativo- pedagogico innovativo i miei meravigliosi “ragazzi” di tutte le età. Il video del brano V’è un angolo di luce (canzone presente nell’ultimo mio album) l’ho girato con loro. Persone che non sanno leggere e parlare sono riuscite a elaborare la trama del video e a costruire le scenografie, guidati dal regista Michele Reghellin, dall’art-director Mauro Boscarato e da mia moglie Eleonora Fontana che è attrice. Il video è visibile su YouTube attraverso il mio sito www.davideperon.it. Al di là del riconoscimento la cosa importante è che loro si sono sentiti come artisti. Hanno un mondo interiore tutto da dire.

V’è un angolo di luce, la canzone del video, è stata scelta dagli ospiti stessi, che nel loro lavoro hanno raccontato una storia mediante dei disegni e che sono quindi autori e attori insieme, lasciati liberi di seguire la loro libera creatività, creando ogni idea o elaborato, come dichiara lo stesso Peron, ‘senza imposizioni di nessun tipo, ma solo supportati dal team artistico e organizzativo’.

Attualmente stai girando l’Italia con uno spettacolo teatrale-musicale sul tema della Grande Guerra vista dalle donne, ce lo racconti?
Questo spettacolo, “Una calza a salire e una a scendere”, nasce dal desiderio di ricordare il centenario della Grande Guerra attraverso una voce femminile poco nota: quella delle portatrici. La voce migliore per questo racconto è a mio parere quella teatrale perché permette allo spettatore di immergersi nella storia. La musica è il contro canto: l’altro modo di far sentire il peso della guerra, ma anche la speranza per un futuro migliore, che va di pari passo alla parola. “Una calza a salire e una a scendere” è la storia delle portatrici carniche, donne che andavano a rifornire le prime linee di viveri e munizioni a costo della vita. La Grande guerra è qualcosa di lontano, specialmente dove non è stata combattuta. Per questo va raccontata. La memoria non deve perdersi. E’ un messaggio di speranza, d’amore verso il prossimo e verso un futuro senza atrocità.

Imbastir Parole è il tuo disco uscito nel 2014, a chi si rivolgono i testi dei brani di questo disco? Che cosa ci raccontano?
Imbastir Parole
è un diario, una raccolta di pensieri messi in musica che raccontano la mia evoluzione artistica, otto canzoni già edite nei miei due album precedenti e quattro inediti. Il titolo nasce dal profondo legame con le mie radici: come le sarte danno vita ad un capo imbastendone la forma, così io imbastisco canzoni legando le parole alla musica. I quattro inediti delineano in modo chiaro il forte attaccamento alla mia storia personale, un’ode sentita alla terra che è madre ma anche padre, amata ma anche matta; ricordi della Grande Guerra protagonista nelle Piccole Dolomiti e riflessioni sul futuro intese come necessità di ricordare un passato pregno di una storia raccontata attraverso la sua lingua madre: il dialetto.

Di quale messaggio vuoi essere portatore con la tua musica?
La mia musica vuole comunicare quello che la vita mi ha regalato, valorizzare le mie radici. Le risposte che noi cerchiamo sono molto semplici e nella maggior parte dei casi si trovano proprio vicino a noi, nelle persone e nei luoghi più cari.

Se potessi ascoltare un unico brano del tuo disco, quale dovrei ascoltare? Perché?
Oggi direi L’aquilon perchè racchiude  tanto di quello che vorrei dire. Credo che la cosa migliore sia dare vita ad una canzone a partire dalle sensazioni che vivo: una canzone come “l’aquilon”, così tanto semplice, voce chitarra e violoncello sembra dare voce a quei sentimenti. Non serve nient’altro.  E’ nella semplicità che risiede la mia “firma artistica”.

Attualmente stai lavorando a qualcosa di nuovo?
Si, sto lavorando per il mio nuovo e 5° album. Non so dirvi quando uscirà ma spero presto!

Davide quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto lavorando su due nuovi spettacoli teatrali musicali.  I temi sono molto diversi tra loro… ma quando saranno pronti vi dirò di più!

Grazie Davide Peron cantautore per essere stato con il Blog della Musica. Buona fortuna

Info Davide Peron cantautore: https://www.facebook.com/DavidePeronCantautore

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