Vuoi conoscere i migliori dischi di cantanti italiane? Ecco per te 5 album fondamentali di cantanti italiane che non possono mancare nella tua collezione. Ci aiuta in questo articolo la rubrica “Le pillole di Lele” che potete trovare su youtube
E’ possibile ridurre a 5 dischi di cantanti italiane il panorama musicale esistente? Selezionare titoli di dischi significa automaticamente escludere alcuni titoli a favore di altri, soprattutto quando ci si pone il limite di cinque nomi, anche se il caso è quello di scegliere tra i nomi della canzone italiana al femminile, un panorama ricco di nomi interessanti. Vale però la pena di dare uno sguardo ad una produzione circoscritta al periodo a cavallo della seconda metà degli anni Sessanta e i primi Settanta.
Caterina Caselli – Casco d’Oro, 1966
Partiamo con il botto e troviamo l’esordio di Caterina Caselli con il suo Casco d’oro del 1966. Nessuno la poteva giudicare, e non è solo un riferimento alla canzone, ma anche al carattere della cantante emiliana, che accetta all’inizio di passare ore e ore dal parrucchiere a ossigenarsi i capelli di biondo platino, da qui il nome “casco d’oro”, ma che poi chiede e ottiene per contratto di smettere con le torture sotto i ferri del parrucchiere e di portare una parrucca posticcia che accontenta tutti. Fin dall’inizio della sua carriera dà prove di leadership, con la sua band “Gli Amici” con i quali incide Sono qui con voi un’energica, quanto ruvida cover di Baby Please Don’t Go.
Nel primo album troviamo alcuni brani ormai diventati classici, come Nessuno mi può giudicare, Perdono, Tutto nero, cover di Paint it Black degli Stones e Kicks dal repertorio di Paul Revere and The Raiders. È la pioggia che va e L’uomo d’oro completano un album che, seppur ricco di una ingenuità tipica del periodo, rappresenta per la Caselli un importante passo artistico nella sua carriera, che tuttavia si chiuderà presto, già prima della metà degli anni Settanta. Comunque resterà una protagonista della musica italiana, come dirigente della CGD, e in questo ruolo farà importanti scoperte, da Giuni Russo agli Avion Travel, da Elisa, a Raphael Gualazzi ai Negramaro, solo per citarne alcune.
Patty Pravo – disco omonimo del 1968
Patty Pravo, la “Ragazza del Piper”, la troviamo con il suo esordio discografico targato 1968, dal titolo omonimo Patty Pravo. Simbolo della libertà sessuale e dell’indipendenza al femminile, Nicoletta Strambelli, questo è il suo vero nome, incide alcuni brani divenuti presto cavalli di battaglia, come La bambola e Ragazzo triste.
Negli anni ha saputo rinnovarsi, anche a costo di allontanarsi dalla vendita facile, ma ha sempre mantenuto viva una certa coerenza ribelle, anche da un punto di vista musicale, magari con dischi non sempre di facile ascolto.
Carmen Villani – Carmen, 1966
Veniamo a Carmen Villani e al suo primo album Carmen del 1966. Negli anni Settanta, quando raggiunge la fama come starlette del genere soft erotico, ha alle spalle anni di gavetta musicale iniziata già negli anni Cinquanta.
Negli anni Sessanta Carmen Villani diventa una delle voci della ribellione, anche se all’acqua di rose, con il suo successo Mille chitarre contro la guerra, scritto da Umberto Napolitano. Ha pubblicato solo due album, per poi dedicarsi al cinema, comparendo anche in alcuni film d’autore, come “Un uomo da bruciare” dei fratelli Taviani e “Il profeta” di Dino Risi.
Ornella Vanoni – Un gioco senza età, 1972
Ornella Vanoni riesce spesso a far parlare di sé, per la sua tranquillità nell’esprimere idee senza freni e pregiudizi. Nella sua discografia risulta anomalo questo disco del 1972, intitolato Un gioco senza età, in cui la cantante si cimenta con brani particolari, a partire da quello che dà il titolo all’album, e che è una cover di White Mountain dei Genesis, riscritta da Claudio Rocchi.
Nel disco è presente anche Il ponte, versione italiana di Bridge over Troubled Water di Simon and Garfunkel e Immagina che.., ovviamente cover della famosissima Imagine di John Lennon.
Laura Betti – Laura Betti con l’Orchestra di Piero Umiliani, 1960
Ricordiamo infine Laura Betti, musa di Pier Paolo Pasolini, che incide nel 1960 un album di canzoni della tradizione popolare italiana, in collaborazione con Piero Umiliani, intitolato Laura Betti con l’Orchestra di Piero Umiliani con dodici brani tra cui Macrì Teresa detta Pazzia e Valzer della Toppa.
Quest’artista va ricordata soprattutto per le tante apparizioni cinematografiche e teatrali, e per avere prestato la sua voce all’indemoniata Linda Blair nella versione italiana del film L’esorcista.
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