Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Dellamore, cantautore atipico, anticonvenzionale e senza genere, a metà tra trap, it-pop e con una malinconia estrema ironico-romantica, quel tipico mood di chi è cresciuto a pane e cantautori. Ci ha raccontato qualcosa in più di lui e del suo modo di fare musica. Buona lettura!
In arte Dellamore, perchè la scelta di questo nome?
Il nome d’arte Dellamore ha origine nel film “Dellamorte Dellamore”, film ispirato a Dylan Dog di Tiziano Sclavi, del quale sono sempre stato un fan. In più il nome combacia perfettamente con la mia recente scelta di dare più spazio alle emozioni nella mia musica.
Raccontaci della tua evoluzione artistica e musicale. Chi ti ha influenzato e come è cambiato nel tempo il tuo approccio alla musica?
Diciamo che ho “sofferto” il cambio generazionale dell’hip hop. Da musica di nicchia a musica mainstream fruibile a tutti ormai. Spotify, Instagram, YouTube, hanno proprio cambiato le carte in tavola, quando io ero abituato solo a fare concerti per eventi in giro per Palermo e la Sicilia e a distribuire la mia musica attraverso copie fisiche autoprodotte o tramite cartelle rar da scaricare da internet. Gli artisti importanti li conoscevi alle jam dove ti esibivi, dove ti facevi vedere all’opera e magari ci scappava pure una collaborazione. Adesso gli emergenti vengono scoperti tramite i social. Pian piano poi mi sono anche distaccato da questo ruolo prepotente e spaccone del rapper moderno, influenzato da artisti come Frah Quintale, Coez ecc… quindi mi sono spostato più verso un lato più indie dell’hip hop.
Come descriveresti il tuo modo di fare musica?
Direi innovativo. Non mi sono mai fermato a fare canzoni normali, per struttura, contenuto, idee. Ma spesso mi chiedo se non sia proprio questo a penalizzarmi a volte.
Parliamo di Salmiakki. Ultimamente l’associazione alcool-amore è molto diffusa, come hai sviluppato l’analogia nel tuo brano?
Essendo sincero, a canzone finita, non sapevo che nome darle. Poi ho deciso di darle il nome di quella citazione alcolica del Salmiakki, perché in effetti questa storia era come il Salmiakki: qualcosa di sconosciuto, dal sapore forte e intenso.
Cosa è venuto prima? Il Salmiakki o la ragazza finlandese? Chi ha ispirato chi?
Sono venuti insieme, una in aereo e l’altro nella sua valigia. Ma ho iniziato a conoscere prima la ragazza finlandese, subito dopo il Salmiakki perché, si sa, una storia degna di nota, inizia sempre con dell’alcool. Alla fine tutti e due sono stati fonte di ispirazione.
Guarda il video Salmiakki di Dellamore
Quanto c’è di autobiografico?
Tutto. Anche troppo! È una canzone allegra, ma che nasconde anche alcuni momenti difficili, fatti di scelte veramente dure da prendere. Come un matrimonio da annullare.
Domanda di routine. I tuoi progetti per il futuro?
Spero di riuscire a crearmi un giro di piccoli concerti a Barcellona, dove vivo da 3 anni, dove comunque vive una vasta comunità italiana. Ovviamente l’obiettivo è suonare in Italia in città come Milano e Roma, ma ovviamente me lo devo guadagnare. In più sto anche iniziando a lavorare al mio primo ep ufficiale, ma nel frattempo farò uscire ancora dei singoli. Grazie mille per l’intervista!
Social e Contatti
Instagram: https://www.instagram.com/dellamore_official/