Edoardo Chiesa: Le nuvole si spostano comunque

E’ uscito Le nuove si spostano comunque il nuovo disco di Edoardo Chiesa in formato fisico e su tutte le piattaforme digitali per Dreamingorilla Records / L’Alienogatto. Il disco arriva dopo due anni abbondanti da Canzoni sull’alternativa, il fortunato debutto a cui è seguito un tour di un centinaio di date. Ecco la recensione a cura di Gilberto Ongaro…

Edoardo Chiesa - Le nuove si spostano comunque - Copertina Disco

Edoardo Chiesa, Le nuove si spostano comunque

E’ uscito Le nuove si spostano comunque secondo album di Edoardo Chiesa, cantautore ed insegnante di chitarra che dopo l’esordio in elettrico con rock band, sceglie stavolta un percorso classico ed acustico, quello tipico del cantautorato italiano.

Le nuove si spostano comunque raccoglie dieci canzoni che nonostante l’arrangiamento simile ed essenziale, presentano testi dalle anime diverse.

Occhi, partendo dall’anafora del titolo, descrive certi tipi di sguardi e il loro peso: “Occhi che guardano il mondo come fosse un acquario, se ne stanno protetti, ogni tanto puliscono i vetri (…) occhi piccoli attenti ai dettagli, concentrati a capirne i perché (…) occhi grandi che si aprono al sole e ne accolgono i raggi, con il tempo rimangono soli e diventano ciechi”.

Dietro al tempo si chiede cosa si nasconda dietro la quarta dimensione, domanda che ci tiene tutti interconnessi: “Siamo legati da un filo sottile disteso sul mondo, fatto da piccoli gesti intrecciati”.

Domenica ha una melodia allegra come certe di De Gregori, ed è una serie moniti, consigli e raccomandazioni: “State attenti a camminare per la strada che rischiate di scontrare un altro piede, che tra mocassini e scarpe da ginnastica non si sa cosa può accadere (…) percorrete solo strade illuminate e la luce scioglierà ogni dubbio”. Il ritornello punta il dito sul nostro tempo pieno di tutorial per qualunque cosa e dove è difficile comunicare di persona: “Avere un foglio d’istruzioni in ogni tasca ma non riuscire più a rispondere a un amico che mi chiede come stai”.

Ironico il pezzo moderato Le porte, dove il nostro Edoardo Chiesa descrive una situazione di suscettibilità e paranoia: “Oggi ho un problema con le porte, sbattono le porte, sento che le porte che non mi amano (…) gli spioncini che mi osservano”. Se queste porte contengono dei segreti, la canzone successiva dovrebbe svelarli: La chiave. Dall’andamento più rilassato, rappresenta gli oggetti visti attorno a sé, ai quali ipotizza un significato più profondo: “Ci sono funghi in pentola, e pietre nell’armadio e nascono fiori azzurri dalle radici dentro al tavolo”. Questo brano, al centro del disco, contiene i titoli degli altri: “C’è una porta dietro al tempo che non può aspettare, i tuoi occhi grandi sanno già come poterla aprire, e c’è un filo da scoprire, da seguire, coltivare, una domenica d’estate che mi ha tolto tutte le parole”.

E la successiva infatti è Il filo, che con un gentile levare acustico accompagnano le parole critiche verso “tutti questi dispositivi e tutte queste connessioni”. Viene da pensare ai visori 3D quando Edoardo dice: “Tutti possono vederci bene ma non sanno dove guardare”.

Il tono si fa più scontroso nei vari versi di Se fossi in te: “Non sopporto i trucchi, nemmeno i galleggianti/aquiloni/intenzioni/pescatori, e quelli come te”, ma non manca l’allegoria faunistica, tra “vipere e procioni”. Da notare qui che il basso ogni tanto gioca a fare delle veloci terzine alla fine delle misure.

L’atteggiamento di sfida continua in Radici: “Non mi interessa stare qui con voi (…) resto sulla tonica, non m’importa se sei scomoda (…) e porgimi l’orecchio destro che posso provare a ripulirlo da ogni eccesso di cerume e di convinzioni secolari”.

Chiesa si calma negli ultimi due brani, Voci, dove riflette sul proprio percorso: “Spesso dimentico il motivo per cui sono partito. Troppe volte ho dato colpe ad altri (…) siamo animali abituati a capirci ma solo se ci conviene” e Un’altra vita, la più delicata dell’album, una dedica d’amore volta a immaginare come sarebbe la vita “se non ci fossi tu”. “Sarebbero credibili i truffatori che intorno a me si fregherebbero le mani (…) i balconi sarebbero senza fiori (…) perderei la tessera elettorale”.

Così si porta avanti la tradizione del cantautore italiano, con la sua presenza discreta che narra la propria visione della realtà.

Le nuove si spostano comunque, il disco di Edoardo Chiesa, è disponibile nei migliori digital stores.

A cura di Gilberto Ongaro

Info: https://www.facebook.com/chiesaedoardo/

Leave a Reply

diciotto + 6 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.