INTERVISTA | I Devocka tornano con un nuovo album che ti segna la vita

Devocka sono una band d’ispirazione new wave e punk-noise. Nati a Ferrara nel 2003 ora tornano al grande pubblico con Meccanismi e desideri semplici un disco che non lascia indifferente e segna la vita di chi ascolta. Blog della Musica li ha intervistati per voi…

Ciao DEVOCKA e benvenuti su Blog della Musica. In poche righe potete presentarvi ai nostri lettori?
Ciao Silvia, siamo una band di Ferrara nata nel 2003 con all’attivo quatto dischi ufficiali, siamo in cinque, io (Igor) voce e synth, Matteo Guandalini e Stefano Selvatici alle chitarre, Alessandro Graziadei al basso e Ivan Mantovani alla batteria.

Contaminazioni e ispirazioni. I DEVOCKA ascoltano molto la musica di…?
Ognuno di noi ha i suoi ascolti anche parecchio diversi tra i vari membri. Diciamo che come ascolti siamo figli degli anni ’90 e siamo diventati grandi nei 2000. Io, personalmente, abuso di musica anni ’80 e sono curioso verso sonorità che non conosco, ultimamente ho ascoltato ed apprezzato l’ultimo disco di Anna Von Hausswolff, e l’ultimo di Alberto Nemo.

Dopo tre album ci sono voluti sei anni per arrivare al quarto Meccanismi e desideri semplici. Come mai?
Dopo l’uscita del nostro precedente disco La morte del sole (2012), il nostro bassista di allora (Francesco), ha abbandonato la band. Considera che dalla nascita del gruppo fino al 2012 la line up è sempre stata la medesima. Non è stato facile trovare l’elemento giusto per sostituire Francesco, ne abbiamo provati diversi fino all’incontro con Alessandro. Dopo il naturale tempo di “amalgama” abbiamo iniziato la scrittura di nuovi brani che ci hanno portato alla realizzazione di Meccanismi e desideri semplici. Terminate le registrazioni abbiamo deciso di allargare la formazione ad una ulteriore chitarra, ed ecco l’ingresso di Stefano che completa la nuova line up.

Immagino che in sei anni siano successe anche tante cose di vita musicale, di vita e basta… Magari cose che cambiano. Il vostro percorso artistico, il vostro fare musica è cambiato in questi anni?
Con la formazione “storica” della band l’approccio alla costruzione di brani era diventato parecchio istintivo e naturale. Nel nuovo percorso sicuramente qualcosa é cambiato, abbiamo scritto i brani, li abbiamo arrangiati e riarrangiati più volte, insomma un approccio maggiormente ragionato se così si può dire. Poi in fase di registrazione abbiamo aggiunto ulteriori strumenti e plasmato parti strumentali, modificando i connotati ad almeno la metà dei brani che trovate in track list.

Meccanismi e desideri semplici che disco è questo nuovo lavoro di DEVOCKA?
Sento di poter dire che il nuovo ha un suono più maturo che svolta con il passato. Se nei precedenti album primeggiavano sonorità noise rock e liriche aggressive, in Meccanismi e Desideri Semplici, il suono indossa un vestito più ricercato. In questo album è importante l’utilizzo di sintetizzatori e drum machine, che si mescolano alla classica potenza nelle ritmiche e alle reminescenze noise che da sempre ci contraddistinguono.

Brani piuttosto brevi, ma intensi. Le parole urlate quasi faceste fatica a trattenere quello che dovete dire… Cosa vorreste che arrivasse a chi vi ascolta? Quale messaggio?
Nessun messaggio in particolare. Solo la nostra espressione, il nostro modo di vedere e vivere le cose. Il nostro punto di vista sul quale ci piace confrontarci anche e soprattutto con persone esterne alla band. Le tematiche del disco parlano della dualità dell’individuo, la sua non separazione, uomo e donna in un’eterna lotta interiore. L’individuo che fugge da sé stesso, che cerca di ritrovarsi, l’esistenza spesa come ricerca di sé stessi e del proprio ruolo.

Se potessi ascoltare un unico brano del vostro nuovo disco, quale dovrei ascoltare? Perché?
È un po’ come scegliere tra i propri figli, siamo particolarmente affezionati a tutti gli undici brani in tracklist. C’è un feeling particolare con Lezione a Memoria, probabilmente il brano guida dell’intero disco, il cui testo è ispirato a “Viaggio al termine della notte” di Ferdinand Céline. Da un verso del testo nasce anche il titolo del disco ed è probabilmente la canzone dalle sonorità più particolari. Una riflessione sulla vita, sugli esami da affrontare, sulle illusioni, sulle relazioni.

Per le sonorità musicali del disco avete avete fatto tutto da soli? Chi vi ha coadiuvato in riprese, mastering, mixing…
Il disco è stato registrato e mixato da Fed Nance. Le batterie del disco sono state registrate al Natural head quarter, mentre il resto dell’album presso il Locale Denuclearizzato di Fed Nance. Lo stesso ha anche curato la produzione artistica e ha suonato chitarre e synth in alcuni brani. Il suo apporto alla stesura definitiva delle tracce e alla scelta dei suoni è stato decisivo e siamo particolarmente contenti del risultato finale e della resa complessiva di tutti i brani. Il mastering è stato affidato a Manuele Fusaroli.

Prima di lasciarci, raccontateci quali progetti avete in serbo per i prossimi mesi?
Innanzitutto portare in giro in veste live questo nuovo disco poi iniziare la scrittura di nuove canzoni e continuare il nostro percorso.

Grazie per essere stati con Blog della Musica. A presto!

Info: https://www.facebook.com/devockaband/

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