Il Duo Alterno inaugura ItalienMusiziert omaggiando Francesco Paolo Tosti

Direttamente dalla Germania dove si sta svolgendo ItalienMusiziert, rassegna di musica da camera diretta dal M° Francesco Maggio, incontriamo il Duo Alterno formato da Riccardo Piacentini e Tiziana Scandaletti che ci parlano della Musica del Novecento…

Riccardo Piacentini (al pianoforte) e Tiziana Scandaletti (Soprano) durante il concerto a ItalienMusiziert

Riccardo Piacentini (al pianoforte) e Tiziana Scandaletti (Soprano) durante il concerto a ItalienMusiziert

Benvenuti! E’ un piacere poter incontrare un duo tanto rinomato, uno dei punti di riferimento nel repertorio vocale-pianistico del Novecento e contemporaneo, con a carico un così largo numero di esecuzioni in oltre 40 paesi. Come nasce la vostra formazione?
Nasce dall’incontro di due diverse sensibilità. Anche per questo ci chiamiamo Duo Alterno! Tiziana proviene da studi di canto, e di musicologia in ambito medievale; Riccardo di composizione, e di musicologia in ambito contemporaneo. Il mix tra le due diverse estrazioni, entrambe attente al “segno” in quanto Tiziana ha lavorato a lungo sui manoscritti dell’Ufficio ritmico di San Francesco d’Assisi e Riccardo sulle partiture dei compositori contemporanei, è stato per noi stimolante al massimo grado. In più ci piace un mondo viaggiare…

Quali sono stati i punti cardine attorno i quali avete potuto crescere artisticamente?
Oltre a credere fortemente che si cresce di più nella diversità che nella somiglianza (anche se questo potrà suonare un po’ anticiceroniano…), è stato ed è fondamentale per noi seguire strade alternative e non solo quelle già ampiamente battute da altri. In questo modo ci sentiamo più utili e scopriamo, e aiutiamo a scoprire, aspetti dell’arte che altrimenti rischiano di essere ingiustamente emarginati. Prendiamo la musica vocale da camera del primo Novecento italiano (Casella, Ghedini, Alfano, Respighi, Malipiero, ecc.) o i tanti compositori che oggi scrivono musica per la voce e pochi lo sanno…

Come potreste raccontare in qualche parola il vostro percorso attraverso il grande repertorio del Novecento?
Ecco, si tratta di svelare le bellezze degli autori dimenticati del primo Novecento, o almeno di quelli ricordati in modo soltanto sommario e parziale, magari riconoscendo il loro nome ma non avendo quasi mai ascoltato gran parte della loro musica. Ed è un vero peccato, perché nelle loro composizioni dimenticate ci sono delle gemme straordinarie. Dello stesso Tosti non vengono quasi mai eseguite le ultime romanze, splendide e aforistiche, una sorta di Anton Webern visto in tutt’altra prospettiva. E si cita spesso Alfano perché a lui si deve la conclusione di Turandot di Puccini, ma chi conosce le sue bellissime e numerose liriche su testi di Tagore? A questi due sommi nomi e agli altri che abbiamo prima citato, si aggiungono poi autori che – dalla Germania alla Francia, agli Stati Uniti, all’Asia… – ci portano progressivamente agli ultimi decenni. E qui c’è solo l’imbarazzo della scelta, perché di repertorio per voce ce n’è tantissimo, e noi nella nostra collana discografica “La voce contemporanea in Italia” giunta ora al sesto volume con brani da Morricone a Berio, Coghi, Vacchi, Solbiati, Sciarrino, ecc. abbiamo voluto darne un gustoso assaggio.

Qual è il ruolo della musica contemporanea oggi, e quale dovrebbe essere l’attitudine del pubblico e della società in generale verso di essa?
La seconda domanda si risolve, anzi si dissolve, nella prima. Noi crediamo che il ruolo della musica contemporanea oggi sia come quello di una sentinella che tiene alto il valore della Cultura nel campo musicale, senza i facili compromessi che caratterizzano la musica di consumo. Il problema però sussiste e muove dalla definizione stessa di “musica contemporanea”. In Italia verso la fine degli Novanta si appropriarono di questa espressione i cantautori che, più esattamente, hanno utilizzato questa definizione nella forma di “musica popolare contemporanea”, per distinguerla dalla “musica colta contemporanea”. Questo ha generato, in modo evidentemente strumentale, ma sarebbe meglio dire strumentalizzato, una certa confusione a cui i compositori “colti” non hanno saputo rispondere in modo adeguato. Ma qui il discorso si fa lungo e spinoso…

Come viene accolta tale musica in Italia? Quali differenze con l’estero?
Se la si presenta in veste “giovane”, vogliamo dire accademismo, viene accolta bene. È importante presentarla in sintonia con le altre arti, a volte anche con una certa ironia e possibilmente con divertimento, non isolata e orgogliosamente autosufficiente… E poi studiarla molto bene ed eseguirla con visibile entusiasmo, facendo in modo che il pubblico la prenda con naturalezza, come una parte integrante ed essenziale della sua cultura e della sua vita. Con l’estero vediamo differenze legate alle abitudini culturali locali che a quanto pare connotano anche gli altri settori, né più né meno di quello che analogamente avviene in Italia. Negli Stati Uniti, ad esempio, c’è una maggiore propensione per le contaminazioni tra i generi o meglio, come dicono loro, per il “cross-over”, cosa che in Italia è più difficile da far passare senza discussioni e polemiche. Nell’est asiatico abbiamo riscontrato una grande curiosità e un’apertura a conoscere e a riprodurre i nostri “meccanismi” (tipico in Cina e, seppure con altra storia, in Giappone, ma non solo). Nell’Europa centrale la tradizione colta è quasi schiacciante, ma le sorti magnifiche e progressive dell’arte figurativa hanno aiutato a comprendere anche la musica contemporanea, in un modo più “meditato” e forse anche meno istintivo di quanto avvenga in Italia.

Riccardo Piacentini e Tiziana Scandaletti mentre ricevono gli applausi del pubblico a ItalienMusiziert

Riccardo Piacentini e Tiziana Scandaletti mentre ricevono gli applausi del pubblico a ItalienMusiziert

Mercoledì 9 Marzo c’è stato il primo concerto del ciclo ItalienMusiziert, vetrina di gran prestigio che dal Blog della Musica seguiamo attivamente. Com’è stata l’apertura del festival?
La sala della Hauss der Musik con la sua ottima acustica e un pianoforte Pleyel da sogno sono stati davvero notevoli, e il pubblico è stato attentissimo e caloroso con il nostro Tosti, la prima assoluta di Alla leggiadra luna di Beatrice Campodonico e un lavoro di Riccardo con foto-suoni registrati nei luoghi rilkiani. Desideriamo ringraziare moltissimo l’Istituto Italiano di Cultura e il M° Francesco Maggio per averci invitati.

Cosa vi ha spinti ad offrire un omaggio a Francesco Paolo Tosti, compositore eccellente di cui avete eseguito numerose romanze?
Il 2016 è il centenario della sua scomparsa e, cogliendo questa occasione, abbiamo voluto dedicargli un programma che ruota intorno al suo ultimo lavoro, il ciclo di romanze dal titolo Consolazione, su testi di D’Annunzio. Si tratta di un brano raramente eseguito, scritto dal grande compositore poche settimane prima di morire, un brano di meravigliosa intimità, perfetto e diremmo anche moderno nella sua asciuttezza e geniale chiarezza. È dedicato a sua madre ed è una sorta di testamento musicale intriso di sottile bellezza ed intima poesia.

Parliamo ora ai giovani: quali consigli vi sentireste di offrire agli esecutori che intendano affrontare il repertorio contemporaneo ed inserirsi in contesti funzionali e gratificanti? Quali consigli offrireste invece ai compositori esordienti?
Scrivere e interpretare la musica dei compositori viventi non è sostanzialmente diverso oggi rispetto al passato. La contemporaneità è sempre esistita. Siamo noi forse che la vogliamo (sbagliando) estrapolare dal resto della Cultura, come se ne fosse un’appendice. È vero invece il contrario. Questa è la Cultura, la Cultura di oggi che prosegue una storia che è importante conoscere ma anche “storicizzare”. Studiare un pezzo di Beethoven richiede un approfondimento filologico così come lo richiede un qualunque brano di musica contemporaneo. Occorre conoscere la storia e capire dove si è arrivati e in quale contesto stiamo vivendo, perché è qui che viviamo, non “là”, e non possiamo che vivere da “contemporanei”, altrimenti viviamo di puri ricordi, importanti certo ma pur sempre ricordi.

Quali sono i vostri prossimi obiettivi e dove possiamo seguire i futuri passi del Duo Alterno.
Concerti immediati in Turchia, alla BSO concert series di Ankara (aprile), poi in America Latina e America Centrale (maggio), poi diversi appuntamenti in Italia, poi nuovamente l’est asiatico. Il progetto Tosti è quello che quest’anno portiamo avanti accanto ad alcune prime di autori contemporanei che hanno scritto per noi. Sull’ultimo capolavoro di Tosti abbiamo chiesto di confrontarsi ad alcuni autori viventi (tra questi, Cardini e Landini). Abbiamo in vista prossime collaborazioni artistiche con il flautista Gianni Trovalusci, il violoncellista Francesco Dillon, il FontanaMix con Valentino Corvino, ecc. Ma c’è in corso anche un divertente progetto che abbiamo chiamato “Classic Tango” con il violinista Maurizio Cadossi e il fisarmonicista Davide Vendramin. A giorni collaboreremo a Berlino con il violinista Matthias Leupold e la fisarmonicista Christine Paté. News al nostro sito www.rivegaucheconcerti.org e sulla pagina https://www.facebook.com/DuoAlterno.

Musica consigliata…

Info: https://www.facebook.com/IstitutoItalianoDiCulturaStuttgart/

A cura di Nicola Rigato

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