DN3 Project, Electro Jazz

DN3 Trio biografia

DN3 Project un suono particolare e riconoscibile, frutto dell’incontro di Guido Nemola, Cesare Dell’Anna e Mauro Tre. Il primo disco è Perfect Toy. Ecco chi sono in questa scheda…

Un sound unico e immediatamente riconoscibile, prodotto dell’incontro tra i suoni di Guido Nemola, live electronics, e dalle tessiture armoniche e melodiche di Cesare Dell’Anna e Mauro Tre, tromba e tastiere.

Nel discorso musicale del progetto i DN3 incrociano le strade della sperimentazione elettronica più di avanguardia: un Electro Jazz raffinatissimo e contemporaneo, proteso verso le nuove frontiere del jazz, che guardano alle cosmogonie di Sun Ra fino al funk-jazz di Herbie Hancock, alle sperimentazioni elettriche di Miles Davis. Un live set coinvolgente, sempre in trasformazione genetica della trama dei bit. Tre musicisti, tre forti personalità che si fondono in una alchimia di suoni e ritmi che trascinano e emozionano.

Il primo vinile, Perfect Toy, pubblicato da Secouer Records, ha ottenuto il supporto di DJs quali Francois Kevorkian, Laurent Garnier, Danny Tenaglia, Tocadisco, Dubfire, Paco Osuna, Someone Else, Bastian Schuster, Tim Green, Carlo Lio, Chris Carrier, UES, Andre Butano, Luca Agnelli, Carlos Sanchez, Negru, Oscar, Carlos Sanchez, Joseph Capriati, Deetron, Supernova, Tobias Koch, Patrick Zigon.

Vediamo di seguito chi sono i tre componenti del DN3 project:

Cesare Dell’Anna (Tromba)

Camaleontico, spirito tzigano, uomo engagée, post-moderno. Fonde e confonde volutamente i generi e le tradizioni culturali più diverse (balkan, jazz, classica, banda, electro, dub, reggae… ), imbroglia con irriverenza e ironia gli stili ‘alti’ con quelli ‘bassi’ e gode a forzarli assieme, recupera e grida la dignità del folk e della musica per banda mentre le intreccia alla popolare – già nobilitata – al jazz, alla ‘colta’, alla etnica.

Figlio d’arte, l’arte della banda, dopo essersi diplomato giovanissimo al Conservatorio della città barocca il trombettista leccese ha prima approfondito la formazione accademica e si poi è rivolto al jazz, divenendone uno dei più fantasiosi interpreti italiani – si ascolti “My Miles”, per la sua 11/8 Records – e collaborando con molti ensemble del settore, tra cui la Meridiana Multijazz Orchestra di Pino Minafra. L’animo è inquieto e questo lo obbliga a cambiare spesso strada. Negli anni Novanta, dopo anni di gestazione, scoppia il world beat e Dell’Anna è pronto a coglierne le innovazioni. Grazie al fisarmonicista e amico Antongiulio Galeandro, scopre la musica dei Balcani e con lui entra nei Folkabbestia con cui incide lo storico “Breve saggio filosofico sul senso della vita” (1998). Poco dopo fonda gli Opa Cupa che esordiscono nel 2000 con “Live in contrada Tangano” (Felmay), a cui partecipano Adnan Hozic e Admir Shkurtaj, primissimi protagonisti della balkan invasion. Intanto, nel 1996 aveva fondato la casa/laboratorio Albania Hotel, una factory di artisti, musicisti e creativi spersa nella campagna intorno a Lecce che negli anni ha accolto gente da tutto il mondo. Qui sono nati i dischi e le idee migliori di Dell’Anna, come il superlativo “Hotel Albania” degli Opa Cupa (2005), pubblicato dalla neonata etichetta indipendente, altra creatura del musicista – e dei suoi collaboratori – che si è prontamente affermata grazie alla felice combinazione di world beat, elettronica e jazz.

Il 2005 è stato un anno fortunato, di ottima raccolta, che segna anche l’esordio di Zina, percorso parallelo a quello degli Opa Cupa, che invece dei Balcani sceglie il Maghreb e il Senegal come orizzonti sonori prevalenti. Oggi le due metamorfosi del trombettista – che nel frattemposi si è trasformato anche in Tax Free, Tarantavirus, Giro di Banda – sono arrivate rispettivamente al secondo e al terzo capitolo, il leader è riuscito a portare la sua musica in giro per il mondo, dall’Europa dell’Est all’America e i suoi disegni musicali sono guardati con molto interesse dalla critica specializzata.

Ha collaborato con i Sud Sound System, Mau Mau, Nidi d’Arac, Uccio Aloisi, Negroamaro.

Guido Nemola (Elettronica)

Cresciuto a Lecce in una famiglia di musicisti, nel 1991 inizia a fare il DJ. Nel 1992 si trasferisce a Milano dove lavora in locali che hanno fatto un’epoca (Plastic, Magazzini Generali, Old Fashion, Atlantique, BeauGeste). Nel frattempo inizia a produrre musica house e pubblica il suo primo disco. I singoli pubblicati su Pasta Boys Records e Manocalda riscontrano successo in America, Inghilterra, Germania e Giappone: sfiora la vetta della classifica di Danny Rampling sulla BBC e di Suburbia su RIN. I più grandi DJs di quegli anni supportano la sua musica: Little Louie Vega, Kiko Navarro, Eddie Amador, Dj Gregory, David Coleman, François Kevorkian, Marques Wyatt, il mitico David Mancuso.

Nel 2000, tornato a Lecce, inizia a lavorare con Dario Lotti con cui avvia il progetto “Jack in The City”. Dalla loro collaborazione nascono successi internazionali: “C’Mon” (con Stefano Noferini), “Jack in The City” sulla label londinese Junior Boy’s Own, e “Lu_Ragno Impoverito” su LaTerra (l’etichetta di Ralf). Negli stessi anni inizia il sodalizio con il gruppo Joyfull Family e con le etichette Re>>Vox ed Ocean Dark; inizia a suonare nei migliori clubs del Salento (Mediterraneo, Living, Vertigo, Smeraldo, Caporais, Guendalina e Casablanca).

Nel 2006 inizia a collaborare con la label Italo Business, stella nascente della scena techno europea ed internazionale.

Nel corso degli ultimi 10 anni ha remixato mostri sacri come First Choice (Love and Happiness), Dajae (Brighter Days), Micheal Watford (You Got It, sulla label londinese Spectrum – Defected), Johnny Dangerous (sull’etichetta americana King Street).

L’evolversi della musica lo porta negli ultimi anni a proporre nei suoi DJ set sonorità più elettroniche, contaminate da venature jazz ed old school. Nelle sue esibizioni dal 2005 affianca un laptop ai vinili, inserendo nei suoi DJ set loops ed elettronica live.

Dal 2007 Guido Nemola e Santorini sono A&R dell’etichetta RECYCLE, che si fa presto notare in Italia ed all’estero per il suo sound minimal influenzato della Techno di Chicago e Detroit.

Mauro Tre (Pianoforte, Sintetizzatori)

Folgorante e incalzante,  quieto e prossimo al silenzio. Fra questi due estremi Mauro Tre esprime il suo pianismo eclettico. L’approccio al pianoforte, confortato da una naturale tecnica robusta, richiama mescolando le forme piu’ varie della tradizione della tastiera. Dal lirismo ispirato all’ascolto di Bill Evans fino alla selvaggia libertà delle forme free jazz per le quali è evidente il rispetto dovuto a Cecyl Taylor. Nel mezzo le suggestioni e le reminiscenze della musica colta, spesso trascinate a viva forza nel turbinare del viaggio immaginifico dell’improvvisazione. All’attività di pianista si è affiancata quella di tastierista e band-leader, che nel corso degli anni ha visto susseguirsi varie formazioni in cui si sono avvicendati molti dei musicisti più attivi nella scena musicale salentina e non. Il progetto di maggior successo è l’IntensiveJazzSextet che ha dato il suo contributo alla scena jazz lounge italiana negli anni ’90, grazie alle collaborazioni di nomi di riguardo quali Fabrizio Bosso, Rosalia De Sousa, Nicola Conte, Cesare Dell’Anna, Roberto Gagliardi. La curiosità del comporre lo porta dalle prime esperienze di commistione fra performance e musica concreta dei primi ’80, testimoniata dal novero reso da Antonio Verri in una sua inchiesta sullo stato dell’arte del tempo, alle ultime scritture di musica da camera. L’esperienza ventennale nel teatro attraverso la collaborazione con Astragali Teatro di Lecce reca con sé il portato del lavoro sulla relazione profonda fra segno e suono, fra voce e senso, che costituisce la cifra seriale del suonare di questo pianista. Le opportunità di affiancare illustri personaggi del teatro della vita e della musica, Massimo Urbani, Francis Paudras, Terry Riley, raccontano di un intenso arricchirsi e di una curiosità non timida.

Collabora attualmente con l’etichetta 11-8 Records per la realizzazione di diversi progetti, fra i quali DN3, con Guido Nemola e Cesare dell’Anna. Con Antonio De Luca nelle pratiche di scultura sonora. Con Roberto Gagliardi un sodalizio ventennale all’insegna del libero jazz, che si concretizza nel progetto Interstellar Free Jazz. Con Irene Scardia la pratica e la sperimentazione di nuove scritture pianistiche.

Info DN3: https://www.facebook.com/DN3.Trio

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