INTERVISTA | Fabio Criseo: Lapo Ercane o Calcutta…

Fabio Criseo, cantautore che scrive musica da perfetto romano, pubblica Avrei voluto essere Lapo Ercane in collaborazione con Luigi Piergiovanni di Interbeat Records

Lui che dice di voler essere come Lapo Ercane o come Calcutta, lui che a quelli che hanno la camicia stirata e fanno le regole dice Cci Vostri, lui che in fondo non si mette in abito elegante e non indossa cravatte e non pettina il suono come si sente fare da quelli della televisione. Lui è Fabio Criseo, romano di qualità, di origine controllata, che scrive musica da perfetto romano e che un poco riporta alla mente quella canzone d’autore capitolina che ha fatto storia, tra stornelli e ironia che non va tanto per il sottile. In collaborazione con Luigi Piergiovanni della Interbeat Records, ecco il nuovo disco, irriverente, pieno di idee forti e belle intuizioni. Le assonanze poi sono di casa e forse ci ha giocato parecchio il nostro Criseo. L’intervista per gli amici di Blog Della Musica

La romanità che si cita da più parti. Una tradizione, una filosofia oppure una semplice scelta di stile?
Una scelta di stile, uno stile spontaneo, uno stile che mi appartiene. Tradizione è una parola che si sposa con questo stile, la tradizione della canzone romana, la tradizione “dell’essere popolare” che è tipico dei cantautori. Io ci provo come me pare, come me viene, e se piace bene, sennò pace e bene.

Che poi nel disco brani come “Nina 100 ore” ha molto del pop radiofonico italiano…
Bhe è una canzone romantica, coerente col resto dell’album secondo me, ci sono sfaccettature diverse in noi ma lo stile è sempre il nostro; poi con questi suoni scarni tanto Pop non me pare. Semmai na nticchia, ce po sta’.

Riferimenti e citazioni: da Rino Gaetano a…?
A Modugno, Vianello, oltre che Gaetano, Leopardi che rappresenta la bella e classica letteratura italiana che insegnano nelle scuole da 300 anni, De Andre’ nella sua ficcante dialettica che parla di cosa crude, vere, la romanità Vendittiana, la musica leggera italiana in genere parte della quale non si rinnova da secoli.

Ho forte l’impressione che oggi, tu come tanti altri artisti, gridate di rabbia alla volta di una giustizia che manca, di un riconoscimento dovuto o di una maggiore cura dell’arte e della comunicazione. Devo dire però che questo disco, più di altri, mi comunica anche un senso di ironia e di “rassegnazione”. Sbaglio?
Rassegnazione no, ironia spero. Nel senso che ci vuole ironia per farsi prender bene la vita, diciamo che certe cose non vanno come dovrebbero andare, questi succede da troppo tempo ed allora un sentimento di rabbia è inevitabile, ma la rabbia deve essere direzionata con intelligenza, non solo buttata lì per fare sciocchezze. Anche gestire le situazioni può essere un’arte, l’arte di tirar fuori dei diamanti dal letame, tanto per continuare le citazioni.

Fabio Criseo e Luigi Piergiovanni. Ormai è un matrimonio artistico di anni. Anche questo ha determinato questo sound scarno e digitale?
Soprattutto questo, è bello questo suono ritmico-elettronico con chitarra acustica e organo, poche aggiunte a questa base di suono. Viene mischiato il “popolare” con un accenno di elettronica mantenendo la semplicità minimale tipica del live con pochi strumenti.

Arriviamo alla fine. Ma davvero vorresti essere come Calcutta? Non vorresti essere come De Gregori?
Guarda io non sono bravo in cucina, ma mi piacerebbe, non sono mai stato un esperto di vini, insomma in materia diciamo “alimentare” o simili non vado forte ma mi sarebbe piaciuto avere, ad esempio, un’azienda che produce olio di alto livello. Per quanto riguarda Calcutta è un grande obiettivo da raggiungere, indie e non banale, perché ambire ai soliti Top del Pop?

Info: https://www.facebook.com/fabiocriseo2/?fref=ts

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