Qualche settimana fa è uscito sui più noti negozi digitali il nuovo progetto del siciliano Enneo2. Questo artista, che ormai da anni fa parte del roster Street Label Records, ha avuto nella sua carriera musicale numerose tappe stilistiche. Sempre fedele alle musicalità black del soul e del funk, ci racconta il suo percorso, il suo nuovo Ep Identità e ci presenta un genere di cui in Italia si fa fatica a reperire informazioni, il Lo-fi. L’abbiamo intervistato
Enneo2 non sei mai stato intervistato dal Blog della Musica, anche se avevamo notato i tuoi singoli Tra origami e ritagli e Palifornia. Ti andrebbe di parlarci un po’ del tuo background musicale?
Certamente! C’è sempre una prima volta dai! Che dire, il mio background musicale contiene varie esperienze artistiche, in diversi contesti. Ho frequentato il Conservatorio di Palermo, dal 2004 fino al 2011, dove ho avuto l’opportunità di formarmi, seppur senza diplomarmi, e conoscere il cosiddetto “metodo di studio “per professionisti e musicisti. Dopo quell’esperienza decisi di suonare da autodidatta ed iniziai ad entrare in una serie di progetti (stiamo parlando di band musicali) dove suonavo la batteria, dal funk al soul, dal blues al classic rock, suonando, devo dire, davvero tanto ed in moltissime parti della Sicilia come nei pub, locali, piazze e nei festival, tra palchi e piccoli angoli “lounge”. C’è da dire che ho sempre ascoltato, grazie alla mia famiglia, composta all’80% da musicisti e maestri, generi come soul e funk. E pensate che in cuffia mio padre, da piccolo nella culla, mi metteva gli Earth Wind and Fire per farmi dormire.
Iniziai ad ascoltare rap nel 2009. Mi appassionai a Bassi Maestro, mio artista ispiratore, e da lì è stata una strada abbastanza coerente, seppur, a volte, “tormentata” dal condividere la musica rap e la cultura hip hop in generale con alcuni personaggi della mia città poco produttivi o comunque nocivi.
Posso solo dire che adesso sto intraprendendo un percorso che, dall’Old School, si è trasformato in altro, ho abbandonato la strada del “funky italiano”, del funk rap o come lo vogliamo chiamare, essendo identificato con questo genere dalla gente, per buttarmi in un mondo nuovo, prendendomi bene con la Lo-fi, chill rap e conscious rap, con sfumature indie, e beh, vedremo ciò che succede, si parte proprio da questo Ep, Identità, il punto di inizio.
Mi piace sperimentare, la gente ha accolto in generale sempre con positività, entusiasmo, curiosità ed interesse le mie decisioni musicali ed i miei cambi stilistici, vedremo stavolta!
Leggo dal tuo comunicato stampa che c’è una sorta di rinascita nel tuo “io artistico”. Mi dici qualcosa di più?
Si, come ho anticipato prima, questo Ep rappresenta una sorta di “riconfigurazione artistica”, una nuova identità musicale che sfocia da tantissime influenze passate, esperienze pregresse, sperimentazioni e knowledge generico.
E’ sempre Simone, sono sempre io, però da ascoltare sotto un altro profilo, forse più intimo, meno hiphop, spogliato delle vesti rap, e dunque, piuttosto, una persona che ha adesso coscienza di quel che può, deve, potrebbe fare musicalmente, non rinnegando il passato (florido ed edificante attenzione), bensì, modificando; siamo in continua evoluzione e mutamento, quindi si, è un “io artistico” che si rinnova, che non vuole avere la pretesa di essere “elegantizzato” o visto come la trasfigurazione di una figura musicale da sempre desiderata, bensì un cambio ponderato, dove l’artista si sente puro, limpido, trasparente a 360°, con il conseguente aumento della sua credibilità musicale, permettendo all’ascoltatore di carpire ed immedesimarsi in certe situazioni, piuttosto che “sparare rime contro il sistema, non immedesimandosi per nulla nello stesso ma guardandolo dall’esterno” come fanno l’80% dei rappers.
La copertina del tuo ultimo Ep sembra essere molto esplicativa in tal senso…
La copertina è emblematica, è l’apice visivo del cambio stilistico, rappresenta difatti due origami, figure che si possono creare, come modificare dal nulla, dalla carta, dall’essenza, dal “poco che abbiamo” con naturalezza ed intimità, due figure, una al contrario, rispetto l’altra, che rappresentano il pappagallo, animale che ho sempre adorato, curiosando riguardo i suoi comportamenti, reputandolo un essere splendido, creativo, curioso, allegro, abitudinario, colorato e molto attaccato alle “cose semplici della vita”, non complicato, non esigente, forse a volte testardo ma pur sempre benvoluto.
Questo lockdown o comunque quello che è successo ha inciso su di te? O avevi già l’Ep pronto e il tuo cambiamento era avvenuto a prescindere?
Devo dirti che ha contribuito, seppur poco, alla decisione di cambiare rotta, sebbene non repentinamente ma gradualmente, è stato un periodo dove, per rispetto e per prevenzione, abbiamo dovuto cambiare radicalmente vita, per 2 mesi, lo stesso periodo che ci ha permesso di riflettere e di considerare anche le cose più, a nostro parere insignificanti, come importantissime, educandoci a dar valore alle cose, alle persone, alle abitudini ed a molto altro. Il mio cambiamento era pronto a prescindere ma il Lockdown l’ha solo accentuato, confermato, fomentato.
In questo momento vivi in Spagna o sei in Italia?
In questo momento mi trovo in Italia, sarei dovuto partire per la Spagna ad aprile ma con la pandemia in corso non è stato possibile, dunque ho rimandato a settembre, mese in cui, spero, la situazione sarà sicuramente migliore.
Avevo in programma di partire in Spagna già da un anno, quando me ne innamorai avendo vissuto lì 3 mesi, ed adesso, sebbene possano esserci rischi, derivanti dalla Pandemia e da alcuni focolai, desidero cambiare aria, sono stanco di questo paese, ho bisogno di stimoli, spunti, nuovi orizzonti, chissà.
Entriamo un attimo nel vivo dell’Ep. Non voglio chiederti che temi ci sono dentro. Voglio chiederti, visto che parli di cambiamenti, quali sono, ad esempio, dei temi o delle opinioni che sono cambiate dal tuo punto di vista?
Guarda, partiamo dal presupposto che reputo questo Ep il mio primo prodotto “maturo”, non voglio e lungi da me screditare i lavori precedenti, ho lavorato con tanta gente che mi ha arricchito ed alla quale ho lasciato qualcosa, fa parte del gioco, però, questo Ep, come volevo dirti, rappresenta un cambiamento importante, sai quale? Che lo sento mio, mio al 100%, forse anche di più. Non che non mi sentissi a mio agio nei lavori precedenti, però, credo fermamente che questa volta io abbia trovato la dimensione giusta, la mia strada personale, musicale, artistica, dove per carità, possono essere tranquillamente presenti, seppur in maniera velata e poco presente o preponderante funk/soul ma sotto un’altra veste, dato che, con la musica ci si può giocare, si può sperimentare, con follia, saggezza, sregolatezza e tanto altro.
Temi ed opinioni cambiate? Mmh, credo che non sia cambiato molto rispetto ciò, piuttosto posso affermare, grazie anche ai tantissimi feedback, che sia cambiato il modo di comunicarli, la maniera di esporli, mantenendo sempre una coerenza espositiva. C’è anche da considerare che in poco tempo le cose cambiano, è la vita, i momenti, gli istanti, i modi di pensare, i punti di vista, possono mutare repentinamente come essere rielaborati gradualmente, cosa che, nella musica e nell’arte, si evince all’istante, quando si segue un’artista, comparando le robe vecchie con quelle nuove, il cambiamento è la chiave, forse non sempre vincente ma pur sempre efficace, se ben compreso ed accettato, prima dall’artista, poi dagli altri, forse un altro cambiamento sta nel fatto che prima facevo musica più per gli altri che per me, adesso la faccio totalmente per me, da un paio d’anni, avendo sviluppato certe consapevolezze, imparando tantissimo da certe esperienze, e non sono mai stato così sereno come adesso.
Ora devo chiederti di essere tecnico. Stai puntando da un po’ al concetto di low-fi che se non sbaglio arriva dal termine low fidelity (bassa qualità). Ci puoi spiegare a cosa ti riferisci?
Le mie produzioni (perché, in questo caso ho prodotto tutti i beats, curandoli interamente) si rifanno esattamente alla low fidelity, la cosiddetta lo-fi, credo che sia una strada da percorrere abbastanza carina ed interessante, ascolto tanta roba americana ma non solo, rispetto questo genere e devo dire che ogni volta, sia per quanto riguarda i samples, che per le idee (che poi suono, interamente, da zero), rimango quasi “ incantato “ da certi suoni, da certe atmosfere, unite alla neosoul, allo smooth, etc.
Sto seguendo vari artisti, cercando spunti e vorrei chiudermi “in studio” (come fosse un eremo) per le idee che sto sviluppando per il disco (ovviamente è ancora presto per dirlo), ma credo che continuerò esattamente su questa strada, alternando samples, suoni digitali, strumenti veri (suonati da me ed altri musicisti) e con voci cantate da diversi artisti che ricoprono e suonano generi di tipo totalmente diverso, sperimentare dunque, tuffarsi, con energia e dedizione.
Credi che possa diventare un genere nuovo (o un concetto) o in Italia esiste già? Insomma sei il primo o hai preso spunto da altri? Cercando sul web non si trova molto.
Non voglio avere la pretesa o la boria di affermare che questo possa essere un genere nuovo o un concetto, credo che in determinate forme e sotto certi aspetti già esista, in Italia forse è sommerso dall’Indie, credo forse nascosto dalla preponderanza e dall’imponenza attuale della musica indie/pop – indiepop etc, però alla fine ci sta, io credo che possa definirsi chill-rap, potrei sbagliarmi, non amo molto gli inglesismi o determinati neologismi all’inglese.
Cercando sul web non si trova molto, esatto, ti devo dire che forse potrei essere “tra i primi” che fa queste robe in Italia, chissà, o forse addirittura l’unico, ad ogni modo, credo che sia un buon inizio, rispetto quello che facevo prima, credo “già visto”, uguale al resto dell’Hip Hop Italiano, contenente l’unica caratteristica, rappresentata dal funk, oggi quasi scomparso in Italia.
Ascolta l’EPIdentità di Enneo2 su Spotify
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