Like an ocean è il disco per pianoforte di Domenico Quaceci pubblicato da Musica Lavica Records. Un caleidoscopio di emozioni e ricordi in musica

E’ uscito il disco per pianoforte Like an ocean di Domenico Quaceci pubblicato da Musica Lavica Records.
Domenico Quaceci è un giovane che ha percorso le mille strade della musica, che si è imbarcato in treni, navi e pullman di suoni dalla classica alla contemporanea, dal jazz al rock, un po’ come molti giovani del nostro tempo. E nei mille viaggi ha tratto ispirazione per una propria precisa e dirompente creatività. Ascoltando via via i brani del suo album, possiamo facilmente indovinare i grandi maestri che gli sono stati d’ispirazione; le sue melodie, infatti, ricordano a tratti Yiruma, Beethoven, Allevi ed Einaudi.
Nato grazie all’incontro con Denis Marino di Musica Lavica Records, Like an ocean è un vero e proprio caleidoscopio di emozioni e ricordi in musica, che riaffiorano a ogni tasto del piano.
Ad accompagnare la promozione di questo album un suggestivo video, Colori d’autunno: fin dalla prima traccia melodica percepiamo tutte le pulsazioni ancora piene di vita della natura autunnale, immediatamente prima che vada sommessamente in letargo. A seguire ci imbattiamo in More emotions: un vero e proprio flusso di coscienza in musica. Un alternarsi di ritmi intensi, come il vento che frastaglia le onde del mare, e più dolci, come la quiete dopo la tempesta. Esattamente come i sentimenti e le emozioni umane sanno essere.
Il nome dell’album è preso dal terzo brano, Like an ocean, e nasce dalla descrizione di un attimo in cui, forse inconsciamente, abbiamo il sentore di percepire qualcosa, una sensazione, un’intuizione, ma questa ci sfugge e restiamo quindi incapaci di capire, di avere la nostra epifania, ma consapevoli di avere qualcosa in più. Capiamo che c’è così tanto da scoprire e così poco tempo a disposizione.
In un album che ci fa affiorare ricordi, sentimenti ed emozioni, non poteva mancare un brano come Loved; è la quarta traccia e, esattamente come solo l’amore sa fare, porta lo spettatore sulle montagne russe delle emozioni; una dolce e lenta salita, seguita da una caduta repentina nel vuoto, che ti lascia la tanto conosciuta sensazione di piacevole smarrimento, che chiunque abbia mai amato, conosce così bene.
Seguono poi brani che raccontano la parte più introspettiva di Domenico, come Cold wind e Memories. Nella prima, apparentemente, può sembrare che ci racconti la fine del tutto, come la natura che muore durante l’inverno, ma in realtà capiamo essere semplicemente la fase che precede la rinascita. Nella seconda, abbiamo un prosieguo dello stesso ritmo, con un’intro quasi sussurrata, per poi divenire più incalzante e vibrante.
Il pianista prende per mano lo spettatore e lo accompagna poi attraverso la sua personale immagine onirica e sinfonica di viaggio, con Travel, facendogliela conoscere attraverso i suoi occhi, con un ritmo spensierato e avventuroso, ma dal finale placido, come la calma che ci pervade, una volta giunti alla meta.
L’ottava traccia rimanda ad una conversazione avuta con un suo amico, partendo da normali convenevoli tranquilli, ci sembra che si addentri sempre di più in discorsi accattivanti; si esplorano e si scontrano le opinioni contrastanti, ma il tutto avviene nella totale fiducia e in sincera amicizia. Il penultimo brano, Boulevard, impegna gli ultimi dieci minuti dell’album.
Domenico sognava esattamente di scrivere un brano che avesse in sé la suggestione di quel nome e così ha immaginato di camminare in un corso: un viale alberato, con le panchine al sole, i caffè, un fiume e le strade fatte di mattonelle, piene di persone con cappotti lunghi. C’è riuscito, perché è difficile non pensare all’Avenue des Champs-Elysées, a Parigi, mentre la si ascolta rapiti.
Mentre l’ultima traccia è dedicata alla stessa Antares, che chiude l’album e ci fa esplorare lo spazio, metaforicamente collegato alla sua psiche. Ci fa percepire l’assenza di gravità, finché poi questa non ci cattura e trascina verso la stella gigante rossa immensa, che però appare piccola vista dalla terra.
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