Emmanuele Landini: un sound engineering per la christian music

Emmanuele Landini, nato a Milano nel 1975, Sound Engineer, compositore ed arrangiatore per Moebius Records (Mi) che si occupa di produzioni discografiche, direzione artistica e distribuzione digitale di musica a 360°, e dal 2012 è attiva con la divisione cristiana che cura unicamente il settore Cristian Music

Ciao Emmanuele tu sei fondatore della Moebius Records, una delle poche etichette discografiche digitali che presentano al proprio interno una Christian Division. Come è nata questa idea?
A dire il vero non so quando sia nata l’idea, forse è sempre esistita e doveva solo trovare giusto spazio e giuste persone per vedersi alla luce. Ho cominciato a seguire la musica Cristiana nel 2009/2010 grazie all’incontro con la band cristiana “Ashlot” e con la loro produzione dal titolo “Diverso”.
Inizialmente pensavo di dover seguire un lavoro di musica tradizionale con canti di sole voci bianche (che era mediamente il mio unico riferimento di “Musica Cristiana”che avessi all’epoca), invece mi sono trovato di fronte ragazzi che portavano a tracolla pezzi di batteria, chitarre e basso elettrico… potete immaginare lo stupore inaspettato che ho provato.
Quando poi ho ascoltato il loro demo, non ho potuto fare altro che innamorarmene immediatamente in quanto si srotolavano ad ogni brano sonorità ancestrali ed alchemiche e che mai mi sarei aspettato in un contesto cristiano.
Poterli seguire nella loro produzione durata molti mesi, mi ha permesso di conoscere ognuno di loro, conoscere il loro cuore e ciò che li spingeva a scrivere per Dio, una Fede profonda, reale, quasi tangibile.
Poter essere stato una guida per loro, e loro per me mi ha cambiato profondamente, forse è proprio da li che nasce l’idea consolidata poi nel tempo di aprire la branca Christian Division.

All’interno della Christian Division gli autori appartengono alla medesima cultura o ci sono esperienze diverse?
Ho seguito e seguo maggiormente la musica Evangelica in quanto più presente nel territorio Italiano e nel mondo cristiano in generale, ma è capitato di seguire con gioia anche belle produzioni Cattoliche, non ultima quella di Michele Pavanello, caro amico ed artista di Rovigo.
Le porte della Christian Division sono aperte al mondo Cristiano in generale in quanto ritengo che alcuni muri o paletti non servano veramente a nulla se non per dividere ulteriormente ciò che l’uomo ha già diviso da centinaia di anni. Se guardassimo al fine, ovvero portare un messaggio di Fede alle persone, si comprenderebbe che le “recinzioni” religiose non hanno veramente senso, almeno secondo me.

Quando ascolti un artista di ispirazione religiosa, cosa ti fa dire: “sì, voglio produrlo”?
Andrebbe forse precisato che non “produciamo” artisti ma ne seguiamo con cuore la produzione, la direzione artistica e il più delle volte anche tutta la parte di elaborazione del testo oltre ovviamente alla registrazione, ma il produttore in gergo discografico è chi finanzia il progetto, e spesso, è direttamente l’artista o la band stessa ad auto finanziarsi in quanto la gran parte delle volte non si hanno supporti da enti o chiese.
È capitato altresì di incontrare persone ed artisti “speciali”, capaci di comunicare in modo nuovo e fresco, capaci di far scendere lacrime di commozione da quanto cuore mostravano in ciò che facevano, cuore da poter donare agli altri attraverso la loro musica e la loro voce, e di fronte a tale meraviglia non potevo esimermi da dare una mano ulteriore, co-producendo insieme a loro tutto il progetto 🙂

Chi hai prodotto o seguito finora con la Christian Division?
Non saprei sinceramente, ho seguito veramente moltissimi artisti, alcuni usciti e distribuiti attraverso la nostra etichetta digitale, altri che hanno preferito unicamente una stampa fisica, si possono comunque trovare alcune produzioni nella divisione cristiana del nostro sito web.

Secondo te, per quali motivi la Christian Music oggi in Italia non riesce a conquistare un ruolo di rilievo come avviene già da molti anni in paesi di cultura anglosassone ma anche dell’America latina? E’ solo una questione di qualità della musica proposta o un fatto culturale?
Penso che la Christian Music in Italia abbia un pochino le “mani legate” dal tipo di cultura e dalla metodologia utilizzata per portare la Parola di Dio alle persone attraverso la musica. Non dimentichiamoci che nel nostro paese è presente il Vaticano ed una maggioranza di chiese Cattoliche dove non vengono permessi veri e propri concerti di Christian Music, salvo sporadiche eccezioni, né vi è una cultura tale da poter permettere una divulgazione musicale cristiana in modo massivo.
Nel resto del mondo Cristiano mondiale è più forte la cultura di estrazione protestante che reputa la musica un veicolo essenziale per portare il messaggio di fede e per unire le persone in preghiera. Basti pensare a concerti di Gospel o di band come gli Hillsong che riuniscono centinaia di migliaia di persone e che parlano un linguaggio attualissimo.
Questo a mio avviso può essere uno dei motivi focali per cui la Christian Music non sia presente nel nostro paese in modo realmente percepibile e perché ci siano pochissimi artisti che vi si dedichino.

Cosa spinge un produttore, un autore o un interprete a mettersi in gioco sul terreno della Christian music, è più la “fede” o la “religione”?
Credo per esperienza nel settore e per aver conosciuto personalmente tutti gli artisti con cui ho collaborato che chi scrive brani cristiani non lo faccia per religione (dal latino RELIGO = sotto delle regole) ma per vera e propria Fede che nasce nel cuore e che lo porta a dedicarcisi giorno per giorno senza aspettarsi nulla, se non di portare un po’ di pace e gioia al prossimo.

Ha senso etichettarsi come Christian? Non si corre il rischio di diventare autoreferenziali, di cercare una patente di legittimità a proporre un certo tipo di musica? Al di là poi di quelli che sono i reali messaggi contenuti nelle canzoni?
Un’altra domanda non l’avevi proprio? Qui si entra in un campo minato che non trova a mio avviso risposte certe in quanto si parla comunque di esseri umani quali siamo, quindi imperfetti per natura. Le persone che utilizzano l’etichetta di “artista cristiano” mediamente lo fanno perché realmente ogni giorno vivono con Dio nel cuore e nella sua parola, e ciò che scrivono in musica e testo gli arriva per vera “ispirazione divina”, quindi penso sia corretto indossare tale etichetta ai fini di poter essere trovato da chi cerca musica cristiana o che magari in quel momento ha bisogno di ricevere conforto attraverso un messaggio di Fede; come accennato però è realmente un campo minato e a volte vi sono fili molto sottili che dividono l’essere un Artista Cristiano dal voler apparire tale.

Passato il periodo musicale degli anni ’60 e 70’ la musica ha cominciato ad astrarsi dal contesto sociale. Possiamo dire che la Christian music dovrebbe trovare una sua dimensione autentica proprio misurandosi anche con la contestazione sociale? In fondo Gesù non è stato il più grande rivoluzionario della storia?
Certamente, si sta lavorando giorno per giorno proprio su questa ideologia, se la finalità rimane quella di portare un messaggio di Fede a più persone possibile, bisogna veicolare il messaggio in un linguaggio comprensibile dal maggior numero di persone, quindi sia nel testo che nella musica si cerca di mantenere una “coerenza di linguaggio” ineccepibile ed accessibile a tutti.
Mi sono trovato spesso a dover decidere insieme all’artista di smontare interi progetti magari nati in modo prettamente cantautorale per via del tipo di linguaggio utilizzato che risultava troppo difficile per chi poi lo avrebbe ascoltato, sia musicalmente che talvolta anche a livello testuale.
So che magari per un artista vedersi smontare ciò che ha in testa non è facile, ma dipende sempre dagli obiettivi che si vogliono conseguire, e comunque cerco di essere più delicato possibile 🙂
Nella discografia ci sono strade e linguaggi che vanno rispettati, chiavi di volta che possono portare un progetto ad essere più usufruibile dall’ascoltatore, cerchiamo di unire al meglio tutti questi fattori e molti altri.

Nel panorama musicale attuale, un autore o interprete che vuole esprimersi nell’ambito della Christian music cosa deve assolutamente fare e cosa, invece, deve assolutamente evitare?
Beh, un artista in genere è una persona che sta su un palco e che canta e suona per le persone, un Artista Cristiano ha un compito simile ma nel contempo molto differente e se vogliamo di “Elite” in quanto oltre alla parte musicale, parla ai cuori delle persone che lo stanno ascoltando, facendosi portavoce della parola del Padre.
Penso che la “credibilità” per un’artista in ambito cristiano la giochi un po’ da padrona se vogliamo, in quanto tale persona, prima di poter parlare a migliaia di persone, dovrebbe aver fatto una “scuola biblica” o comunque essere partecipe attivo della comunità cristiana già da tempo ed in modo consolidato, ed aver appreso in modo corretto la Parola del Padre e senza propria reinterpretazione, prima di poterla portare agli altri, per questo è molto importante avere un’insegnamento alle spalle.
Anche per questo motivo non è semplice diventare ed essere un artista Cristiano consolidato, non basta scrivere 4 battute di musica e scrivere frasi con nostra interpretazione delle scritture in quanto si fuorvierebbe la Parola stessa che nasce con univoca interpretazione.
Caso invece differente è un Artista Cristiano che racconta alle persone come dall’incontro con Gesù o con la Fede sia cambiata la propria vita, portandone una sua personale testimonianza. Mi rendo conto che può risultare un po “univoca” come visione artistica cristiana, ma alla fine ci si trova a dover portare e ad insegnare alle persone la Parola del Signore, voi lo vorreste un “maestro” che non ha studiato o che non conosce fino in fondo ciò che insegna?

Quali sono i nuovi progetti discografici del 2016?
Siamo già nel 2016? 😉

Grazie Emmanuele per il tempo che ci hai dedicato. Ciao!

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Info: www.moebiusrecords.co.uk

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