INTERVISTA | Durmast: la solitudine diviene esperienza e suono

Ecco il suono e la forma di Durmast, al secolo Davide Donati, che pubblica in autoproduzione questo nuovo lavoro introspettivo dal titolo Alone a suo modo esoterico ed empirico, magico e immanente nella sua razionalità numerica. Scritture strumentali che indagano sulla solitudine come esperienza per conoscere se stessi, tra punti luci e ombre, tra rinascita e sperimentazione. Ed il suono inevitabilmente richiama gli anni ’80 di quando le tecnologie avevano quel retrogusto 8bit come le immagini dei primi videogiochi. Senza esagerare e sempre senza rinunciare al futuro… ovviamente…

Ciao Durmast. E’ decisamente particolare, a tratti inquietante questo video di lancio del singolo Seer (La Magia). Ce lo racconti?
Cercavo idee per rappresentare con un videoclip Seer (La Magia) e navigando su internet mi sono imbattuto in un video riposto in un angolo remoto di questo canale tv privato di Los Angeles, l’ho guardato e riguardato e alla fine ho chiesto di usarlo con il loro benestare. Mi sembrava il video che riuscisse a trasmettere in immagine il mood del brano, coniugando particolarità, inquietudine e magia.

E posso azzardare anche una vena inglese dentro il suono di questo disco? Di quali radici parliamo?
Sicuramente musica anni ’80 europea e inglese, ma tendo molto alla dance anni ’90 che mi appartiene sicuramente di più. Amo però non fossilizzarmi in dei generi predefiniti e mi piace mischiare più generi senza pensarci troppo. Le radici e sono molto differenti dato che oltre all’elettronica ho suonato e suono da anni la batteria in varie band rock-punk, non sento di avere dei riferimenti “fissi”, adoro anche l’emo e il punk di stampo americano e forse al primo ascolto non lo si nota moltissimo, ma molte frasi musicali che sono contenute nell’album sono frutto di queste influenze apparentemente non inerenti al genere.

Quanto di questa produzione è lasciata al caso e all’ispirazione del momento? In generale ci parli della sua genesi?
Cerco di curare il più possibile sia arrangiamenti che suoni, poi a volte esce qualcosa dal caso come campioni ed effetti, ed una volta usciti cerco comunque di farli miei, a mio gusto personale. Mi affido molto all’orecchio e mi piace sperimentare il più possibile. Spesso mi capita di creare la linea guida dei brani in poche ore, invece altre volte sto ore ed ore su un singolo riff o suono, addirittura mi capita di lavorarci anche per giorni.

Alone è nato dalla voglia di conciliare parti segmentate e più spigolose con altre più fluide e distese, un viaggio irreale fatto di panorami e immaginari variegati tenendo conto però della realtà.

E soffermiamoci anche sui synth utilizzati: quanto hai lasciato ai computer e quanto alle macchine fisiche?
Il computer è una parte fondamentale di questo album, software e hardware hanno suonato di pari passo, non sono un purista però riconosco che con alcuni synth analogici si riesca ad arrivare ad un calore di suono impossibile da emulare. In generale mi affido molto all’orecchio e amo indistintamente qualsiasi cosa mi suoni bene senza troppe limitazioni e anzi come insegna il genere Glitch possono essere utilizzati anche errori per costruire una traccia. Spesso “ripasso” suoni digitali in pedali o hardware analogici e viceversa, molti campioni sono registrati con microfono sia in studio ma anche quando mi capita di viaggiare, porto sempre con me il microfono da viaggio per cercare di catturare suoni e ambienti particolari.

E parlando proprio di produzione: hai per caso un’idea particolare da voler raggiungere nella tua carriera?
Non voglio limitarmi, vorrei raggiungere più traguardi possibili e affinare la mia musica su più fronti come il cinema, il club e i live. E’ tutto molto ambizioso ma penso che si debba sognare in grande per non fermarsi e far crescere la creatività. Per il prossimo album l’intenzione sarà quella di provare a realizzare tracce in cui riesca a registrare la batteria analogica suonata da me, cercherò con tutte le mie forze di realizzare questo piccolo sogno.

Grazie Durmast, a presto.

Guarda il video di Seer (La Magia) di Durmast

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