Duo formato da Gianni Trovalusci, flauto traverso, e Bruno Battisti D’Amario, chitarra, intervistati dal Blog della Musica subito dopo il concerto a ItalienMusiziert, rassegna di musica da camera diretta dal M° Francesco Maggio…
Un bel benvenuto al Duo Trovalusci-Battisti D’Amario, iniziamo con qualche domanda! Come potreste descrivere il vostro percorso come singoli strumentisti e successivamente come Duo?
Come singoli interpreti abbiamo percorsi che si intrecciano con la musica d’avanguardia, con la musica da film, col jazz e naturalmente con la classica; affascinati da sempre dai vari linguaggi musicali, ma anche attenti interpreti dei vari stili e modi.
Particolare scelta la vostra, nel formare un Duo flauto e chitarra, formazione non troppo usuale. Ed in effetti il repertorio che viene a definirsi resta molto particolare! Quali sono i punti cardine del vostro repertorio?
Il Duo ha basato la propria proposta musicale sulla vasta produzione di Bruno Battisti D’Amario, che è chitarrista, ma anche compositore; oltre a questo apporto strutturante, il programma offre una vasta gamma di ‘ Colori del Canto,’ con le musiche da film, di Ennio Morricone e altri autori, e melodie dal Mondo, da un canto dei nativi americani all’Inno a San Venceslao.
Ancora una volta esperienze diverse, fuse in un gesto espressivo unificante.
Qual è la vostra attitudine nell’affrontare il repertorio contemporaneo, c’è qualche differenza nell’affrontare invece altri tipi di repertori antecedenti le avanguardie?
La prospettiva del repertorio storico è inevitabilmente una prospettiva ‘filologica’, ove nell’interpretazione si ricostruisce o comunque si tiene conto di una prassi esecutiva derivante da un definito momento storico-artistico. Il repertorio contemporaneo permette il confronto diretto con l’autore; nel nostro caso l’autore è anche interprete e viceversa; per quanto riguarda le Melodie dal Mondo proposte, queste sono reintepretate, rielaborate con ampi spazi improvvisativi. In complesso quindi il nostro lavoro è ‘ad alto tasso creatività’!
Cosa è davvero fondamentale, oggi, per la buona riuscita di un concerto?
Il rapporto tra interprete e pubblico deve essere un rapporto ‘circolare’; il musicista deve saper accompagnare il pubblico nel viaggio, che è il concerto stesso, con la testa libera dai problemi della tecnica del suo strumento, in modo di centrare il piano di comunicazione nel messaggio musicale; questa secondo noi è la principale responsabilità dell’artista, oggi come ieri.
Venerdì 18 Marzo c’è stato un vostro concerto all’Italien Musiziert, Stoccarda. Com’è stato poter partecipare all’interno di un contesto così altamente specializzato, ben attento a portare i migliori elementi musicali italiani all’estero?
Una bellissima iniziativa; la sala era piena, con un pubblico partecipe e veramente molto attento. Ringraziamo l’Istituto Italiano di Cultura, l’Associazione ARCES, il CIDIM, per la realizzazione di una manifestazione di altissimo livello, che vede coinvolti tra i migliori musicisti italiani.
Il programma prevedeva musiche di Ennio Morricone, com’è stata recepita dal pubblico la musica tanto amata del Maestro? Abbiamo però anche notato una grande presenza, nel programma, di brani di Bruno Battisti D’Amario, ce ne vorrà parlare Bruno?
La collaborazione ventennale con il M° Morricone sia come interprete delle sue colonne che come allievo (attento a recepire i meravigliosi messaggi musicali che il Maestro riusciva sempre ad elargire) è stato sicuramente un valore aggiunto per la crescita professionale ed artistica sia del singolo esecutore che del duo.
Una carta vincente, il poter comporre facendo riferimento alle ben note potenzialità di un Duo proprio.
Di certo, scrivere per sé stessi e per un partner del quale si conoscono bene le caratteristiche musicali e di approccio allo strumento, permette di approfondire la scrittura del brano, creando le migliori condizioni per la realizzazione del concerto come processo di comunicazione ‘circolare’, interprete / pubblico, del quale già qualche riga sopra si sottolineava l’importanza fondante.
Qualche consiglio per i giovani: quali sono i segreti per trovare e costruire la propria strada artistica?
Oltre alla tecnica, riflettere sulla qualità espressiva del proprio suonare e pensare non per brani, ma per programmi coerenti e significativi. La proposta deve essere intelligente, pensata e offrire letture e fruizioni articolate a più livelli.
E la cosa migliore resta sempre, dopo essersi documentati e aver studiato, essere sé stessi!
Diteci ancora di voi, quali saranno le vostre prossime tappe?
Abbiamo proposto un modo di suonare e ‘sentire’ la musica che è stato molto ben accolto, empaticamente, dal pubblico.
Proseguiremo così, gioendo del nostro fare musica e dei tanti ‘colori’ che insieme riusciamo a trasmettere…
Info: https://www.facebook.com/IstitutoItalianoDiCulturaStuttgart/
A cura di Nicola Rigato