Nuovo disco, ampio, ricco di aria e di quel movimento lento dei tempi moderni, digitale, dancefloor come si lascia definire. Il duo degli Each Our Noise, al secolo Emanuele Stocco e Melissa Conte, sfornano un disco dal titolo didascalico e visionario come Metropolitan Dancefloor, a tratti anche mistico come nel singolo Avventura che lasciamo girare sulle nostre pagine.
Le visioni parallele degli Each Our Noise, la realtà dissacrante ma allo stesso tempo glamour, il suono che si appoggia su scelte melodiche assai vincenti dal lato main stream del progetto… e poi quel mood decisamente americano – Miami e costa ovest su tutto – che inevitabilmente ci riportano a cliché di stile assai famosi.
Calibrati da tempo ormai… giunti a questa nuova uscita, intensa e impegnativa… partiamo dal video: visioni di mondi paralleli o di un parallelo modo di essere?
Forse un po’ entrambe le cose, questo video è la visione del nostro passato che diventa presente, racconta il nostro cambiamento e quindi si nel nostro percorso abbiamo avuto differenti visioni del mondo e noi stessi abbiamo attraversato diversi modi di essere e di esprimerci. Non è stato facile creare un concept che funzionasse ma ci siamo divertiti molto durante le riprese.
È la mia impressione o le influenze si fanno decisamente più berlinesi del solito?
In questo progetto abbiamo cercato di raccontare quelle notti brave passate a ballare fino all’alba. Il nostro intento è quello di trasportare l’ascoltatore in una dancefloor immaginaria dove si può sentire libero, perciò sicuramente è il nostro album più club, come le notti della vita berlinese.
Eppure posso dirvi che questa copertina che avete scelto per il disco somiglia molto poco al suono che contiene?
Per la copertina abbiamo deciso di collaborare con un bravissimo writer “di professione” della zona, BongoTee e grazie a lui abbiamo trovato quella connessione tra suono e immagine che ci ha permesso di creare un vero murales, qualcosa che sapesse di vissuto, qualcosa che potesse raccontare una storia metropolitana.
E restando sul tema delle immagini è decisamente ricco di simbologie il luna park della vostra foto. C’è quel ritorno al passato che sempre affascina… perché?
Anche in questo caso avevamo bisogno di trovare un luogo che ricreasse, nell’immaginario collettivo, una classica situazione urbana.
Tutti noi abbiamo almeno un ricordo che ci lega a situazioni simili, poi le luci e i colori fanno il resto.
Che rapporto avete con il futuro? E con il tempo in generale?
Cerchiamo di avere un rapporto sereno con il tempo in generale anche se, a volte, abbiamo la sensazione di sentirlo scivolare via così rapidamente che magari ti chiedi se lo hai davvero impiegato nel modo migliore, nel modo giusto.
Questo ci aiuta ad avere un buon rapporto con il futuro, è importante per noi andare a dormire sapendo di aver dato il massimo ogni giorno, per realizzare un domani migliore.
In questo momento apocalittico, la vostra musica e il vostro spirito artistico come resiste?
Da una parte è molto difficile perché non potendo più fare live, ci manca il contatto con il pubblico che è una cosa fondamentale per chi vuole fare questo mestiere. Dall’altra invece ci siamo ritrovati a dover incanalare la nostra creatività su altri aspetti e ad avere molto più tempo per lavorare sulla nostra immagine e sulla comunicazione attraverso i social che, vista la situazione, rappresentano l’unico modo di stare vicino a chi ci segue e poter raccontare quello che facciamo.
Guarda il video degli Each Our Noise
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